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22 Febbraio 2023
13:14

Cosa sappiamo sui “super maiali” ibridi e perché sono una minaccia per gli ecosistemi in Canada

Diverse popolazioni di "super maiali" stanno devastando gli ecosistemi in Canada, arrivando a minacciare anche gli Stati Uniti. Si tratta di una specie invasiva creata dall'uomo, suini ibridi fra maiali e cinghiali, animali presenti anche in Europa.

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Recentemente nel nord degli Stati Uniti si sta palesando una nuova minaccia ecosistemica: un ibrido fra maiale e cinghiale chiamato sanglochon e ribattezzato su diversi media internazionali "super maiale". Il suino è stato creato da incroci artificiali in Canada, negli ultimi anni alcuni di loro sono scappati dagli allevamenti e, grazie alla loro incredibile resistenza, sono riusciti a sopravvivere alle rigide temperature invernali del Canada percorrendo molti chilometri ed espandendosi a sud, verso gli Stati Uniti.

Il nuovo suino è quindi una specie invasiva che nel suo percorso ha scalzato dalle proprie nicchie quelle autoctone. L'incredibile capacità di adattamento di questo animale gli ha permesso di essere più efficiente nel raccogliere le risorse rispetto agli altri animali che abitano gli stessi ecosistemi e in breve tempo ha provocato danni agli ambienti e all'uomo nell'ordine di miliardi di dollari.

Nuovamente la mano dell'uomo ha stravolto le regole del "gioco ecosistemico", il delicato equilibrio che si instaura fra gli organismi di un ambiente. Il sanglochon è nato dal desiderio umano di allevare un animale più grande che possa fornire quindi una produzione di carne maggiore, una smania di controllo sui processi naturali che anche questa volta si è ritorta contro di noi. Il problema dell'invasività dell'animale, però, non è solo Americano: l'ibrido si trova anche in altre parti del mondo, compresa l'Europa.

Chi è il "super maiale"?

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Sanglochon femmina, foto di Miguel Tremblay via Wikimedia Commons

Infatti, questi ibridi selvatici esistono in tutta l'Eurasia, nelle Americhe, in Australia e in altri siti dove i coloni europei hanno importato cinghiali e maiali. In molte di queste aree i suini ibridati sono diventati specie invasive e i danni che causano agli ecosistemi alle volte possono essere devastanti, come nel caso dell'Australia o del Brasile.

Oltre agli incroci fortuiti che possono accadere quando un cinghiale incontra un maiale scappato da un allevamento in natura e all'ibridazione artificiale per la produzione di carne, esistono anche diversi progetti di ricerca per ricreare il cosiddetto "iron age pig". Questi studi iniziarono nei primi anni del 1980, quando diversi scienziati incrociarono un cinghiale maschio con una scrofa tamworth, una razza britannica,  per ricreare un animale simile ai primi maiali domestici che accompagnarono l'uomo milioni di anni fa.

Indipendentemente dal fine scientifico, ad oggi gli iron age pig sono allevati generalmente in Europa solo per il mercato della carne, anche se alcuni allevatori in Svezia hanno definito la nascita della popolazione di ibridi residente lì come casuale, frutto di un'irruzione di cinghiali in alcuni recinti di maiali. In ogni caso, in linea con il loro patrimonio genetico derivante per metà dai cinghiali, gli ibridi sono generalmente più aggressivi e più difficili da gestire rispetto agli altri suini, anche se queste sono caratteristiche che variano molto a seconda del grado di parentela con cinghiali e maiali. Proprio per via di questo loro temperamento diversi sanglochon sono riusciti a scappare da alcuni allevamenti canadesi, formando popolazioni ferali che continuano a proliferare e ad assottigliare le risorse degli habitat che incontrano. 

La situazione in altri paesi, però, non è meno grave. Ad esempio in Australia troviamo ibridi nati dopo la liberazione di cinghiali importati dall'uomo durante l'epoca coloniale per essere cacciati. Lo stesso è accaduto nel sud degli Stati Uniti, dove sono nate alcune popolazioni ibride dopo la reintroduzione di cinghiali dalla Russia, sempre per fini venatori, nel 1990.

Questi spostamenti e liberazioni, quindi, hanno fatto si che le popolazioni di ibridi nascessero in diverse parti del Pianeta e la loro naturale resistenza e capacità riproduttiva ha permesso di aumentare il loro numero in molti paesi ad una velocità impressionante. Ad esempio negli USA del sud, dal 1990 al 2014 il numero di questi suini è più che triplicato, raggiungendo nel 2014 in America una popolazione di circa 6 milioni. A causa del loro numero crescente negli ultimi decenni, negli USA in particolare, sono nati diversi programmi di contenimento e caccia programmatica per ridurre l'impatto dell'animale invasivo, ma la situazione sembra ormai fuori controllo e qualsiasi progetto di eradicazione è sfumato.

Purtroppo questa è una storia che ciclicamente torna a far parlare di se e spesso e volentieri la causa e origine del problema è l'uomo che, volontariamente o involontariamente, trasporta specie da una parte all'altra del globo. Un esempio evidente lo offre la storia del rospo delle canne, anfibio introdotto dall'uomo per la lotta biologica contro i parassiti agricoli in diverse parti del mondo a partire dagli anni 40 dell'800. La presenza di questa specie invasiva negli ecosistemi ha portato a squilibri incredibili e rimuoverla risulta ormai una impresa impossibile.

Anche l'Italia è fortemente impattata dalla presenza delle specie invasive che a volte possono anche ottenere involontariamente passaggi da mezzi di trasporto umani. È il caso dei ratti che invadono molte isole del Mediterraneo, animali non autoctoni predatori dei piccoli pulli di uccelli che nidificano al suolo. Questi animali sono arrivati nelle isole probabilmente salendo a bordo della navi e sbarcando insieme al carico di merci e persone e anche nei loro confronti sono stati stanziati milioni di euro per programmi di eradicazione o di contenimento destinati spesso al fallimento.

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