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21 Novembre 2021
13:00

Dal mattatoio alla liberazione: la nuova vita dei conigli dell’isola-carcere di Gorgona

Oggi i detenuti dell'isola carcere di Gorgona possono partecipare a progetti rieducativi ecocompatibili dove i conigli non sono più allevati a scopo alimentare ma accuditi nell'ambito di una nuova relazione tra uomini e animali.

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«Da "mattatoio" a isola di libertà», è così che Roberto Bennati, direttore generale Lav, ha spiegato a Kodami la nuova operazione in favore degli animali presenti a Gorgona, l'ultima isola-carcere europea. La Lega Anti Vivisezione ha infatti portato via dall'isola toscana 65 conigli per destinarli al rifugio dell'Associazione Vitadacani Onlus. Per i conigli di Gorgona si apre così un nuovo capitolo della loro vita fatto di serenità e mai più di gabbie.

Il carcere di Gorgona esiste dal 1869. Sull'isola che si trova nel Mar Ligure a 34 chilometri dalla costa livornese, risiedono detenuti condannati in via definitiva. Oltre a guardie e carcerati, Gorgona dal Dopoguerra ospita anche centinaia di "animali da reddito": capre, maiali e mucche che venivano poi destinati al macello. La popolazione carceraria è sempre stata abituata ad allevare e crescere animali che poi, però, si ritrovava nel piatto. Un atto crudele due volte: nei confronti delle vittime e anche dei carnefici.

La situazione alla lunga si è rivelata inaccettabile, tanto da spingere le istituzioni a intervenire direttamente: grazie all’accordo quadro stipulato nel 2020 tra il Ministero della Giustizia, il Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) e l'Ente parco dell’Arcipelago toscano, i detenuti possono oggi partecipare a progetti rieducativi ecocompatibili. E in questo contesto si è inserita la Lav che si occupa di portare via dall'isola la maggior parte degli animali per destinarli a rifugi sulla terraferma. Gli animali che restano a Gorgona, invece, vengono coinvolti in progetti di rieducazione con i carcerati. Mai più animali allevati e uccisi ma una nuova relazione tra uomini e animali nel segno del rispetto reciproco.

«È stato straordinario il ruolo dei detenuti fin dalle prime fasi di questa iniziativa: sono stati loro i primi a non volere più la "pena di morte" all'interno del carcere», racconta il presidente Lav. Una circostanza che può avere risvolti estremamente positivi anche nell'ottica del reinserimento in società dei detenuti.

«Grazie al progetto di riconversione siamo riusciti a fare chiudere il mattatoio e fare in modo che gli animali fossero "graziati" – spiega Bennati – Ci siamo impegnati affinché sull'isola si instaurasse una relazione tra detenuti e animali. Un riscatto per i detenuti che non avviene più attraverso l'allevamento ma attraverso la relazione con gli animali». Già centinaia di animali sono stati portati dalla Lav nei rifugi, e nel 2022 altri 500 animali andranno via dall'isola.

La fragile salute dei conigli di Gorgona

«Questo progetto – rivela Bennati – si è rivelato particolarmente difficile per la condizione etologica di questi animali», rivela il direttore generale Lav. La prolungata cattività in gabbie molto anguste e sovraffollate aveva impedito ai conigli di Gorgona di sviluppare i muscoli della spina dorsale come i fratelli nati in condizioni più favorevoli: «Sono sempre stati in gabbie piccolissime dove non avevano la possibilità di muoversi. Adesso andranno sterilizzati e abituati a condurre una nuova vita fuori dalla gabbia. Si tratta di un lavoro delicatissimo per farli abituare al movimento: nella condizione in cui sono oggi rischiano di farsi del male anche semplicemente saltando, un gesto al quale erano del tutto disabituati».

«Nel rifugio avrà luogo un percorso progressivo prima della fase effettiva di socializzazione. Un passo avanti importantissimo che prima non era possibile, esattamente come non è possibile negli allevamenti». È l'occasione per gli animali da reddito di Gorgona di avere una vita più sana e felice.

Progetti di questo tipo aprono un nuovo capitolo della relazione tra uomo e animale in cui a trarre beneficio è l'essere umano: gli animali salvati che restano hanno infatti una funzione "curativa" per chi sta scontando la propria pena. I detenuti imparano di nuovo a prendersi cura di un altro essere vivente. Superando il trauma dell'isolamento, condizione che in una comunità carceraria su un isola rappresenta un problema non secondario.

«La valenza più importante di questi progetti, insieme al fatto che salviamo la vita a degli animali, è la rieducazione delle persone che hanno commesso un reato. Il riscatto e la riabilitazione che avvengono con queste modalità hanno un valore intrinseco di grande forza», continua Bennati.

Il trasferimento dei conigli però è solo una parte delle attività che sta conducendo la Lav a Gorgona: a breve saranno trasferiti nei rifugi circa 40 maiali, diversi bovini, 220 ovini tra pecore e capre. «Il progetto proseguirà nella direzione di salvare questi animali – conclude Bennati – e rendere Gorgona un'isola di riscatto ed emancipazione a tutti i livelli, riconoscendo l'integrità e il diritto alla vita degli animali e degli esseri umani».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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