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23 Maggio 2023
11:28

Nuovo “allarme cornacchie” a Roma: perché attaccano i passanti e come dobbiamo comportarci

A Roma sono stati nuovamente segnalati "attacchi" da parte di cornacchie da corso Trieste, dall'Eur e da Casal Bernocchi. In realtà, si tratta di mobbing, un fenomeno normale in natura, e non di attacchi. Vediamo cosa spinge questi uccelli a comportarsi in questo modo e cosa fare (e non fare)

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Roma, una tiepida giornata di maggio, due donne passeggiano in un parco in zona corso Trieste, quadrante Nord della città. Improvvisamente dal cielo scendono alcune cornacchie grigie che iniziano a strepitare e sembrano volerle aggredire, beccandole sulla testa. La scena, così descritta, sembra arrivare direttamente dal film “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock – e sono in effetti stati molti i riferimenti cinematografici – ma la realtà è che quanto accaduto nella Capitale nei giorni scorsi non è né inusuale, né qualcosa da raccontare con toni allarmistici.

Si tratta, infatti, di un comportamento del tutto naturale e perfettamente in linea con l’etologia di questi uccelli, che risponde al nome di “mobbing”. Prima di spiegare di cosa si tratti, però, sono necessarie alcune premesse. Roma, infatti, è una città in cui la popolazione di cornacchie, così come quella dei gabbiani, è estremamente numerosa e del tutto integrata in ambito urbano: questi uccelli nidificano in gran parte dei quartieri cittadini, visto che parchi, giardini e alberature stradali rappresentano il luogo ideale in cui farlo e i cassonetti dei rifiuti garantiscono una fonte di cibo praticamente inesauribile.

Nei giorni scorsi in via Makallé, area verde che sorge a pochi passi da Villa Leopardi, due donne – una delle quali a passeggio con il cane – sono state attaccate all’improvviso da alcune cornacchie e costrette a ripararsi il capo e lasciare il parco precipitosamente. Un episodio simile si è verificato all’Eur qualche giorno prima, con le stesse modalità, a metà aprile è successo a Casal Bernocchi, nei pressi di una scuola. Nessuno è rimasto ferito, ma in molti hanno parlato di “comportamenti aggressivi” da parte di questi uccelli, dipingendoli come un’anomalia.

Che cos'è il mobbing nel mondo animale

Come detto, non si tratta affatto di un’anomalia ma di “mobbing”, una strategia difensiva sociale descritta per la prima volta da Konrad Lorenz, pioniere dell’etologia, nel 1963. Come ha spiegato l’etologa Federica Pirrone su Kodami, il mobbing è quell’insieme di comportamenti aggressivi che gli uccelli (ma non solo) mettono in atto contro un individuo di un’altra specie nel quale ravvisano un potenziale predatore, un termini che gli umani, con metodo offensivo, sono invece soliti perpetrare ai danni di individui della stessa specie per scopi principalmente personali. Le cornacchie invece (così come i gabbiani) lo mettono in atto per difendere i membri più deboli della specie, nello specifico i propri pulli.

Maggio è, infatti, il periodo in cui le cornacchie svezzano i loro piccoli, di fatto indifesi e ancora incapaci di provvedere a loro stessi. Lo svezzamento avviene anche al suolo, e in quanto genitori questi uccelli cercano di proteggerli allontanando ogni potenziale pericolo: un essere umano, magari accompagnato da un cane, che entra nel territorio rappresenta per loro appunto un pericolo, così come, per esempio, i rapaci. Non è un caso che nei giorni scorsi un biancone sia stato trovato in strada proprio a Roma, in zona Bravetta, stremato dall’attacco di un gruppo di cornacchie che evidentemente lo avevano preso di mira per proteggere i piccoli.

Il periodo in cui le cornacchie mostrano aggressività è dunque limitato nel tempo, principalmente a maggio, quando nei nidi sono presenti i pulli. E molti romani sanno bene che è necessario avere pazienza e un pizzico di prudenza: già nel maggio del 2017 una donna, all’Eur, era stata attaccata e aveva dovuto farsi medicare al pronto soccorso, e nello stesso periodo in zona Montagnola era stato chiuso per precauzione il parco Falcone e Borsellino proprio per la presenza di alcuni nidi di cornacchie che avrebbero reso potenzialmente rischioso l’accesso.

Cosa fare se si viene "attaccati" dalle cornacchie

Spiegato il contesto, è fondamentale ribadire che non si tratta di comportamenti anomali né di inusuale aggressività verso l’uomo: il mobbing, nel mondo animale (contrariamente a quanto accade tra umani) è funzionale alla protezione della specie e si verifica in un periodo di tempo limitato, così come molto limitata è la loro capacità di ferire. Il fatto che questi uccelli vivano, perfettamente integrati, in ambiente urbano, rende necessario adottare una serie di comportamenti che favoriscano una convivenza pacifica.

La cosa più opportuna da fare, in caso di mobbing, è assecondare e seguire gli avvertimenti degli uccelli, che mettono bene in chiaro con strepiti molto alti e concitati la loro strategia difensiva, allontanandoci con calma di qualche metro fino al cessato allarme ed evitando di muoverci verso di loro. Farsi prendere dal panico, agitarsi, urlare e mettersi a correre è invece del tutto controproducente, perché le cornacchie potrebbero interpretare questo comportamento come un'aggressione e tendere ad attaccare.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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