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24 Giugno 2023
13:00

Detritivori: chi sono e che contributo danno all’ecosistema

Nonostante siano comunemente odiati, scarafaggi, millepiedi ed altri detritivori svolgono un importantissimo ruolo ecologico e ci permettono di vivere in un mondo più pulito e salubre.

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detritivori | Kodami

Gli scarafaggi e gli altri insetti sono oggetto di fobie e vittime di pregiudizio. Addirittura, molti scappano quando vedono dei piccoli animali innocui come i millepiedi, ritenendoli disgustosi. In realtà, se non fosse per loro, vivremmo in un mondo decisamente più sporco: ecco perché dovremmo tutti ringraziare i detritivori.

Che cos’è un detritivoro?

Il termine «detritìvoro» indica «gli organismi che si cibano dei materiali organici in decomposizione provenienti da tutti i livelli della catena alimentare di pascolo (piante e animali) e che sfruttano l’energia contenuta in questi materiali».

Semplificando, i detritivori sono organismi decompositori di piccole dimensioni che frantumano e si nutrono di particelle organiche presenti sul substrato (il detrito), microrganismi e feci di altri animali.

I detritivori sono solitamente artropodi come insetti, millepiedi e affini e hanno un ruolo fondamentale all’interno dei cicli dei nutrienti, liberandoli dalla materia in decomposizione e reinserendoli nell’ambiente.

Gli animali che si nutrono di legno vivo o morto sono detti xilofagi: i tessuti vegetali sono costituiti da molecole molto resilienti, come cellulosa, chitina e lignina, che decadono molto lentamente rispetto ad altre molecole organiche. L'attività dei detritivori è la sola ragione per cui non vediamo un accumulo di rifiuti vegetali in natura.

Millepiedi | Kodami

Molti animali, sia vertebrati che invertebrati, svolgono la coprofagia, ovvero si nutrono di escrementi. In tal modo, non solo arricchiscono il suolo di nutrienti, ma ci liberano anche da una serie di rifiuti decisamente poco gradevoli.

I necrofagi sono invece gli animali che si nutrono di carcasse o carogne (se in stato avanzato di decomposizione) eliminando così la possibilità di proliferazione incontrollata di patogeni pericolosi e conseguente diffusione di malattie.

I grandi animali spazzini (in biologia saprofagi), come iene e avvoltoi, non sono in genere considerati detritivori, poiché mangiano grandi quantità di materia organica, ma anch’essi contribuiscono enormemente a mantenere l'ambiente salubre, consumando gli animali morti per varie cause.

Detritivori o decompositori?

A differenza di altri decompositori, come funghi e batteri, che assorbono nutrienti a livello molecolare, i detritivori sono in grado di ingerire pezzi interi di materia in decomposizione; quindi, nonostante nel linguaggio comune si usi indistintamente il termine “decompositore” per indicare qualsiasi consumatore di materia organica morta, in biologia indica una categoria di organismi diversi.

Per essere precisi, parliamo di decompositori veri e propri quando ci riferiamo a microrganismi, unicellulari come i batteri o pluricellulari come funghi e muffe, che contribuiscono al disfacimento della materia organica assorbendo lentamente, attraverso processi chimici, una molecola alla volta da cui ricavano l’energia per sopravvivere. In particolare le muffe sono un comune segno di cibo avariato o di inizio della marcescenza e sono composte da una rete di miceli, l’apparato vegetativo dei funghi formato da numerosi filamenti, che crea una pellicola sulla superficie dell'organismo che hanno colonizzato. La parola “muffa” non indica un gruppo preciso di specie di funghi ma semplicemente una conformazione presente in diverse divisioni.

Quando, invece, ci riferiamo ai detritivori propriamente detti intendiamo animali di piccola taglia ma comunque in grado di staccare pezzi interi di materia, tramite azione meccanica, dal corpo animale o vegetale che hanno iniziato a consumare.

Millepiedi, scarafaggi e scarabei

Tra i più comuni animali detritivori ci sono millepiedi, collemboli, mosche, lumache, vermi e anche stelle marine, cetrioli di mare e alcune specie di granchi.

La maggior parte dei millepiedi sono lenti detritivori xilofagi che si nutrono di foglie in decomposizione ed altri elementi vegetali morti.

Fanno parte dei miriapodi, un gruppo largamente affine agli insetti, e hanno un corpo formato da numerosi segmenti tutti uguali con due paia di zampe ciascuno. Ne esistono specie di varie dimensioni: dal piccolo Pachyiulus communis, comune nei nostri giardini, al millepiedi gigante africano, Archispirostreptus gigas, che può superare i 33 cm di lunghezza.

Blatta Madagascar | Kodami

Gli scarafaggi appartengono invece all’ordine dei blattoidei e si nutrono praticamente di ogni cosa: molte specie sono per lo più fitofaghe (erbivore) e in particolare gli scarafaggi xilofagi vivono in simbiosi con microrganismi che li aiutano a decomporre il legno; esistono poi diverse specie onnivore e saprofaghe.

Gli scarafaggi come Periplaneta americana (le blatte) sono considerati animali infestanti e una vera e propria piaga per le nostre città nei mesi estivi, quando escono in massa dai tombini trasportando sporcizia, ma al di fuori dell'ambiente antropico ci sono specie il cui ruolo ecologico è rimasto inalterato, come per la blatta fischiante del Madagascar (Gromphadorhina portentosa), che recentemente è apparsa tra le fila dei pet esotici più bizzarri.

Da non confondere con gli scarafaggi, gli scarabei sono un altro gruppo di insetti, sacri per gli antichi egizi, appartenenti all’ordine dei coleotteri, l’ordine di animali più vasto per numero di specie e individui.

Tra questi sono famosi gli scarabei stercorari che raccolgono lo sterco che serve come protezione per le uova e assicura nutrimento alle loro larve. Creano delle caratteristiche pallottole di sterco per trasportarlo più facilmente verso il loro nascondiglio e seguono una linea retta orientandosi attraverso la luce emessa dalla Via Lattea. Se incontrano un ostacolo, cercano di superarlo scavalcandolo, senza cambiare direzione.

Scarabeo stercorario | Kodami

come si riproducono i detritivori?

Innanzitutto va precisato che "detritivoro” è una categoria ecologica, che indica il comportamento alimentare di alcune specie, al pari delle parole erbivoro o carnivoro, e che quindi non definisce un gruppo unico di animali ma anzi comprende tipi di organismi diversissimi. Ne consegue che anche le modalità di riproduzione sono piuttosto varie.

Alcuni detritivori, come i lombrichi che sono anellidi e le lumache che sono molluschi, sono ermafroditi: questo significa che non esistono esemplari maschi o femmine ma tutti gli adulti possiedono entrambi gli organi riproduttivi. Per riprodursi, però, hanno la necessità di incontrarsi con un altro esemplare della loro specie ed effettuare una fecondazione incrociata, ossia entrambi fecondano con gli organi maschili l’altro esemplare e sono a loro volta fecondati; ognuno di loro deporrà un numero variabile di uova a seconda della specie. Le comuni lumache, ad esempio, possono deporre fino a 100 uova alla volta, ma altre specie possono arrivare a cifre più alte.

Negli artropodi, invece, abbiamo esemplari maschi e femmine; nei millepiedi e gli altri miriapodi la riproduzione avviene attraverso un meccanismo particolare: i maschi, utilizzano delle zampe modificate dette gonopodi, per trasferire alla femmina dei pacchetti di sperma chiamati spermatofore. La femmina, poi, le raccoglie per completare la fecondazione e deporre successivamente numerose uova.

Anche gli insetti sono artropodi a sessi separati (o dioici), ma nel loro caso la fecondazione è leggermente diversa. L’accoppiamento avviene facendo combaciare delle aperture sull’addome, solitamente stando fermi ma in alcuni casi anche in volo. Spesso la femmina può conservare gli spermatozoi in una sacca detta spermateca e utilizzarli in seguito. Successivamente, deporrà le uova in maniera diversa a seconda della specie: su piante, sotto terra, nel letame o anche su altri animali appositamente paralizzati che sfameranno le larve una volta schiuse. Gli insetti infatti hanno organizzazioni e comportamenti molto diversi tra loro, ma generalmente seguono quasi tutti lo stesso ciclo vitale formato da larva (o bruco per le farfalle) che accumula risorse, pupa (o volgarmente bozzolo) in cui avviene la cosiddetta metamorfosi e adulto, il cui unico scopo è quello di riprodursi prima di morire.

Alcuni gruppi di insetti come mantidi, cavallette e i sopracitati scarafaggi hanno una tipologia di crescita diversa: in questi insetti, infatti, manca lo stadio larvale e nascono tutti sotto forma di neanidi, ovvero una versione in miniatura degli adulti, priva di ali e di organi riproduttivi funzionanti. Col tempo andranno incontro a numerose mute (più precisamente ecdisi) che consentiranno loro di crescere di taglia fino a raggiungere anche la maturità sessuale. A questo punto le femmine, una volta fecondate, deporranno le uova, protette in struttura chiamata ooteca, e il ciclo ricomincia.

lumaca uova | Kodami

Il contributo all’ecosistema

Molte persone hanno paura di questi piccoli animali o provano disgusto, specialmente per gli insetti. Possiamo pensare che questo sia dovuto all’associazione che facciamo tra questi organismi e il cibo in decomposizione di cui si nutrono, ma la cosiddetta entomofobia è principalmente legata alla scarsa conoscenza e alla paura dell’ignoto o di ciò che non si controlla. Un modo per superare questa paura è quello di imparare a conoscere questi piccoli animali ed imparare ad apprezzare il contributo che offrono all’ecosistema, senza necessariamente doverli toccare, anzi, come per ogni animale, è buona norma evitare il contatto o lavarsi le mani subito dopo.

I detritivori svolgono un ruolo fondamentale come riciclatori nel flusso energetico e nei cicli biogeochimici dell'ecosistema, rendendo nuovamente disponibili i nutrienti nel terreno, distruggono la materia vegetale morta, eliminano fonti di malattie e patogeni. Dai terreni umidi dei boschi, alle tane sotterranee dei deserti e fino ai fondali marini questi animali ogni giorno fanno la loro parte per rendere il mondo un po’ meno pieno di… detriti!

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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