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5 Giugno 2022
8:55

A cosa serve la coda negli animali

C’è chi la usa per appendersi o afferrare oggetti, come le scimmie urlatrici, chi per spostarsi, come i pesci, chi per comunicare, come i cani. La coda nel mondo animale può avere funzioni molto diverse.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La coda è una caratteristica distintiva del phylum dei cordati, di cui fanno parte i vertebrati. Sebbene, nelle diverse specie, le code condividano un'origine evolutiva e uno sviluppo comune, la loro funzione può essere molto varia. Ad esempio, la coda negli animali può servire per la propulsione, per la comunicazione, per il mantenimento dell’equilibrio, o persino per regolare gli esiti delle interazioni tra un predatore e la sua preda. Anche la forma può differire notevolmente tra una specie e l’altra, per cui nel regno animale si possono vedere code corte o lunghe, code sottili, code spesse e piumate, o ancora code appuntite.

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Le diverse funzioni della coda negli animali

C’è chi usa la coda come un quinto arto, per appendersi o afferrare oggetti, come le scimmie urlatrici del Nuovo Mondo, e chi per spostarsi, specialmente se non ha gli arti, come i pesci, o per mantenere la stabilità. Il ghepardo (Acinonyx jubatus), ad esempio, è noto per essere incredibilmente agile, e le sue prodezze implicano un rapido oscillare della lunga coda. Muovendosi, la coda contribuisce alla stabilità nelle curve ad alta velocità e nelle manovre di accelerazione e di frenata rapide. Inoltre, grazie alla sua pelliccia lunga e spessa, offre la necessaria resistenza, pur essendo molto leggera. Nella predazione, il ghepardo utilizza la coda in modo simile a un timone, per virare repentinamente facilitando il rapido spostamento di peso.

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A seconda della specie animale a cui è attaccata, la coda può essere anche straordinariamente multifunzionale. Pensiamo alle salamandre, nella quali funziona come riserva energetica, poiché al suo interno immagazzinano grassi e proteine, come ausilio nel movimento, come strumento per conquistare il partner e pure per scoraggiare i predatori. In un faccia a faccia con un serpente, la salamandra afferra l'estremità della coda con la bocca nel tentativo a diventare troppo grande per essere mangiata.

E se anche questo non dovesse funzionare, le rimane ancora un’arma sorprendente: l’autotomia. Essa può cioè auto-amputare la coda, la quale, una volta staccata dal resto del corpo,  si contorce e si dimena a terra, distraendo il predatore per un un tempo abbastanza lungo da permettere alla salamandra di fuggire via.

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Perché l'uomo non ha la coda?

Gli esseri umani non hanno la coda perché, a un certo punto, l’hanno persa. Questo è uno dei principali cambiamenti evolutivi anatomici che hanno accompagnato la separazione del lignaggio degli ominoidei, a cui apparteniamo noi insieme alle scimmie antropomorfe, come gli scimpanzé e i gorilla. Si pensa che questa riprogrammazione morfologica negli ominoidei ancestrali abbia in qualche modo agevolato uno stile caratteristico di locomozione, contribuendo all'evoluzione del bipedismo. Attenzione però! La coda è presente nell’embrione, ma viene poi persa nelle fasi successive dello sviluppo, scomparendo nel feto.

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A cosa serve la coda di un gatto?

In alcune specie di mammiferi la coda ha acquisito un'altra funzione importantissima: è usata cioè come mezzo di comunicazione, spesso in combinazione con i cambiamenti della postura. Attraverso la posizione, i movimenti e la tensione della coda, un cane è capace di trasmettere informazioni molto importanti riguardo alla propria predisposizione emotiva. La coda del gatto domestico, poi, è ancora più specializzata. È costituita da 18-23 vertebre, che diventano progressivamente più piccole verso la punta e sono circondate da muscoli che ne regolano la flessione, l’estensione e lo spostamento laterale, permettendo movimenti precisi anche di piccoli tratti. È molto sensibile alle stimolazioni, e questa particolare sensibilità contribuisce a proteggerla dai danni.

Il gatto utilizza la coda non solo come segnale comunicativo sociale, ma anche per mantenere l’equilibrio. È dimostrato infatti che le cellule nervose vestibolari, presenti nel cervelletto, che rispondono all'accelerazione lineare o angolare della testa, possono influenzare anche i movimenti della coda durante la regolazione dell'equilibrio. Questo è molto utile soprattutto quando è richiesto un rapido spostamento del baricentro, ossia durante la locomozione o nel moto di caduta libera, quando la coda ruota in direzione opposta a quella del resto del corpo, permettendo all’animale di conservare il momento angolare, compiendo una rotazione completa intorno a un punto fisso centrale.

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 A cosa serve la coda a un cane?

Attraverso precise combinazioni di movimento, volume e posizione della coda, i cani trasmettono informazioni cruciali sulle proprie motivazioni. Sono infatti in grado di far sapere ai loro partner sociali se hanno intenzioni cordiali, giocose, offensive, se sono rilassati oppure, ad esempio, spaventati. I cani senza coda, o con la coda arricciata e poco mobile, hanno una probabilità doppia, rispetto agli altri, di trovarsi in incontri bellicosi con altri cani, proprio a causa dell'impossibilità di inviare i giusti messaggi a distanza.

Lo scodinzolio verso destra è indice di uno stato emotivo positivo; lo scodinzolio verso sinitra, invece, lascia supporre che un cane sia teso o sotto stress. La coda è importante anche nella comunicazione olfattiva, poiché contribuisce alla diffusione dei feromoni, e, secondo uno studio di qualche anno, il suo muoversi è importante pure per il mantenimento dell'equilibrio durante la locomozione.

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La coda degli uccelli

Nelle negli uccelli, ma anche nelle rane, si è andati incontro a un accorciamento, se non addirittura alla perdita, della coda. Diversamente dalle code ancestrali e multi-segmentate dei vertebrati, gli uccelli hanno 5-6 vertebre caudali fuse a formare il cosiddetto “pigostilo”, che supporta le penne timoniere fondamentali per le manovre di volo. Lo sviluppo del pigostilo avviene dopo la schiusa, mentre quando sono ancora nell’uovo gli uccelli mantengono la versione ancestrale della coda.

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Bibliografia

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Walker, C. et al. (1998). Balance in the cat: role of the tail and effects of sacrocaudal transection, Behavioural Brain Research, 91(1–2), 41-47.

Quaranta A, Siniscalchi M, Vallortigara G. (2007). Asymmetric tail-wagging responses by dogs to different emotive stim- uli. Curr Biol. 17:199–201.

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Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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