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22 Dicembre 2021
12:40

Whoopee e Flat aiutano i bambini a superare la paura per la vaccinazione anti covid

All'hub dell'ex Arsenale di Piacenza i bambini tra i 5 e gli 11 anni possono vaccinarsi accompagnati da Whoopee e Flat, una Flat Coated Retriever e un Jack Russell Terrier.

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La vicinanza di un cane per superare la paura per la puntura della vaccinazione anti covid nei più piccoli: l’iniziativa è dell’Ausl Piacenza, l’azienda sanitaria piacentina, che per gli appuntamenti del 23 dicembre e del 30 dicembre all’hub vaccinale dell’ex Arsenale ha deciso di avvalersi dell’aiuto di Whoopee e Pan per accompagnare i bambini in un momento che per alcuni di loro potrebbe rivelarsi difficile da affrontare.

All’iniziativa collabora il centro cinofilo Val Luretta e dell'equipe Coda Bianca e Code Nere, composta da quattro figure specializzate in interventi assistiti con animali: la pedagogista ed educatrice cinofila Elena Gatti, la psicologa Elisa Bisagni, l’educatrice cinofila Giorgia Pera e la responsabile sanitaria Silvia Cappa. Con loro Whoopee, una Flat Coated Retriever, e Pan, un Jack Russell Terrier.

A loro i responsabili della campagna vaccinale, che in questi giorni stanno procedendo con la vaccinazione dei bambini tra i 5 e gli 11 anni, hanno affidato il compito di accogliere e accompagnare i piccoli fino al box dove avvengono le somministrazioni. I cani inoltre aiuteranno i bambini a ingannare l’attesa, stando al loro fianco per tutto l’iter vaccinale.

L’Azienda Usl di Piacenza aveva già collaborato con Whoopee e Pan, Elena Gatti, Elisa Bisagni, Giorgia Pera e Silvia Cappa in occasione di una precedente edizione di Futuro in Salute. Le famiglie interessate alla vaccinazione supportata da pet therapy possono prenotare ai numeri 800.651.941 o 0523.1871412, in farmacia o a uno sportello Cup. In tutte le sedute dedicate ai bambini, oltre all’equipe del centro e ai cani, sono presenti anche pediatri, infermieri e assistenti sanitarie esperti nelle vaccinazioni in età infantile.

Pet Therapy, i benefici accertati e i nuovi interrogativi

Negli ultimi anni gli interventi assistiti con gli animali sono cresciuti in maniera esponenziale, diventando una forma di terapia ben consolidata e affidabile. I benefici e le potenzialità della pet therapy come supporto per le persone in difficoltà o gravemente malate sono ormai confermati da numerose evidenze scientifiche, e il campo della ricerca sulle interazioni uomo-animale ha portato a numerose nuove scoperte e a una comprensione piuttosto ampia su come gli esseri umani possano trarre beneficio dal contatto con gli animali, soprattutto quando si tratta di cani.

Il cane è infatti la specie più utilizzata per gli interventi assistiti con gli animali (IAA), alla luce del lungo e profondo legame che ha instaurato con l'uomo, che lo ha portato ad avere un'attrazione spontanea verso le persone e a sviluppare una spiccata capacità di socializzazione e adattamento. E se gli effetti positivi della pet therapy sono appunto ormai acclarati, gli ultimi studi si stanno invece concentrando su quelli prodotti sul cane che viene impiegato per gli interventi assistiti.

Allo stato attuale delle cose, stando a un recente studio pubblicato sulla rivista Veterinary Sciences, non esistono significative prove o studi che dimostrino chiare e preoccupanti situazioni di disagio e stress nei cani durante gli interventi assistiti, anche se esistono prove che dimostrano che il trasporto, la poca confidenza tra cane e conduttore e la frequenza troppo alta nel numero delle sessioni potrebbero effettivamente causare stress e disagio negli animali.

Anche l'età sembra giocare un ruolo importante nel benessere del cane: gli animali più anziani infatti tollerano meno le attività e sono meno resilienti a recuperare da situazioni di stress e disagio. Aumenta quindi la richiesta di protocolli condivisi nello sviluppo di queste attività, e di maggiori studi e approfondimenti per capire come aumentarne le potenzialità tenendo sempre come focus il benessere animale.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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