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18 Dicembre 2021
9:25

Animali selvatici esibiti nei circhi: l’Europa se ne lava le mani

L'impiego di animali selvatici nei circhi non sarà vietato: la Commissione europea rispondendo a una interrogazione ha fatto sapere che non interverrà su una «questione di coscienza».

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Europa circhi animali

Niente da fare, l'impiego di animali selvatici nei circhi non sarà vietato. La Commissione europea ha fatto sapere che non dispone dei poteri per intervenire: devono essere gli Stati membri a legiferare in tal senso.

Lo ha detto senza mezzi termini Janez Lenarcic, commissario per la Gestione delle crisi, durante la seduta plenaria del Parlamento nel corso del dibattito sulla possibilità di introdurre un divieto europeo rispetto all'uso di animali selvatici nei circhi.

«Alla Commissione europea – spiega Lenarcic – riteniamo che qualsiasi questione relativa al divieto di impiego di animali selvatici nei circhi non dovrebbe essere oggetto di decisione a livello dell'Unione. Spetta agli Stati membri regolamentare una tale "questione di coscienza"». Tuttavia è lo stesso commissario a rilevare come siano proprio i paesi dell'Unione a manifestare l'esigenza di mettere fuori legge la spettacolarizzazione degli animali selvatici: «I 23 divieti nazionali in atto gettano luce sul fatto che questi principi vengono applicati nella prassi».

La «questione di coscienza» posta da Lenaric che non è piaciuta ai membri dell'intergruppo Eurogroup for Animals che nel Parlamento difende i diritti degli animali. A rispondere per primo è stato il deputato francese Pascal Durand, il quale ha commentato: «Che delusione sentire la Commissione dell'Unione Europea spiegarci che l'Europa non deve preoccuparsi delle torture a cui sono sottoposti questi animali per il piacere di pochi».

Anche in Italia questo passo indietro non è stato accolto con favore, soprattutto dopo la tanto attesa decisione del Parlamento nazionale di dire basta all'uccisione dei pulcini maschi. La capodelegazione del Movimento 5 stelle Tiziana Beghin in sede europea non ha nascosto la delusione: «Gli animali da circo non solo non aggiungono nessun valore culturale ed educativo agli spettacoli ma favoriscono anche il commercio illegale e il bracconaggio».

Come emerso anche durante il dibattito sul traffico di cuccioli dall'est Europa, anche in questa occasione gli europarlamentari lamentano l'assenza di un commissario che abbia competenza nella tutela del benessere degli animali e che, soprattutto, abbia il potere di intervenire su questioni ormai di portata sovranazionale come lo sfruttamento della fauna selvatica nei circhi.

Lo stop a questa pratica era già stato oggetto di una richiesta proprio al Parlamento europeo che in breve tempo ha raccolto più di 130mila firme e ha incassato il supporto trasversale di 150 europarlamentari.

Risposta dura durante il dibattito è stata data dall'esponente dei Verdi Eleonora Evi, vicepresidente dell'Eurogroup for Animals che ha fatto presente come «La Commissione ha ignorato l’appello dei di cittadini». Anche l'opinione pubblica ha chiesto il divieto di esibire la fauna selvatica nei circhi con una partecipatissima petizione online.

Temi non secondari nel dibattito relativo alla spettacolarizzazione degli animali selvatici nei circhi sono quelli relativi alla sicurezza e alla salute pubblica. È di pochi mesi fa la notizia dell'elefante fuggito dal Darix Moira Orfei seminando il panico a Messina, oppure il caso dell'elefantessa Andra, sfruttata fino allo sfinimento. È proprio questa la specie selvatica più usata, e sfruttata, durante gli spettacoli accanto a tigri e leoni.

Adesso che il Covid ha riacceso il dibattito sui reali rischi delle zoonosi, le malattie trasmesse dagli animali agli uomini, l'Europa ha il dovere di ripensare il rapporto con questi animali in un modo che tenga conto anche della salubrità di tutte le comunità animali e umane

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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