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19 Maggio 2023
14:56

Umani e animali si riabilitano a vicenda in un carcere di massima sicurezza americano

L'obiettivo del progetto all'interno di un penitenziario in Indiana è duplice: da un lato salvare gatti maltrattati e a rischio soppressione, dall'altro insegnare ai detenuti il rispetto per tutte le forme di vita in modo da cercare di ridurre di conseguenza le possibilità recidiva.

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Dietro le mura del carcere di massima sicurezza americano Pendleton Correctional Facility, in Indiana, umani e animali si riabilitano a vicenda.

Succede grazie al progetto FORWARD Felines and Offenders Rehabilitation with Affection, Reformation and Dedication che permette ai carcerati di prendersi cura di gatti abbandonati che verrebbero altrimenti soppressi visto che in alcuni Stati la legge consente purtroppo di abbatterli se entro un certo tempo non trovano adozione.

Attraverso il programma, che dura ormai da 5 anni e che ha ottenuto notevoli risultati, i detenuti trascorrono parte delle loro giornate con questi mici che non hanno nessuno e spesso con storie di maltrattamento alle spalle, preparandoli per l'adozione.

Per sei ore al giorno, sette giorni alla settimana, questo gruppo di persone dà e riceve amore dagli oltre 20 gatti ospitati la cui cura, come spesso gli stessi detenuti hanno detto, non viene ritenuta un compito da eseguire, ma piuttosto un motivo per alzarsi la mattina.

Il progetto ha un duplice scopo: salvare gatti maltrattati e a rischio soppressione e insegnare agli esseri umani il rispetto per tutte le forme di vita in modo da cercare di ridurre le possibilità di recidiva.

Il progetto sta funzionando: da quando i detenuti interagiscono con i gatti, poliziotti penitenziari e medici hanno riscontrato in loro una maggiore empatia, senso di responsabilità e persino autostima e anche il personale apprezza molto vedere gli animali girare nell’istituto.

Sono diversi ormai gli studi che dimostrano l’apporto positivo degli animali sui detenuti. È ormai provato che persone e animali, messi in contatto, si aiutano a vicenda nei percorsi di reinserimento sociale. Una relazione positiva che Kodami ha osservato sull’isola Gorgona, l’ultima isola penitenziario d’Italia. Oggi questo scoglio a pochi chilometri dalle coste livornesi è diventato un luogo in cui i detenuti si occupano degli animali dell’ex macello, ormai chiuso, diventando il fulcro di un progetto ambizioso per il reinserimento sociale delle persone private della libertà.

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Diverse realtà penitenziarie hanno già compreso l’importanza dell’apporto favorevole della mediazione animale nel contesto detentivo allo scopo di attenuare il disagio psichico e ridurre il tasso di recidiva al ritorno nella società civile.

Nel nostro Paese esistono altri programmi in tal senso, di cui due sono promossi dalla fondazione Cave Canem: il primo si chiama "Cambio Rotta" ed è rivolto ai minori, il secondo "Fuori dalle Gabbie" è invece riservato agli adulti. In entrambi i casi, l’obiettivo è dare una nuova possibilità sia alle persone detenute che agli animali con problemi comportamentali.

In questo caso anziché di gatti, si tratta di cani abbandonati, provenienti da canili o da percorsi criminali e usati nei combattimenti che vengono affidati alle cure dei detenuti che li seguono in tutte le fasi dell’accudimento, dalle passeggiate all’aria aperta ai momenti di gioco, dal supporto durante le visite veterinarie, per tranquillizzarli, fino all’assistenza negli incontri con le potenziali future famiglie.

In questo modo, il carcere e il canile si avvicinano coniugando l’assistenza ai cani lasciati soli con itinerari individualizzati di formazione, riscatto sociale e inclusione lavorativa delle persone detenute. Si tratta in pratica di un percorso di riabilitazione reciproca tra l'uomo e l'animale, in cui entrambi i protagonisti si riabilitano a vicenda e riscoprono il valore di una socialità sana.

Un’amicizia, peraltro, che non si interrompe una volta usciti dal penitenziario. Infatti, l’associazione destina a chi si è distinto nell’aiutare i cani ospitati nel canile, borse di studio o borse di lavoro grazie alle quali i detenuti possono seguire percorsi professionalizzanti e acquisire la qualifica di educare cinofilo.

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Simona Sirianni
Giornalista
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