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23 Dicembre 2021
15:26

Allevamenti di polpi: un dibattito tra crudeltà e scelte di mercato

Una azienda spagnola ha dichiarato di essere riuscita a completare il ciclo biologico del polpo comune in cattività ed è pronta a portare gli esemplari allevati sulle tavole.

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L'azienda spagnola Nueva Pescanova è pronta ad avviare un allevamento industriale di polpi in Galizia, nel nord della Spagna. È la prima volta che la specie viene detenuta e riprodotta con successo in una farm marina, ed infatti per riuscirci è servito un'investimento di 7,5 milioni di euro e il lavoro di quaranta ricercatori per impianti idonei e per sviluppare le tecniche di acquacoltura necessarie. Secondo le loro stime, gli animali potrebbero arrivare sulle tavole spagnole entro l'estate.

Una questione delicata, considerando anche il parere di esperti ed organizzazioni animaliste: i molluschi cefalopodi sono animali estremamente svegli e solitari, che esplorano il territorio curiosi e lo difendono da intrusi con aggressività. Rinchiuderli in spazi ristretti ed ammassarli potrebbe essere vista come una crudeltà.

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Considerando la pressione antropica sugli esemplari liberi in natura, Nueva Pescanova afferma che l'allevamento e la riproduzione in cattività siano dei passi necessari per favorire il recovery delle popolazioni naturali di polpo. Il consumo globale annuo di questo intelligentissimo invertebrato raggiunge le 420mila tonnellate (dati FAO) – dirette principalmente sui mercati italiani, spagnoli, portoghesi, asiatici e, in minoranza, anche statunitensi. In Galizia, il consumo di polpo, utilizzato ad esempio in molte tapas ed altri piatti tipici, supera di venti volte il pescato locale.

Ma siamo sicuri di voler ripetere gli stessi sbagli fatti negli allevamenti di animali terrestri? L'allevamento intensivo è una delle cause principali di inquinamento del nostro tempo: per far crescere, curare, macellare e portare in tavola i miliardi di capi di bestiame che ogni anno sfruttiamo, una quantità inimmaginabile di risorse come acqua, farmaci, prodotti agricoli ed energia viene dirottata verso i complessi industriali.

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Il polpo comune e le sue sorprendenti abilità

Il polpo comune (Octopus vulgaris) è un invertebrato marino dalle sorprendenti capacità fisiologiche e comportamentali. Inelligentissimo (come le altre 300 specie di polpo conosciute), dotato di organi di senso sorprendenti, come occhi giganteschi simili a quelli dei vertebrati e recettori chimici sui tentacoli in grado di "assaggiare" ciò che afferrano, è un organismo affascinante. Le sue capacità sorprendenti includono il poter cambiare colore rapidamente attraverso delle speciali cellule disseminate sulla superficie corporea, i cromatofori, e assumere forme irriconoscibili per mimetizzarsi sui fondali marini. I polpi riescono a superare compiti complessi, aprire barattoli ed utilizzare semplici strumenti.

Un delicato dibattito globale

Gli allevamenti di polpi in via di sviluppo negli ultimi anni, dei quali quello dell'azienda spagnola è solo un esempio, mostrano ancora una forte tradizionalità ed un carattere spiccatamente sperimentale. In Messico, gli allevamenti sperimentali hanno iniziato a collaborare con le famiglie di pescatori locali, formando cooperative ben strutturate: manodopera nei laboratori in cambio del prodotto finale. Per l'alimentazione, gli addetti confezionano pasta di gamberi e farina di scarto di pesce in centinaia di piccoli gusci di vongole, che imitano le prede selvatiche e riducono lo spreco di cibo.

La biologia del polpo offre vantaggi e svantaggi a riguardo: la specie presenta una crescita veloce ed un ciclo vitale piuttosto rapido, ma il punto critico risiede nel delicato stadio larvale e sulla sua alimentazione. Nel 2015, un'azienda australiana ha allevato in batteria il polpo comune a Sydney, non riuscendo tuttavia ad alimentare le paralarve e tornando al prelievo dei polpi selvatici. Invece, le dichiarazioni datate 2017 della giapponese Nisui di aver completato il ciclo in cattività ed essere pronta a commercializzare gli animali entro il 2020 attualmente sembrano essersi rivelate prive di fondamento.

Alle Hawaii, l'azienda Kanaloa Octopus Farm sta ora lavorando alla coltivazione di zooplancton per produrre un mangime che sosterrà le paralarve, e paga le bollette tramite visitatori paganti permettendo loro di vedere, toccare e nutrire gli animali cresciuti. Conroy, biologo della struttura, ammette che tali incontri ravvicinati non incoraggiano più il consumo, affermando che nove volte su dieci i visitatori vengono convinti ad evitare il consumo degli animali che osservano crescere. D'altronde basta una visione del documentario premio oscar  "Il mio amico in fondo al mare" (in inglese "My octopus teacher"), per convincersi ad abbandonare tale alimento.

Secondo gli allevatori i possibili vantaggi dell'allevamento del polpo non si limitano al settore alimentare: anche la scienza, indirettamente, potrà beneficiare di una così grande attenzione sulla specie. Diverse linee di ricerca internazionali suggeriscono che lo studio dei polpi potrebbe offrire grandi contributi nella scoperta di antibiotici (grazie al loro rivestimento mucoso protettivo),  nella rigenerazione di neuroni e tessuti e nella robotica. I progettisti di robot hanno già copiato la loro cangiante pelle elastica e imitato i loro tentacoli sensibili a ventosa, ed un laboratorio italiano ha persino inventato un octobot in grado di esplorare anfratti sottomarini.

Dall'altro lato della medaglia, Jennifer Jacquet, professoressa di Studi Ambientali presso la New York University e diversi altri coautori, in un saggio del 2019, "The Case Against Octopus Farming", sostengono che «le conseguenze etiche e ambientali della produzione industriale di carne dovrebbero indurci a chiederci se vogliamo ripetere gli errori già commessi con animali terrestri con animali acquatici, in particolare il polpo».

Per produrre un kilo di carne di polpo occorrono tre chili di pesce che potrebbe essere destinato direttamente al consumo umano. I ricercatori sottolineano inoltre lo stress e la monotonia della reclusione, in organismi dotati di un sistema nervoso sorprendentemente complesso e di comportamenti sorprendenti.

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