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2 Novembre 2021
12:13

Come le manguste nane isolano i “bulli” e gestiscono i conflitti sociali nel gruppo

Negli animali sociali la gestione dei conflitti è un elemento fondamentale all'interno delle dinamiche di gruppo. Un nuovo studio ha dimostrato che le manguste nane africane sono in grado di monitore questi conflitti ascoltando i battibecchi tra i compagni per identificare e isolare i bulli quando arriva il momento del grooming.

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Sarà certamente capitato anche a voi di assistere – o anche solo ascoltare – discussioni animate tra amici e parenti su quale film guardare su Netflix o se ordinare cibo indiano o cinese. Nelle specie altamente sociali come la nostra queste dinamiche possono spesso trasformarsi in conflitti, che ricadono poi pesantemente su tutto il gruppo di appartenenza. Molti animali hanno quindi sviluppato precise e sofisticate strategie comportamentali per gestire e ridurre i costi di questi scontri. Lo fanno i cani attraverso i segnali calmanti, e lo fanno anche i corvi e gli scimpanzé, che si confortano a vicenda dopo un pesante scontro.

Sono poche però le specie che come noi si ricordano nel lungo periodo di questi conflitti e che si comportano di conseguenza evitando o rafforzando i contatti con certi individui. Un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista eLife ha dimostrato che anche le manguste nane tengono traccia di questi comportamenti conflittuali, scegliendo poi accuratamente di evitare i "bulli" e consolarsi tra subordinati.

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Le manguste nane (Helogale parvula) sono tra i più piccoli carnivori di tutto il continente africano. Vivono in piccoli gruppi sociali formati solitamente da un massimo di 30 individui. All'interno di ogni gruppo esiste una rigida gerarchia che permette solamente alla coppia più anziana di riprodursi. Tutti i membri del gruppo cooperano però per allevare e a proteggere i cuccioli dai predatori, attraverso un intricato e complesso sistema sociale. I ricercatori del Dwarf Mangoose Reserch Project studiano queste dinamiche in natura dal 2011 e volevano scoprire se anche questi piccoli erpestidi sociali attuano dei comportamenti di gestione dei conflitti tra gli individui.

Per scoprirlo hanno inscenato delle beghe verbali per il cibo attraverso delle registrazioni vocali tra due individui, facendole poi ascoltare per tutto il pomeriggio al resto del gruppo. Tutti gli individui hanno quindi origliato questi battibecchi prima di tornare a dormire al dormitorio comune, ed è proprio lì che i ricercatori hanno poi osservato come si è comportato il gruppo. Nelle sere immediatamente successive ai litigi la maggior parte degli individui ha intensificato i comportamenti di grooming tra gli individui subordinati, ignorando completamente le manguste che erano state percepite come aggressive e prepotenti.

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Come per altre specie sociali il grooming e la cura del corpo reciproca riveste un importante ruolo nel placare l'ansia e rafforzare i legami ed è alla base dell'intera struttura sociale del gruppo. L'esperimento ha dimostrato quindi che le manguste tengono d'occhio le dinamiche conflittuali che si verificano tra i compagni e che riescono a identificare i bulli anche solo attraverso le vocalizzazioni.

Cosa ancor più interessante è che si ricordano di questi eventi, attuando in un secondo momento dei comportamenti di riduzione dei conflitti, in questo caso isolando e trascurando gli individui più aggressivi e violenti.

Sono pochi gli animali che riescono a memorizzare e a tenere traccia di eventi passati per agire successivamente su di essi, soprattutto quando non sono stati coinvolti direttamente, ma hanno solo assistito o ascoltato i battibecchi e i litigi. Identificano gli individui, conservano le informazioni e ne fanno tesoro per decidere come comportarsi in un secondo momento. Questo studio ha dimostrato quindi per la prima volta che anche le manguste nane sono in grado di farlo come noi e poche altre specie sociali, aggiungendo un nuovo importante tassello sull'affascinante mondo degli animali che vivono in società.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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