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12 Marzo 2021
12:01

I segnali calmanti nel cane: cosa sono e come comunicano i cani

Nati dalle osservazioni di Desmond Morris e teorizzati nei cani da Turid Rugaas e Roberto Marchesini, i segnali calmanti appartengono anche alla nostra specie e servono anche per pacificare attraverso posture e altri atteggiamenti situazioni di tensione all'interno delle relazioni.

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Avete presente quando vi accorgete che il cane ha combinato qualche guaio? Il mio primo cane, Cleopatra, quando era sola in giardino sradicava sempre un piccolo alberello che mia madre aveva piantato con tanta cura. Come lo ripiantavamo lei lo ritirava fuori e così via, finché non perse tutte le sue foglie e noi la speranza che potesse sopravvivere. In famiglia non abbiamo mai usato modi duri coi cani e solo davanti a un danno più grosso poteva scapparci la sgridata. E così accadde le prime volte che Cleopatra si presentò con l’alberello in bocca. Il tono di voce diventava più grave, la postura “minacciosa” con in mano il corpo del reato e sempre quell’esclamazione: «Che hai fatto?!». Inutile dire che Cleopatra non imparò che l’alberello andava lasciato in pace. Era più forte di lei, tanto che alla fine l’abbiamo presa a ridere e nel rimproverarla quasi non ci credevamo neanche più.

L'atteggiamento del "cane bastonato"

Ma soprattutto a cambiare il nostro atteggiamento fu il fatto che al semplice sentire quell’esclamazione, «che hai fatto?!», Cleopatra assumeva un comportamento tutto particolare: le orecchie si piegavano, gli occhi si socchiudevano, la bocca si tirava agli angoli e si apriva leggermente quasi in un sorriso, la testa si abbassava girandosi di lato e anche tutto il corpo si acquattava e si rimpiccioliva formando una piccola gobba sul posteriore. Insomma, sebbene nessuno le avesse mai alzato un dito, assumeva l’atteggiamento del “cane bastonato”, quasi a dire: «Sì lo so che ho fatto un danno, ma non ve la prendete». Di fronte a ciò nessuno di noi riusciva più ad essere arrabbiato e tutto finiva con un sorriso e una dose abbondante di coccole. Quando si esibiva in quell’atteggiamento non potevi far altro che scioglierti e cambiare completamente il tuo stato d’animo. Da che eri arrabbiato finivi puntualmente a cercare di consolarla, quasi a chiederle scusa, a essere tu che cercavi di farti perdonare per averla sgridata.

Che cosa sono i segnali calmanti

Vi è mai capitato qualcosa di simile? Di solito ciò che pensiamo è che il cane ha capito di aver sbagliato. «Vedi – ci diciamo – quella postura un po’ da vittima e un po’ da colpevole vuol dire che sa benissimo di aver combinato un danno. È pentita».

In realtà quelli di Cleopatra si definiscono segnali calmanti e sono un tipo di comunicazione non verbale molto comune tra gli animali sociali. Ma qual è il loro senso? Ed è vero che il cane capisce di aver sbagliato? La risposta è sì e no. Mi spiego meglio. Sicuramente il cane capisce che il nostro atteggiamento è cambiato, mentre è invece molto dubitabile che possa sempre ricollegare ciò ad un’azione fatta in precedenza. Semplicemente il cane ci sta dicendo: «Calmati, non ti arrabbiare, non litighiamo».

Un modo per pacificare, calmarsi e risolvere dei conflitti

Uno tra i primi studiosi a osservare questo tipo di comportamenti fu lo zoologo Desmond Morris che ne parlò in un libro del 1967, "La Scimmia Nuda". La tesi è molto semplice: tra quegli animali che vivono in gruppo sorgono a volte dei conflitti. E tuttavia non è interesse di nessuno che questi si trasformino in vere e proprie lotte il cui esito potrebbe essere, oltre agli eventuali danni fisici, anche uno sfaldamento dei legami sociali e un peggioramento delle condizioni di sopravvivenza per tutti.

Per questa ragione si è evoluta tutta una serie di segnali il cui scopo è abbassare la tensione quando è in atto un conflitto che sono detti, appunto, "segnali calmanti". Tuttavia non vanno presi come dei comportamenti “meditati”, ma vanno letti come degli atteggiamenti istintivi che ottengono un duplice obbiettivo: da un lato calmare l’altro e dunque non portarlo ad arrabbiarsi ulteriormente, dall’altro calmare sé stessi ed evitare reazioni che potrebbero essere pericolose. I segnali calmanti sono emessi in genere da quei soggetti che per qualche motivo hanno scatenato le ire di un individuo di rango superiore e che, temendone la reazione, provano in qualche modo a riportare la calma e a fargli capire che non sono intenzionati a sfidarlo.

Una prima catalogazione di questi segnali fu data dallo stesso Morris il quale notò che così come i segnali di sfida o di conflitto consistono nel mostrare più grossi sé stessi o alcune parti del corpo, per esempio allargando le spalle, gonfiando il petto o sporgendosi in avanti con gli occhi sgranati, all’opposto quelli calmanti fanno sì che ci si mostri più piccoli. E così si abbassa la testa, si distoglie lo sguardo, si curva la schiena, fino a girarsi di spalle o anche a buttarsi per terra.

Ecco perchè "perdonate" il vostro cane

Si è visto che tali atteggiamenti hanno come risultato immediato quello di abbassare la tensione e che, di fronte ad essi, è molto più difficile per un individuo continuare a mostrarsi aggressivo. Se anche a voi è capitato di intenerirvi davanti a certi atteggiamenti del vostro cane, di non riuscire ad arrabbiarvi e di perdonargli qualche marachella sappiate che ciò è perché anche noi apparteniamo a una specie sociale e siamo influenzati da questi comportamenti. Altri invece possono essere diversi da una specie all’altra e dunque è necessario conoscerli per comprenderli, come ad esempio quello di leccarsi rapidamente il naso, o di annusare in terra. Nel cane sono stati studiati da Turid Rugaas, ma anche da Roberto Marchesini. Conoscerli è molto importante perché ci fanno comprendere che il nostro compagno sta vivendo un certo atteggiamento come stressante o come una vera e propria aggressione. Ciò può succedere non solo quando lo sgridiamo o siamo arrabbiati, ma anche per esempio quando dal veterinario lo teniamo fermo per una visita, o quando, mettendoci di fronte a lui, proviamo ad abbracciarlo (comportamento spesso letto come un’aggressione dal cane!), oppure anche nell’incontro con un altro cane.

Conoscere i segnali calmanti ci consente di capire meglio lo stato d’animo del nostro amico, di tutelarlo e anche di evitare che, non sentendosi compreso, possa reagire in maniera pericolosa per noi o per sé stesso. E purtroppo dietro a episodi di aggressione che sembrano improvvisi quasi sempre si celano molti segnali calmanti non visti o trascurati.

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Francesco Cerquetti
Esperto in etologia applicata e benessere animale
Laureato in Filosofia a partire dal 2005 ho cominciato ad appassionarmi di cinofilia approcciando il mondo dei canili. Ho conseguito il Master in Etologia Applicata e Benessere animale, il titolo di Educatore Cinofilo e negli IAA.
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