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4 Maggio 2022
14:56

“Animali che salvano l’anima. L’esperienza nel carcere di Gorgona”: il libro scritto dai detenuti

Questo piccolo lembo di terra dell'Arcipelago Toscano è stato per 20 anni teatro di un esperimento di relazione nonviolenta tra uomo animale, unico nel suo genere, in cui il percorso rieducativo dei detenuti si è intrecciato alla sorte degli animali, sottratti ai meccanismi dello  sfruttamento zootecnico e, quindi, alla morte per macellazione.

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Si chiama Trilly, la gattina di Artur. Se ne è preso cura fin da quando stava nel palmo della sua mano, ma un giorno ha dovuto lasciarla senza nemmeno salutarla. Artur è a Gorgona, l’ultima isola carcere di Italia.

E la sua è solo una delle commoventi storie racchiuse nell’antologia “Animali che salvano l’anima. L’esperienza nel carcere di Gorgona”,  la novità editoriale nata dal laboratorio di scrittura creativa dei detenuti presenti sull’isola in collaborazione con la LAV  la lega Antivivisezione.

Il libro racconta e raffigura, attraverso delle bellissime tavole disegnate, l'evoluzione del rapporto uomo e animali nel delicato contesto della vita carceraria. Una raccolta di storie vere, commoventi e di riscatto che si inserisce nell’importante progetto dell’associazione  “Gorgona, isola dei diritti umani e animali”.

Questo piccolo lembo di terra dell'Arcipelago Toscano, ultima isola-carcere italiana, è stato, infatti, per 20 anni, teatro di un esperimento di relazione non violenta tra uomo animale, unico nel suo genere, in cui il percorso rieducativo dei detenuti si è intrecciato alla sorte degli animali, sottratti ai meccanismi dello  sfruttamento zootecnico e, quindi, alla morte per macellazione.

Ma, tra il 2015 e il 2019, il progetto è stato interrotto e le attività di riproduzione e di macellazione degli animali sono ricominciate. Ma grazie a proteste, appelli e prove di dialogo, finalmente nel 2020 il percorso è ripreso con la firma di un Protocollo di Intesa tra Lav, Comune di Livorno e Casa Circondariale.

Da quel momento l’organizzazione, anche grazie al sostegno di altri convinti battaglieri sognatori, non si è mai fermata per riuscire a salvare tutti gli animali. E Gorgona, finalmente, «ha iniziato man mano a diventare quello che abbiamo sempre sognato: l’isola dei diritti per tutti, animali compresi» dice un soddisfatto Gianluca Felicetti Presidente LAV.

«Difendere i diritti degli ultimi è un impegno molto importante, un atto di civiltà» continua. «E non chiamatela utopia: il modello Gorgona, fondato sul rapporto umani-animali come mezzo di rieducazione e riabilitazione, non più basato sullo sfruttamento, ma sulla cura e sul rispetto reciproci, è un modello pedagogico e filosofico che può realmente fare la differenza tra la vita e la morte».

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Dopo la pausa forzata imposta dall'emergenza sanitaria Covid, la LAV ha iniziato a trasferire sulla terraferma i primi animali dei 450 destinati, fino ad allora, alla macellazione. Animali che saranno, in parte, affidati alle cure di LAV, ospitati in rifugi, in parte dati in adozione.

E, da ottobre 2021, finanzia un progetto lavorativo per due detenuti che saranno impiegati nella cura degli animali e nelle attività dell’Università Bicocca di Milano. Un modo per permettere loro anche di acquisire competenze professionali che potranno essere spese nel mondo del lavoro, al termine del periodo di detenzione.

La determinazione con cui la LAV porta avanti questo impegno, nasce dalla certezza che la rinascita del “modello Gorgona” possa essere un faro anche per altre realtà, oltre a rappresentare un esempio per l’intera società, chiamata, oggi più che mai, a ripensare profondamente il proprio rapporto con gli animali, la cui insostenibilità è stata resa drammaticamente evidente dalla recente pandemia da Covid-19.

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Simona Sirianni
Giornalista
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