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16 Aprile 2021
14:39

Fattorie del sangue: il no del Parlamento allo sfruttamento delle cavalle gravide per produrre più carne

Una petizione lanciata da IHP Italian Horse Protection e interrogazioni bipartisan al Parlamento italiano per vietare la diffusione nel nostro Paese del Fixplan, il farmaco che induce al calore e moltiplica le gravidanze negli allevamenti intensivi di carne, prodotto dal sangue delle cavalle gravide. Un'inchiesta sotto copertura di Animal Welfare Foundation aveva smascherato l'orrore delle "fattore del sangue" in Sud America dove gli equidi vengono allevati proprio per poter prelevare loro il sangue durante la gravidanza.

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Giornalista
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Cavalle gravide maltrattate nelle Fattorie del Sangue in Sud America nell’indagine sotto copertura di Animal Welfare Foundation (@Animal Wlefare Foundation)

Le immagini delle cavalle gravide frustate e maltrattate per estrarre loro l’ormone della gravidanza (Gonadotropina sierica equina PMSG) utilizzato negli allevamenti intensivi di carne del Sud America, negli scorsi anni avevano fatto il giro del mondo. Era un’inchiesta sotto copertura realizzata da Animal Welfare Foundation e Tierschutzbund Zürich tra il 2015 e il 2019 in Argentina ed Uruguay, ed aveva scoperchiato la terribile realtà delle “fattorie del sangue”.

Le “fattorie del sangue”

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Un frame dell’inchiesta filmata tra il 2015 e il 2019 da Animal Welfare Foundation e Tierschutzbund Zürich in Sud America, in cui si vede una "fattoria del sangue" e il suo allevamento di cavalle gravide. (@AnimalWelfareFoundation)

Negli allevamenti in Argentina e Uruguay filmati nell’inchiesta, alle cavalle gravide, in un ciclo ininterrotto fino alla morte, venivano prelevati anche 10 litri di sangue alla settimana. Infinite le sofferenze degli animali: picchiati con bastoni per contrastare la loro refrettarietà a farsi prelevare il sangue, indeboliti e non curati, zampe gonfie e coperte di ferite. Infine i feti dei puledri lasciati a marcire nei campi: la pratica, infatti, prevedeva l’aborto indotto (spesso senza anestesia per accelerare i tempi) perché il sangue delle giumente deve essere prelevato entro i primi 120 giorni di gestazione, tra il terzo e il quarto mese di gravidanza degli undici totali. Dopo, quindi, era necessario far in modo che la cavalla potesse essere ingravidata nei tempi più brevi possibili. Nessun riposo, nessun rispetto dell’etologia dell’animale, dei suoi tempi naturali di gestazione, della sua psiche di femmina incinta in attesa del suo cucciolo.

L’ormone che moltiplica le gravidanze

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Il momento dell’estrazione del sangue da una cavalla gravida costretta a forza da un recinto di legno (@AnimalWelfareFoundation)

Obiettivo delle “fattorie del sangue” è, ancora oggi, la produzione del principio attivo della Gonadropina sierica equina che viene utilizzato per la produzione di un farmaco, come il Fixplan prodotto dalla Syntex SA, impiegato negli allevamenti intensivi di suini, bovini ed equini. Un farmaco che viene somministrato alle femmine di questi animali per aumentare la produttività: il suo uso infatti accresce il periodo di fertilità e quindi la produzione di animali da mandare al macello. «La somministrazione di questo medicinale veterinario induce il calore entro 3-6 giorni dall'inizio del trattamento» recita infatti il Codifa.it, informatore farmaceutico sotto forma di motore di ricerca di farmaci e prodotti per la salute.

Il no dei parlamentari italiani alla distribuzione Fixplan in Italia

Ed è proprio la richiesta all’Italia della Syntex di autorizzare la distribuzione nel nostro Paese del Fixplan che ha, di fatto, portato al centro del dibattito politico italiano le “fattorie del sangue” e la loro terribile realtà. Grazie all'interrogazione bipartisan promossa da Patrizia Prestipino (Pd) e  condivisa anche da Manfredi Potenti (Lega Nord) e da Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia), la storia è infatti approdata in Parlamento, con la richiesta al Ministro della Salute Roberto Speranza di negare l’autorizzazione alla distribuzione del farmaco. Contemporaneamente IHP Italian Horse Protection, onlus italiana che opera nella difesa degli equidi e ha come obiettivo il contrasto di abusi e maltrattamenti e si batte per un cambiamento legislativo e culturale che porti al riconoscimento dei diritti dei cavalli, ha lanciato su change.org una petizione che, in pochi giorni ha già superato le 20 mila firme per chiedere al ministro italiano della Salute di bloccare la diffusione italiana del Fixplan.

La petizione di IHP per bloccare il farmaco in Italia

IHP Italian Horse Protection che ha lanciato la raccolta firme, segue questa vicenda da molti anni. «Nel solo Uruguay – denunciava già nel 2018 – decine di migliaia di cavalle sarebbero coinvolte in questo business. Attraverso il Ministero della Salute abbiamo appreso che nessun farmaco contenente il principio attivo Gonadotropina sierica equina viene prodotto in Italia, ma tuttavia sono diversi i farmaci di questo tipo importati e commercializzati sul nostro territorio dalle aziende Intervet International (rappresentata in Italia dalla MSD Animal Health s.r.l.), Laboratorios Hipra e Virbac». Oggi, il suo presidente Sonny Richichi conferma: «l'Italia non può ammettere questo scempio, ampiamente documentato da inchieste internazionali. Con il Fixplan l'azienda Syntex punta a recuperare i clienti che hanno smesso di acquistare l’ormone per altri farmaci che erano in commercio fino al 2018, a seguito delle proteste che si sono scatenate in Europa».

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Il feto di un puledro, frutto dell’aborto di una delle cavalle dell’allevamento, tra le zampe degli esemplari al pascolo nei campi (@Animal Welfare Foundation)

Due milioni di dollari al mese i guadagni nella sola Europa

In particolare Richichi denuncia la pratica con cui, fino ad oggi, si sono aggirati i vincoli: «Farmaci contenenti lo stesso principio attivo proveniente dalla medesima Syntex SA sono stati distribuiti in Europa per molti anni con i nomi commerciali di Crono-Gest, Ciclogonina, Syncrostim e altri. Poi, a seguito delle proteste di numerose associazioni animaliste, inclusa IHP, sono stati ritirati dal commercio. Le torture sulle giumente gravide sono state documentate fin dal 2015. Per questo molte imprese europee avevano smesso di usare il principio attivo Gonadotropina sierica equina (PMSG) già nel 2018». Un affare sostanzioso visto che, già nel 2018, secondo IHP: «La società Syntex è ritenuta il maggior produttore di PMSG, che esporta in Europa per un valore che si aggirerebbe sui 2 milioni di dollari al mese». Dello stesso parere anche l'onorevole Patrizia Prestipino prima firmataria di un'interrogazione parlamentare rivolta al Ministro Speranza: «Fino al 2018 i farmaci contenenti lo stesso principio attivo sono stai distribuiti in Europa a seguito di cospicue proteste provenienti dalle associazioni animaliste fra cui IHP. Il Fixplant mira ad aggirare mira quanto riportato chiedendo l'autorizzazione mediante la cosiddetta "procedura decentrata" per la quale l'immissione in commercio è rimessa ad ogni singolo paese. Inoltre sono possibili alternative sintetiche che non causano sofferenze inutili all'animale».

Le interrogazioni bipartisan

«Fin dal 2015 – aggiunge l’onorevole Vittoria Brambilla – l’associazione Animal Welfare Foundation ha documentato le torture inflitte alle giumente e, il 18 marzo scorso, il quotidiano argentino La Nacion ha riferito che la magistratura locale ha aperto un’inchiesta per maltrattamento di animali e che sono circa 5 mila gli aborti procurati ogni anno alle cavalle. Sono tuttavia disponibili numerose alternative sintetiche alla gonadotropina: il governo tedesco, per esempio, ne ha autorizzate ben 36, per diverse indicazioni. Di qui, e per evidenti ragioni legate allo sfruttamento crudele degli animali, l’esortazione a respingere la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio avanzata dalla Syntex anche all’autorità italiana, dopo averla ottenuta in altri paesi europei». Anche secondo l'onorevole Prestipino la questione etica è determinante. «Sembra impossibile che nel 2021 ancora si operino questo genere di sevizie su animali straordinari come i cavalli, tanto più cavalle gravide. Una barbarie a cui si deve mettere fine. Mi auguro che l'Europa non accetti che la Syntex produca anche nel nostro continente, ma anzi ne faccia una battaglia, perché il benessere animale deve essere una priorità non solo nell'agenda politica italiana ma anche, e soprattutto, in quella europea».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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