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26 Agosto 2023
16:00

Come si fa a capire quanti anni ha un gatto

I denti sono l'indicatore migliore, ma anche l'osservazione di pelo, occhi e comportamento aiuta a stimare l'età di un gatto. Vediamo allora a cosa fare attenzione.

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Validato dalla Dott.ssa Eva Fonti
Membro del comitato scientifico di Kodami
gatto

Ci sono diversi modi per stimare l’età di un gatto, accertamento che può rendersi necessario se, per esempio, si adotta un gatto già adulto o se ne trova uno in strada e si vuole capire appunto quanti anni abbia. In linea di massima la stima avviene attraverso l’osservazione di alcune caratteristiche fisiche, e dunque dei denti, del pelo e degli occhi, cui si aggiungono le valutazioni del comportamento.

Va tenuto conto inoltre che, mentre nei gattini di poche settimane l’età è abbastanza evidente – vuoi per le dimensioni, vuoi per la vivacità e altre caratteristiche appunto evidenti – nell’età giovanile la maturazione avanza molto più velocemente, per poi rallentare dopo i tre anni. Vediamo allora come si fa a capire l’età di un gatto, e a cosa fare attenzione.

Come capire l’età di un gatto dall’aspetto fisico

In media un gatto vive tra i 10 e i 15 anni, ma può anche essere più longevo: tutto dipende dalla vita che fa, e in generale dalle sue condizioni di salute. Un gatto libero, per esempio, è più soggetto a ferite e malattie e potrebbe quindi avere una vita più breve rispetto a un gatto di casa. Il suo aspetto potrebbe inoltre non coincidere con l’età effettiva, proprio a causa della tipologia di vita che vive, ed è per questo che tra gli indicatori più efficaci per capire l’età di un gatto ci sono i denti, insieme con il pelo e gli occhi.

Osservare i denti del gatti

I denti nei gatti cambiano nel tempo in base alla crescita e all'usura. I cuccioli cambiano i denti da latte – 26 in tutto – in denti permanenti tra i 5 e i 7 mesi di vita, il che significa che dopo i 7 mesi il gatto avrà 30 denti permanenti che compongono la tavola dentaria di un gatto adulto. Il gatto giovane perde i suoi primi denti da latte, chiamati anche decidui, intorno ai 3 mesi, e da qui si assiste all’erudizione graduale dei denti definitivi, fino al completamento della dentizione verso i 6-7 mesi di età. Il gatto adulto completa questa fase con l’eruzione degli ultimi 4 molari, assenti nella dentizione da latte.

I dentini da latte sono facilmente riconoscibili perché più bianchi e appuntiti. I primi a cadere sono gli incisivi, seguiti dai canini e poi, tra i 5 ed i 6 mesi di età, i premolari insieme all’eruzione dei molari. I 30 denti definitivi sono divisi in 12 incisivi ( 6 superiori e 6 inferiori), 4 incisivi ( 2 superiori e 2 inferiori), 10 premolari (6 superiori e 4 inferiori) e 4 molari (2 superiori e 2 inferiori).

A seconda di come i denti sono consumati, inoltre, si può ipotizzare un’età. L’usura infatti può essere un indicatore dell’età del gatto, anche se va sempre tenuto conto che gatti che hanno fatto un vita più “da strada”, o hanno sofferto di malattie infettive (come Fiv-Felv) potrebbero avere denti più consumati che possono far pensare erroneamente a un’età più avanzata. Si potrebbe dunque avere un gatto di 5 anni con denti del tutto simili a quello di uno 13, vuoi perché ha vissuto in strada, vuoi perché soffre di patologie.

Osservare il pelo

All’osservazione dei denti, quindi, va accompagnata l’osservazione di altre parti del corpo e del pelo. Nei gatti anziani è facile riscontare perdita di massa grassa e magrezza, un graduale decadimento fisico cui d’altronde si assiste anche negli esseri umani (salvo la presenza di patologie di diabete o malattie renali, che possono “falsare” l’età causando un deperimento fisico anche in gatti più giovani). Nei gatti anziani inoltre il pelo potrebbe diradarsi, essere meno folto e anche più opaco e arruffato.

Osservare gli occhi

Anche gli occhi possono essere indicatori dell’età dei gatti. Tutti i gatti alla nascita hanno gli occhi blu, una colorazione non definitiva dovuta al fatto che le cellule non producono ancora melanina, il pigmento che definisce la colorazione dell’iride: meno ce n’è, più l’occhio sarà azzurro. Nei gattini appena nati la quantità di melanina è appunto minima, e i loro occhi restano blu. Intorno alla dodicesima settimana di vita il processo di pigmentazione è ormai stabilizzato, ed emerge il colore definitivo degli occhi del gatto.

Nei gatti anziani, invece, è possibile notare un occhio più opaco o “spesso”, dovuto appunto all’età avanzata, anche se ogni singolo individuo – così come quando si parla di pelo – invecchia a modo suo, e non è detto che un gatto con occhio più opaco sia necessariamente anziano. Potrebbe, infatti, soffrire piuttosto di qualche patologia.

Come capire l’età del gatto dal comportamento

Anche il comportamento del gatto è un altro indicatore dell'età, perché cambia nel livello di attività e di socialità via via che l’età avanza. I cuccioli, almeno sino ai 6-7 mesi d’età, tendono a essere molto vivaci, a correre, a interagire spesso per giocare e a esplorare l’ambiente in cui sono inseriti, mentre è possibile che gatti anziani, oltre i 12 anni d’età, possano apparire meno giocosi, più sonnolenti e più tendenti a dormire al caldo o al sole.

Attenzione, però: ogni gatto è un individuo a sé, e non è affatto detto che un gatto anziano non possa avere la vitalità di un gatto più giovane, o viceversa che un gatto di 5 o 6 anni appaia più tranquillo e meno propenso al gioco. Alcuni pet mate tendono ad associare la minore reattività del gatto all’anzianità, ma in realtà potrebbe essere di un marker di problematiche osteoarticolari: il gatto si muove meno e gioca meno non tanto per l’età, quanto per il dolore alle articolazioni.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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