Cosa ci insegna il video dell’orango che afferra con forza il visitatore allo zoo

Un orango di nome Tina ha afferrato con forza un visitatore allo zoo di Kasang Kulim, in Indonesia. Analizziamo la scena ripresa nel video virale per ricostruire cosa è successo e soprattutto cosa possiamo imparare da questo incidente.

23 Agosto 2022
10:48
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In questi giorni è diventato virale un video con protagonista un orango, una femmina di nome Tina, che afferra con forza un ragazzo attraverso le sbarre della gabbia in cui è rinchiusa. È successo allo zoo di Kasang Kulim, nella provincia di Riau in Indonesia, e l'immagini sono davvero impressionati. I pochi secondi di filmato mostrano non solo l'immensa forza del primate, ma anche tutto ciò che di sbagliato ancora c'è nel modo in cui ci relazioniamo con gli altri animali, ma procediamo con ordine.

Cosa sappiamo dell'attacco

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Tina ha prima strattonato il ragazzo poi lo ha sollevato per una gamba

Secondo le ricostruzioni dei quotidiani locali, Hasanal Arifin, diciannovenne aspirante influencer, si è prima preso gioco dell'orango schernendolo a distanza, poi ha scavalcato la recinzione protettiva nel tentativo di realizzare un video acchiappalike per i suoi social. Ma evidentemente Tina, infastidita dagli insulti e dal comportamento sconsiderato del ragazzo, non era tanto d'accordo e lo ha afferrato con forza attraverso le sbarre. Il primate, dopo averlo trascinato per la maglietta, è riuscita persino a sollevarlo per una gamba facendo scontrare il ragazzo contro la gabbia.

Hasanal Arifin è stato prontamente aiutato da un amico a liberarsi della presa di Tina e poi, successivamente, costretto dallo staff del giardino zoologico ad abbandonare la struttura. Nei giorni seguenti il ragazzo si è scusato per la "bravata", ammettendo di aver tenuto un comportamento inaccettabile e dichiarando di amare tutti gli animali. Nonostante le scuse, la mancanza di rispetto avuta nei confronti dell'orango testimonia quanto ancora sia intrinseca in noi l'arroganza e la presunzione tipica della nostra specie nei riguardi degli altri animali.

Nonostante siano stati fatti enormi passi avanti negli anni, il modo in cui ancora oggi prendiamo in giro e "scimmiottare" (termine che in realtà mette in mostra tutta la goffaggine umana) un essere senziente, tra l'altro indifeso e rinchiuso in gabbia, mette a nudo la totale mancanza di rispetto ed empatia verso le altre forme di vita. Atteggiamenti certamente esacerbati dalle condizioni di restrizione spaziale e di impossibilità a esprimere i propri comportamenti naturali in cui ancora vivono molti animali degli zoo.

Tina voleva davvero far male al ragazzo?

Cile Covid orangotango
Gli sono solitamente primati estremamente docili ma possiedo comunque una forza e dei denti in grado di causare ferite serie

Ci sono però altri aspetti di questa vicenda che è giusto approfondire, a partire dalle reali intenzioni del primate. Tina ha davvero attaccato Arifin con l'obiettivo di fargli del male? Analizzando il comportamento, i segnali e l'espressioni facciali della primate risulta evidente che, in realtà, l'orango non voleva in alcun modo ferire il ragazzo. La scimmia non mostra infatti alcun atteggiamento o segnale riconducibile a una chiara interazione aggressiva.

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Tina avrebbe potuto mordere e ferire gravemente il visitatore, ma non l’ha mai fatto

Non mostra agitazione, non espone mai i denti, non vocalizza in maniera aggressiva e, soprattutto, non tenta mai di mordere il ragazzo nonostante il video dimostri che abbia avuto più di un'occasione per farlo. Gli oranghi sono solitamente primati estremamente docili, anche nei confronti degli esseri umani. Tuttavia, come le altre scimmie antropomorfe, possiedono canini ben sviluppati (negli individui maschili ancora di più) in grado di causare grosse ferite.

Nonostante ciò Tina non fa mai del male al giovane: il suo sembra più un atteggiamento di curiosità nei confronti di un individuo sconosciuto e di una situazione totalmente nuova e imprevista. Non capita di certo tutti i giorni che un visitatore si avvicini così tanto alle sue sbarre ed è inoltre anche un po' questo il punto della questione. Ma in che condizioni vive Tina?

Lo zoo in cui vive Tina

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La gabbia in cui vive Tina durante i sopralluoghi successivi all’incidente

Lo zoo Kasang Kulim si trova a Pekanbaru, il centro più popoloso della provincia di Riau, nel centro dell'isola di Sumatra. È stato aperto nel 1991 ma da allora non sembra essersi evoluto più di tanto. Dalle foto mostrate direttamente dagli account social del parco e dalle poche recensioni (perlopiù negative) presenti su Trip Advisor risulta evidente che le condizioni in cui vivono la maggior parte degli animali non rispettino nemmeno le più basilari norme di benessere animale.

Gabbie piccolissime, sbarre, zero o quasi arricchimenti ambientali e in generale condizioni che rendono impossibile a qualsiasi animale di poter esprimere la propria etologia o anche solamente trovare riparo e sottrarsi agli occhi e alle attenzioni dei visitatori, soprattutto per la gabbia di Tina.

Anche se le intenzioni dello zoo Kasang Kulim sembrano lodevoli (propongono percorsi educativi, campagne e raccolte fondi per la conservazione degli oranghi e delle foreste) è evidentemente un luogo di concezione quasi ottocentesca e dalle scarse possibilità economiche.

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Un orango del Borneo appena arrivato in un Centro di Recupero

Per quanto riguarda Tina, dalle informazioni disponibili non è stato possibile ricostruire la sua storia. Non è chiaro se sia nata in cattività, se sia un individuo sottratto a maltrattamenti oppure vittima della devastante deforestazione che ha portato gli oranghi a un passo dall'estinzione. Ma è evidente che le sue condizioni di detenzione sono lontanissime da tutti gli standard e gli obiettivi che un moderno giardino zoologico dovrebbe ricercare per giustificare la detenzione di animali senzienti tanto complessi, sia da un punto di vista etologico-cognitivo che emozionale.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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