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7 Agosto 2021
10:00

Censiti nuovi esemplari di tartaruga marina a Ventotene

Il progetto di monitoraggio delle tartarughe marine svolto in sinergia tra la Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marine e l'Area Marina Protetta di Ventotene e Santo Stefano ha prodotto nuovi e interessanti avvistamenti. La zona potrebbe accogliere in futuro delle unità riproduttive stabili.

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©Ufficio Stampa SZN – Anton Dohrn

Sono tre anni che va avanti il progetto di monitoraggio dell'Area Marina Protetta (AMP) di Ventotene e Santo Stefano in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marine. Questa settimana c'è stato un nuovo e interessante rilevamento: i ricercatori della Stazione sono riusciti a osservare per la prima volta un giovane di tartaruga marina comune (Caretta caretta) di meno di un anno di età lasciarsi trascinare dalla corrente in mare sul versante ovest dell'isola, confermando quindi che questa zona sia idonea allo sviluppo dei neonati e si potrebbero creare delle unità riproduttive stabili, come suggerito dalla dott.ssa Sandra Hochscheid, ricercatrice della Stazione Zoologica e referente scientifico del progetto.

La tartaruga deriva probabilmente da uno dei nidi deposti l'anno scorso nel Tirreno, in costante aumento a causa del riscaldamento globale. Purtroppo però le altre notizie riguardanti il monitoraggio non sono buone: i ricercatori si sono infatti imbattuti in una tartaruga, di circa 60 cm,  ricoperta di catrame. Dopo averla prontamente recuperata, l'hanno ripulita e rilasciata in mare, dove ora può continuare il suo viaggio. Infine, hanno osservato e recuperato diversi rifiuti galleggianti come bottiglie, buste, cassette da pesca e palloncini, anche molto lontano dalla costa, che possono essere molto pericolosi, addirittura mortali, sia per le tartarughe che per tutta la fauna marina.

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Una ricercatrice della Stazione Zoologica Anton Dohrn ©Ufficio Stampa SZN – Anton Dohrn

I palloncini ad esempio, secondo uno studio di Ocean Conservancy, si trovano al terzo posto tra i rifiuti più pericolosi in mare per foche, uccelli marini e tartarughe che possono inghiottirli, scambiandoli per cibo, provocandone la morte. A tal proposito le organizzazioni Mare Vivo e Plastic Free hanno proposto una petizione dal nome Per il mare non è una festa #StopAlVoloDeiPalloncini #StopBalloons per vietare il rilascio di palloncini in tutta Italia e sensibilizzare sui danni che possono causare. Secondo una ricerca condotta dall'Università di Swansea, nel Regno Unito, i pezzi dei palloncini costituiscono l’80% dei rifiuti trovati nello stomaco delle tartarughe marine.

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Delfini osservati durante il progetto di monitaggio ©Ufficio Stampa SZN – Anton Dohrn

La prossima sessione di monitoraggio coordinata dall'AMP e la Stazione Zoologica si terrà in autunno ma è importante ricordare che è necessario, per la tutela dell'ecosistema marino, modificare i comportamenti dei singoli nel rispetto della natura. La tartaruga marina (Caretta caretta) è la specie più comune e diffusa nel Mediterraneo, ed anche l'unica a nidificare lungo le coste italiane. È considerata una specie protetta e vulnerabile secondo la IUCN (International Union for Conservation of Nature) a causa soprattutto delle attività antropiche. Le minacce a questa specie riguardano principalmente la pesca accidentale, il traffico marittimo, l'inquinamento, i rifiuti marini, il turismo di massa e la perdita dei siti di nidificazione per lo sviluppo costiero.

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