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13 Settembre 2023
17:14

Che fine hanno fatto gli altri cani di Cannizzaro, l’uomo che ha mostrato un Cane Lupo Cecoslovacco morto «in nome di Satana»

Kodami ha raggiunto un volontario che si sta occupando di trovare una nuova sistemazione per i cani di Cannizzaro, l'uomo che ha annunciato su Facebook di aver ucciso il suo Cane Lupo Cecoslovacco in nome di Satana. Alcuni si trovano in pensioni che li accolgono provvisoriamente, altri sono in canile e quattro vivono ancora con lui.

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Hollywood era un Cane Lupo Cecoslovacco che viveva insieme al suo umano, Massimo Cannizzaro, e un gruppo di altri cani in provincia di Reggio Calabria. Il 28 agosto scorso, però, l'uomo ha pubblicato sul suo profilo Facebook un video raccapricciante in cui il cane veniva mostrato riverso tra due sedie, senza vita, con la lingua gonfia e gli occhi chiusi. L'autore delle immagini è lo stesso Cannizzaro che, prima di mostrare il corpo dell'animale, afferma di averlo ucciso in onore di satana. 

Oggi il video, come altri contenuti pubblicati, non è più online. Kodami lo ha visto e, come di consuetudine, abbiamo deciso di non diffonderlo ulteriormente. Le immagini, infatti, non aggiungono nulla alla narrazione di una vicenda drammatica che, oltre alla tragica morte di un cane, riguarda anche la salute mentale di un uomo che ha anche minacciato di uccidere alcuni membri della sua famiglia.

Ora si attende l'esito dell'autopsia sul corpo del cane, che è stato prelevato da parte dell'Azienda Sanitaria Locale nei giorni successivi alla pubblicazione del video. Ma che fine hanno fatto gli altri cani che erano con lui? Un gruppo di volontari del posto è intervenuto per prelevarli ma non tutti. Per capire quale sia il motivo per cui alcuni si trovano ancora con Cannizzaro e dove si trovano quelli trasferiti, abbiamo contattato Tomas Marino, uno dei volontari che ha collaborato nel recupero.

«Con lui vivevano nove cani – spiega il volontario – Non conoscevo personalmente Massimo Cannizzaro, ma so che ha firmato i documenti di cessione proposti dall'Azienda Sanitaria Locale per quanto riguarda Tess, Selvaggia e Sofia, ovvero tre dei sei Cani Lupi Cecoslovacchi che oggi si trovano in stallo in situazioni di sicurezza. Altri due sono in canile a Reggio Calabria da prima del nostro intervento, e speriamo di poter fare al più presto qualcosa per trasferirli altrove. Gli ultimi quattro, invece, di cui tre Amstaff e un altro Cane Lupo Cecoslovacco, sono ancora a casa con lui in quanto, a differenza degli altri, sono provvisti di microchip e il trasferimento richiederebbe un'autorizzazione al sequestro».

Tess è in Sicilia, mentre Selvaggia e Sofia sono state trasferite in Toscana

I cani presi in custodia dai volontari calabresi sono quindi tre e mentre Tess, che ha due anni, è stata trasferita a casa di un conoscente di Marino che si trova in Sicilia, Sofia e Selvaggia (che sono sorelle e hanno 9 mesi) sono state accolte in una struttura toscana, chiamata Campo Ranch, dove sono arrivate grazie a una staffetta. «Sono partite insieme perché sono molto legate tra loro – aggiunge il volontario – Siamo ora alla ricerca delle famiglie adatte per l'adozione di tutte e tre, ma sappiamo che non sarà un percorso facile perché non tutti conducono la vita adatta all'accoglienza di cani di questo tipo».

Per quanto riguarda gli altri cani, invece, Marino non ha alcuna certezza: «So che due si trovano ora all'interno di un canile di Reggio Calabria ma il loro ingresso risale a prima della pubblicazione del video che ritrae il corpo senza vita di Hollywood – spiega il volontario – Alcuni mesi fa, infatti, sono stati trovati abbandonati all'interno di un'area cani in città e non erano dotati di regolare microchip, quindi è stato indispensabile intervenire in questo modo».

In seguito alla presa in custodia dei tre cani, Marino ha deciso di aprire una raccolta fondi per coprire le spese mediche e logistiche, attirando però alcune polemiche da parte di altre associazioni che operano nello stesso settore: «Fino ad ora ho pagato di tasca mia le visite e i controlli – spiega – Il volontariato è anche fatto di collette, non ci vedo nulla di strano».

Nel testo della raccolta fondi si fa accenno al fatto che il ricavato verrà investito anche in percorsi di educazione cinofila per i tre cani, in quanto lo stesso Marino ritiene indispensabile rivolgersi a esperti del settore: «A mio parere l'adozione di un cane non può prescindere dalla decisione di fare un percorso di educazione – conclude Marino – Selvaggia, Sofia e Tess non mostrano grandi problemi comportamentali, ma è certo che l'adozione rappresenta un gesto di grande responsabilità che richiede il supporto di persone adeguatamente formate, a prescindere dal passato del cane. Sappiamo che trovare le persone adatte per loro non sarà facile, ma questa è la nostra speranza. Lancio anche un appello a educatori cinofili e istruttori cinofili che vogliano collaborare in questa vicenda, aiutandoci ad inserire correttamente i cani in famiglia».

Marino, infine, commenta con amarezza il ruolo in questa vicenda delle istituzioni: «Se mi sono interessato a questa storia non è certo per avere visibilità o per entrare in un dramma umano che, personalmente non mi interessa, bensì per tutelare il benessere dei cani. Trovo vergognoso che, di fronte all'impegno di tante persone, le istituzioni siano immobili e, a due settimane di distanza dalla morte del cane, non vi sia ancora l'esito dell'autopsia».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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