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17 Settembre 2022
9:00

Avvistati sessanta grampi al largo di San Bartolomeno al Mare

Lo straordinario avvistamento arriva dopo otto anni di assenza di questa specie dalle acque del Ponente Ligure.

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Grande sorpresa per l'equipaggio della motonave Corsara quando nei giorni scorsi ha avvistato un grosso gruppo di grampi al largo di San Bartolomeo al Mare in Liguria.

La barca da whale watching della società Golfo Paradiso che fa base ad Imperia, si trovava a circa a circa 16 miglia a Sud, quando la famiglia composta da almeno sessanta componenti ha fatto la sua comparsa. I grampi, grossi delfini di 3-4 metri, sono facilmente riconoscibili dai tipici graffi bianchi sul corpo, un tempo venivano avvistati ogni estate nelle acque del ponente ligure, ma gli incontri negli ultimi otto anni si contano sulle dita di una mano.

«Erano almeno 60 animali, tra cui molti sub-adulti, cinque giovani e un piccolo di pochi mesi strettamente associato alla madre, che si spostavano verso ovest», racconta a Kodami Jessica Picozzi, collaboratrice dell’Istituto di ricerca Tethys che quest’anno ricopre il ruolo di biologa a bordo della motonave whale watching. «Insieme ad Alessandro Verga, il biologo solitamente a bordo della nave che opera invece nel genovese, abbiamo cercato di fotografare le pinne dorsali del maggior numero di animali, sulle quali sono presenti segni distintivi che consentono il riconoscimento individuale».

Sabina Airoldi, responsabile delle ricerche che da oltre 30 anni Tethys svolge nel Santuario, è stata immediatamente avvisata dello straordinario avvistamento e invitata da Franco Chiaschetti, Comandante della Corsara, ad imbarcarsi il giorno successivo nella speranza di incontrare nuovamente i grampi, diventati oramai rarissimi nell’area. «Quando insieme a Jessica ci siamo rese conto che il piccolo gruppo di delfini in lontananza, a circa 14 miglia al largo di Bordighera, erano ben più grossi delle solite stenelle striate, siamo immediatamente corse a prua con la macchina fotografica professionale messa a disposizione da Canon per foto-identificare i diversi individui», racconta Sabina Airoldi.

Perché i grampi sono scomparsi negli ultimi anni

I ricercatori stanno ancora cercando di mettere a fuoco il motivo della scomparsa dei grampi dalle acque del Ponente ligure, ed ogni nuova informazione è di cruciale importanza. Si pensa ad una reazione al disturbo di origine umana o alla competizione con altre specie. «Fondamentale è la preziosa collaborazione fra gli istituti di ricerca e gli operatori di whale watching, che ancora una volta hanno messo a disposizione dati preziosissimi nell’interesse della salvaguardia dei cetacei dei nostri mari», spiega la biologa Picozzi.

«Studio i grampi del mar Ligure dal 1988 e non li avvistavo da otto anni. La loro improvvisa scomparsa dalle acque del Ponente ligure ha destato notevole preoccupazione negli esperti e l’avvistamento di questo grande gruppo fa sperare nel loro ritorno», continua Airoldi. «A differenza della tipica distribuzione di questa specie lungo la scarpata continentale a poche miglia dalla costa, dove le acque sono profonde tra i 500 e i 1000 m, gli ultimi avvistamenti nell’area sembrerebbero indicare uno spostamento distribuzionale verso acque più profonde».

Dai primi confronti fatti dalle due ricercatrici Tethys pare si tratti di individui diversi da quelli che regolarmente popolavano le acque del Ponente ligure. Il prossimo passo sarà confrontare le immagini degli individui foto-identificati con quelli dei cataloghi di diverse aree del Mediterraneo nella speranza di fare luce sulla loro provenienza.

Kodami è stata a bordo del veliero Jean Gab di Oceanomare Dolphin, l’associazione fondata nel 1991 da Angelo Miragliuolo e Barbara Mussi nel golfo di Napoli. L’avvistamento di alcuni cetacei è avvenuto grazie anche alla presenza a bordo di Sterna, una simil Jack Russell che fa parte dell’equipaggio.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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