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16 Gennaio 2023
10:32

Cresce il numero dei gatti randagi a Bari: sterilizzazione straordinaria in canile

Bari fa i conti con l'aumento dei gatti e delle colonie feline. Le associazioni, così, organizzano una due giorni di sterilizzazioni per contenere e gestire il fenomeno.

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Quasi 450 colonie feline censite. Un numero stimato di randagi che arriva quasi a 4.000. Bari fa i conti con l'aumento della popolazione dei gatti. E così le associazioni si rimboccano le maniche per una due giorni di sterilizzazioni finalizzata a contenere le nuove cucciolate. A occuparsene sono state Nati per Amarti ODV, la stessa che gestisce il Canile Sanitario di Bari, e la LAV Bari, che proveranno a incrementare il numero di interventi compiuti l'anno scorso quando si era arrivati a circa 200 operazioni.

A ospitare l'appuntamento è stato proprio il Canile Sanitario, dove è stata allestita dalla LAV una sala operatoria che viene utilizzata proprio per gli animali del territorio. Roberto Scarcella, uno dei veterinari che ha messo a disposizione della causa la sua professionalità, ci ha spiegato le modalità con cui avvengono gli interventi: «Le gatte vengono portate qui nei trasportini o in delle gabbie-trappola perché, trattandosi di randage, a volte è difficile catturarle – spiega a Kodami – ognuna viene identificata attraverso una scheda con il gattaro di riferimento. Si controlla la salute dell’animale e poi si fa l'anestesia. A quel punto si provvede alla sterilizzazione. Si mette anche il microchip, come previsto dalla legge, e si fa un piccolo segno all’orecchio per identificare gli animali che sono stati già operati».

Buona parte delle sterilizzazioni verranno compiute in questo fine settimana. Una parte degli interventi, però, si è scelto di realizzarli presso alcune strutture dislocate sul territorio. Una scelta motivata dalla necessità di venire incontro alle esigenze dei gattari e delle gattare impossibilitati a raggiungere la Zona Industriale di Bari, dove ha sede il Canile Sanitario. Per finanziare il tutto si è fatto ricorso a quanto raccolto con le donazioni del 5×1000 ma anche a iniziative benefiche organizzate ad hoc. Per esempio la Lotteria di Natale o il Charity Pot.

Per capire l'importanza di queste iniziative bisogna, però, comprendere prima di tutto perché è così importante sterilizzare. A spiegarcelo ci ha pensato Patrizia Giaquinto, Presidente di Nati per Amarti ODV: «Le colonie feline devono esistere, fanno parte in qualche modo dell’equilibrio del sistema che si è venuto a creare in tutti i territori – racconta a Kodami – il numero va però controllato. Questo va fatto per una serie di motivi. Prima di tutto perché spesso in questi gruppi si diffondono malattie endemiche tipiche delle colonie. Ci sono stragi soprattutto del virus della Panleucopenia felina. I piccoli muoiono in maniera atroce. Non sempre i gatti, poi, vengono ben visti dai cittadini. Purtroppo molte volte con gesti vili e ovviamente contrari alla legge si improvvisano sceriffi e azzerano le colonie».

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«Dal 2016 ci occupiamo qui del censimento delle colonie feline e dell’assegnazione del tesserino ai gattari – aggiunge a Kodami Sara Leone, referente LAV Bari – abbiamo censito circa 450 colonie attualmente presenti. Ce ne sono poi ancora tante che non hanno un gattaro di riferimento e che dunque non sono contate. Ecco quindi che si può comprendere l’importanza di questi numeri e quindi della necessità di contenere la crescita degli esemplari sul territorio».

Per avere un'idea, del resto, basta vedere uno dei report pubblicati a inizio 2022 sempre dal Comune: a marzo erano censite 379 colonie per 2918 gatti stimati. In soli 7 mesi, data dell'ultima rilevazione resa nota dalla Ripartizione Ambiente del capoluogo pugliese, il numero è cresciuto vertiginosamente. Influisce certamente il censimento di colonie prima non riconosciute, ma questo non esonera dal dover far fronte a tutti i problemi di gestione. Per esempio quello del servizio di pronto soccorso, finanziato dall'amministrazione ma portato avanti con notevoli difficoltà perché si pone il problema della presa in carico dopo le cure veterinarie. Oppure, come spiegato dalla Giaquinto, gli episodi di avvelenamento che toccano purtroppo anche Bari.

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Ad oggi la situazione è molto complicata perché accanto ai numeri, già di per sé importanti, si aggiunge un'organizzazione ancora troppo confusa nella gestione di queste situazioni, lasciate il più delle volte all'iniziativa dei singoli gruppi di gattari. Anche gli interventi da parte della ASL, che pure sono fondamentali, non riescono a raggiungere ritmi tali da arginare realmente il fenomeno. Con la sterilizzazione di 4-5 gatti per 3 sedute settimanali, infatti, il numero delle cucciolate va a ripopolare in poco tempo le colonie ricreando nuovamente il problema. Peraltro, con riferimento al territorio di Bari, la sterilizzazioni avverrebbero solo per i gatti censiti, lasciando fuori tutti quegli animali non seguiti da gattari riconosciuti ma comunque presenti sul territori. Senza contare gli abbandoni, altra piaga che non risparmia neanche il mondo felino.

Cosa fare dunque? Anche le istituzioni stanno provando a fare degli sforzi. Ma i tempi della burocrazia sono molto lenti. Per esempio proprio il Comune di Bari ha annunciato la realizzazione di un gattile. Ma accanto a questo serve anche un lavoro più organico che, eventualmente col coinvolgimento dei volontari, consenta di eseguire secondo tempi congrui le sterilizzazioni fornendo al contempo un'assistenza sanitaria efficace. Tutto questo lavoro, inoltre, non può essere compiuto a macchia di leopardo. Da un lato occorre intervenire anche sulle colonie non riconosciute. Dall'altro ci deve essere omogeneità anche negli altri comuni della provincia. Nell'Area Metropolitana di Bari ci sono centri, anche limitrofi al territorio di Bari città, che ancora non hanno provveduto a dotarsi di strutture e di un'organizzazione per la gestione del fenomeno randagismo. Che viene, così, lasciato alla completa autoregolazione.

Gatto

La speranza è di poter vedere colonie feline di gatti liberi in salute e rispettate dall'uomo, come accade per esempio a Procida, diventata l'isola dei gatti. Anche da chi non condivide lo stesso amore per gli animali di altri ma sempre nel rispetto dell'altrui modo di essere. Di strada da fare ce n'è tanta ma l'obiettivo merita un grande sforzo. Basta, del resto, guardare questi gatti negli occhi mentre sono lì nei trasportini per comprendere quanto sia speciale quest'animale e quanto sia importante, dunque, trovare il modo di tutelarlo.

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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