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Kodami Call

Anche il bizzarro lemure aye-aye si infila le dita nel naso e si mangia le caccole

Per la prima volta gli scienziati hanno osservato un aye-aye, un bizzarro primate del Madagascar, infilarsi il suo lungo dito nel naso e mangiarsi le caccole. Non siamo infatti gli unici a farlo, sono almeno 12 i primati in cui è stato osservato questo comportamento.

28 Ottobre 2022
16:27
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La scienza è uno strumento formidabile che ci permette soddisfare la nostra infinita sete di conoscenza e di rispondere a domande fondamentali sull'universo e la vita come: «Chi siamo?», «Da dove veniamo?». Ma anche a questioni come: «Ma noi umani, siamo gli unici animali a infilarci le dita nel naso e a mangiare le caccole?». Sulle prime due non ci permettiamo di avere una risposta ma a quest'ultima domanda invece ce l'abbiamo! Ed è… no: infilarsi le dita nel naso potrà forse sembrare un comportamento tipicamente umano e socialmente non gradito, ma sorprendentemente non siamo gli unici animali a farlo, anzi.

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Noi Homo sapiens siamo solo una delle 12 specie di primati in cui è stato osservato questa comportamento. Una lista a cui si è appena aggiunto anche l'aye-aye, un primate notturno dall'aspetto piuttosto inquietante e dotato di un dito medio lungo circa il triplo degli altri, sottile come un bastoncino e che sembra quasi progettato proprio per questo scopo. Questa prima osservazione è stata filmata e descritta in una insolita review recentemente pubblicata sul Journal of Zoology, dove i ricercatori hanno provato a rispondere anche a un'altra domanda: ma perché lo si fa?

L'aye-aye, conosciuto anche come aié-aié (Daubentonia madagascariensis) è sicuramente uno degli animali più bizzarri e meno fotogenici di tutta il regno animale. Come i lemuri, suoi parenti strettissimi, vive esclusivamente in Madagascar ed è il primate notturno più grande al mondo. A causa del suo aspetto, si è guadagnato, purtroppo, una brutta e immeritata reputazione, che lo ha portato a essere perseguitato e ucciso perché, secondo alcune superstizioni locali, sarebbe legato alla morte.

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L’aye–aye è un primate notturno endemico del Madagascar

La colpa andrebbe cercata (ancora una volta) nel suo caratteristico dito a bastoncino, che l'aye-aye utilizzerebbe per indicare le persone destinata a passare nell'oltretomba. Nella realtà, il suo dito medio (ma anche l'anulare), è estremamente magro e allungato perché lo aiuta nella ricerca e nella cattura del cibo. Lo utilizza, infatti, per picchiettare sui tronchi per scovare attraverso il suono le cavità dove si nascondo larve e insetti, come l'ecolocalizzazione di pipistrelli e delfini. Una volta trovato il punto giusto, pratica un'incisione nel legno coi denti e infila il lungo e scheletrico bastoncino nella cavità per pescare le ambite prede.

Un dito lungo 8 cm che equivale anche al 65% della lunghezza della mano (che a sua volta costituisce oltre il 40% della lunghezza totale del braccio) è però perfetto anche per essere infilato nelle narici, tirarlo fuori e successivamente leccarsi il muco. È talmente lungo che attraverso l'intera cavità nasale arrivando fin quasi alla gola, tra la parte posteriore della bocca e l'esofago, la faringe. Tuttavia, secondo gli autori della review, il motivo per cui l'aye-aye e altri primati lo fanno resta ancora sconosciuto, anche se ci sono alcune ipotesi.

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Il suo dito medio allungato serve a picchiettare i tronchi, scovare le cavità ed estrarre le larve di cui si nutre

Uno studio di qualche anno fa ha permesso di stimare che fino al 96,5% delle persone si mette le dita nel naso, ma anche se esistono numerosi studi sull'uomo, nel campo della biologia resta un comportamento quasi mai studiato, anche se siamo in ottima compagnia. Come noi si scaccolano – oltre che l'aye-aye – anche macachi, gorilla, oranghi e scimpanzé, per un totale di 12 specie di primati conosciuti.

L'ingestione di muco nasale potrebbe svolgere, per esempio, un ruolo importante per aiutare il sistema immunitario, oppure potrebbe impedire ai batteri di attaccarsi alla superficie dei denti, migliorando – paradossalmente – la salute orale. Nonostante ciò, lavarsi i denti col muco del naso potrebbe non essere proprio una buona idea, considerando che secondo altri studi, può contribuire alla diffusione di microbi e altri patogeni sia nel naso che nella bocca.

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L’aye–aye rischia seriamente l’estinzione a causa della persecuzione diretta e della perdita di habitat

Scaccolarsi potrebbe anche essere una risposta al fastidio creato dal muco quando si asciuga e diventa solido, oppure ancora, fanno notare gli autori, alcuni primati lo fanno semplicemente perché gli piace la consistenza o il sapore. I gusti son gusti. Con così pochi studi e dati a disposizione, è praticamente impossibile arrivare a conclusioni certe, ma magari, proprio grazie a questa nuova review, in futuro potranno essere effettuate ricerche ancora più approfondite.

Infine, gli autori sperano che la loro curiosa osservazione possa contribuire ad attirare l'attenzione sul bistratto e minacciato aye-aye, perché la specie ne ha davvero bisogno. Questi primati sono infatti seriamente minacciati di estinzione e inseriti dalla IUCN nella categoria In pericolo (EN), sia per la persecuzione diretta, che soprattutto per la deforestazione e la perdita di habitat. Evidenziare quanto ancora poco sappiamo sul loro comportamento, potrebbe essere un buon modo per convincere sempre più persone a investire nella conservazione di un animale così unico e minacciato, anche se si scaccola come noi.

Il video in evidenza è stato girata da Anne-Claire Fabre, prima autrice dello studio, e ha come protagonista Kali, una femmina ospite del Duke Lemur Center in North Carolina, il più grande santuario per lemuri al mondo

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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