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10 Maggio 2022
10:17

Una gatta, i suoi quattro cuccioli e un cane avvelenati a Menfi: «Una strage, le autorità intervengano»

Una gatta, i suoi quattro gattini e una Jack Russell sono morti a Menfi, in Sicilia, dopo avere ingerito veleno abbandonato volontariamente nei pressi del cancello dell'abitazione della loro umana. Sale l'allarme tra le associazioni.

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gattini avvelenati
Mamma gatta e i gattini avvelenati a Menfi

Una gatta, i suoi quattro gattini e una Jack Russell sono morti a Menfi, in Sicilia, dopo avere ingerito veleno abbandonato volontariamente nei pressi del cancello dell'abitazione della loro umana.

La denuncia arriva dall’Oasi Ohana: i Pelosi di Chiara, che si è fatta portavoce della denuncia e del dolore di Valentina, la giovane donna che stava cercando casa per i quattro gattini e pet mate della cagnolina Cannella.

«Sono senza fiato, pensavo di non dover più vivere quanto vissuto durante la strage di Sciacca, e invece qualche giorno fa a Partanna e ora nella mia Menfi, in via Fazzello, torna l'orrore – ha denunciato Chiara Calasanzio, la fondatrice dell’associazione con sede a Santa Margherita di Belice, in provincia di Agrigento – Mi ha chiamata in lacrime Valentina, una ragazza di Menfi che adora gli animali e che mi aveva chiesto qualche giorno fa di aiutarla a trovare casa ai quattro gattini partoriti da mamma gatta nel suo garage. Perché piangeva? Perché tra venerdì e domenica hanno avvelenato e ucciso i quattro gattini, la loro mamma e anche Cannella, la sua Jack Russell».

Stando a quanto riferito da Calasanzio «è stato usato un veleno potentissimo, difficilmente acquistabile senza autorizzazione. Prima sono morti mamma e gattini, domenica pomeriggio è toccato alla sua amata Cannella, che era stata vista pochi secondi prima mangiare qualcosa vicino al cancello».

Quanto accaduto riporta alla memoria i terribili avvenimenti di una decina di anni fa, quando nello stesso quartiere erano stati presi di mira i gatti, sempre con il veleno, in una vera e propria strage: «Già all'epoca sembrava che il problema fossero alcuni residenti che mal sopportavano la presenza degli animali di quartiere. Valentina è devastata, quello che ha subito è inumano. Mi appello pubblicamente a carabinieri, polizia municipale e sindaco – ha concluso al volontaria – fate qualcosa, c’è un assassino a piede libero».

Nel giro di poche ore dunque Valentina ha perso Cannella, sua compagna di vita da 4 anni, e anche la gatta e i quattro gattini di cui si stava prendendo cura e che era pronta a dare in adozione: un gesto atroce, non soltanto crudele ma anche spia – come più volte spiegato su Kodami – di una possibile pericolosità sociale che si manifesta in primis con il maltrattamento e l’uccisione di animali.

Reati puniti per legge, anche se le pene restano le stesse di 12 anni fa, quando è entrata in vigore la Legge 201/2020 che le ha inasprite rispetto a quanto previsto in precedenza. A oggi chi uccide un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni, mentre chi commette un maltrattamento rischia da tre a diciotto mesi di reclusione con la multa da 5.000 a 30.000 euro, pena raddoppiata se dal maltrattamento deriva la morte. Ed è su questo che da tempo ormai si battono le associazioni, chiedendo che la legge venga aggiornata e le pene inasprite anche alla luce del recente inserimento della tutela degli animali in Costituzione.

A Menfi, intanto, i volontari sono in stato di estrema allerta, preoccupati che si possano ripetere situazioni già viste in passato. Oltre alle due menzionate da Calasanzio – la strage di cani avvenuta nel 2008 a Sciacca, una trentina di animali avvelenati con insetticida su cui aveva indagato anche la procura e quella di Menfi, nella stessa zona dell’ultimo episodio – c’è quella di Partanna, in provincia di Trapani, dello scorso aprile. Otto i cani uccisi con il veleno, sette adulti e un cucciolo: «Abbiamo già presentato denuncia – aveva detto il sindaco Nicola Catania – tra carabinieri e polizia municipale c'è piena collaborazione affinché si individui il responsabile di questo atto ignobile».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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