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8 Luglio 2022
12:55

Cuccioli con pedigree usati come “mazzette” nelle ispezioni all’allevamento di Trecastelli

Maltrattamento di animali, corruzione, esercizio abusivo della professione veterinaria e disastro colposo: sono i reati contestati ai 15 indagati nell'ambito dell'indagine sull'allevamento lager di Trecastelli, in provincia di Ancona.

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Maltrattamento di animali, corruzione, esercizio abusivo della professione veterinaria e disastro colposo. Sono solo alcuni della lunga lista di reati contestati, a vario titolo, ai 15 indagati nell'ambito dell'indagine sull'allevamento lager di Trecastelli, in provincia di Ancona.

Nel corso delle indagini preliminari, oggi giunte a termine, che hanno riguardato l'allevamento Itshow Kennel di Trecastelli, gli inquirenti hanno scoperto una vera e propria struttura illecita che ha coinvolto oltre ai 3 allevatori anche 1 veterinario, 1 amministratore locale e 3 dirigenti dell'Azienda sanitaria regionale. In particolare, nel corso delle indagini i Forestali hanno accertato anche la cessione gratuita di un cucciolo di alta genealogia ad un dirigente veterinario incaricato di coordinare i controlli nei confronti dell'allevamento.

Durante il sequestro del 7 gennaio del 2021 i Carabinieri avevano scoperto che l'allevamento Itshow Kennel di Trecastelli era autorizzato ad ospitare 71 cani, ma ne conteneva invece oltre 800 di cui diversi rinchiusi in trasportini, e «in ambienti pervasi dall'odore nauseabondo dell'ammoniaca prodotta dalle deiezioni», hanno dichiarato i militari.

Le condizioni di sovraffollamento erano attestate già a partire dal 2018, ma nessuno era intervenuto, né attraverso i controlli necessari per favorire il decongestionamento della struttura, né per fare rispettare efficacemente le ordinanze emesse dalle Autorità sanitarie locali.

I cani detenuti erano prevalentemente Chihuahua e altri individui di tipo "toy". Cani spesso poco conosciuti e compresi di cui Kodami ha spiegato la storia dall'antichità ad oggi in un video insieme all'educatore cinofilo Luca Spennacchio, membro del comitato scientifico del magazine.

Almeno 31 dei cani presenti nell'allevamento, secondo gli inquirenti, sono stati introdotti in Italia dall'est Europa, dove si svolge la gran parte del traffico illecito di cuccioli. Diversi animali avevano una età di molto inferiore alle 12 settimane consentite dalla legge e non avevano la vaccinazione antirabbica.

Nonostante il divieto di vendita imposto dal sequestro gli allevatori hanno continuato a cercare di cedere alcuni cuccioli con la complicità di soggetti residenti fuori regione. Un illecito, prontamente scoperto e bloccato dagli inquirenti, che avrebbe potuto portare alla propagazione del focolaio di brucellosi canina e di parvo anche al di fuori dell'allevamento e delle Marche.

Brucellosi canina a Trecastelli: stanziati oltre 1 milione e mezzo di euro di fondi pubblici

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Quello di Trecastelli non è solo un allevamento lager, è tristemente noto per essere l'unico focolaio europeo di brucellosi canina in Europa, con un dossier finito sulla scrivania del ministro della Salute Roberto Speranza appena un mese dopo il blitz dei Carabinieri.

La brucellosi del cane è una zoonosi causata dal germe Brucella canis. Si riscontra più frequentemente proprio incanili e allevamenti. Può essere causa di infertilità, aborti ed infiammazione di organi dell’apparato riproduttore maschile.

Per fare fronte all'emergenza e ripristinare il benessere degli animali, la Regione Marche è intervenuta stanziando oltre 1 milione e mezzo di euro di fondi pubblici. Oggi, sono ancora circa 400 i cani contagiati dalla brucellosi, mentre altri 300 cani risultati negativi sono stati isolati e in seguito ceduti in adozione a famiglie individuate dalle associazioni animaliste, grazie ad un apposito dispositivo emesso dalla Procura della Repubblica di Ancona.

I 3 allevatori sono indagati per disastro colposo, per aver continuato le riproduzioni nell'allevamento ed importato illegalmente cuccioli dall'est europeo, nonostante vi fosse un ordinanza che vietava nuovi ingressi e la riproduzione degli animai. A complicare il tutto, il fatto che le condotte illecite non venivano contrastate efficacemente dagli organi di controllo, i quali «spesso affrontavano con superficialità gli accessi in allevamento mostrandosi fin troppo benevolenti. Tanto che l’Autorità giudiziaria ha ritenuto di ritenerli corresponsabili del reato di disastro», hanno concluso i Carabinieri.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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