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9 Dicembre 2021
15:30

Tutti gli animali di Zerocalcare: dall’armadillo al cinghiale

Uno dei tratti caratteristici di Zerocalcare è quello di disegnare alcuni personaggi come animali, motivandone la scelta con similitudini morfologiche o caratteriali con i suoi personaggi. Dalla gallina al cinghiale, eccone alcuni.

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Nelle ultime settimane ha riscosso un enorme successo la serie animata "Strappare lungo i bordi", realizzata dal fumettista Zerocalcare, da anni è tra i più amati del nostro Paese. Una delle scelte stilistiche dell'artista che da sempre fanno sorridere i suoi fan, è quella di rappresentare alcuni dei suoi personaggi con le sembianze di animali. Talvolta alle sue scelte affianca una spiegazione, che può essere dettata sia da similitudini morfologiche che da particolari tratti caratteriali dei personaggi, ma altre volte lascia all'immaginazione dei lettori l'interpretazione delle sue metafore a base di etologia. Sì: perché per saper paragonare in maniera opportuna e ironica una persona a un determinato animale, è indispensabile conoscerne forme e comportamento, o quanto meno esserne incuriositi.

L'armadillo: corazza e pigrizia

Una delle figure più iconiche e buffe dei fumetti e dei cartoni animati di Michele Rech, alias Zerocalcare, è la sua coscienza, il suo compagno di dialoghi interiori, la sua croce e delizia dell'introspezione che lo perseguita attraverso le età: un enorme armadillo (plausibilmente Dasypus novemcinctus) che è sempre pronto a prenderlo in giro e farlo riflettere amaramente sulle sue decisioni.

Ma perché proprio questa specie? Secondo quanto il fumettista fa trasparire dalla sua personalità, possiamo supporre che scelga proprio questo animale di origine sud americana perché è caratterizzato da una potente corazza sul dorso che ricorda il lato più introspettivo e quasi sociopatico di Zero.

L'armadillo, inoltre, è un animale pigro che ha abitudini crepuscolari e notturne, esattamente come Michele che ha più volte narrato di come la sua coscienza lo tenga sveglio nella notte, mentre pieno di dubbi, ripensa alle sue azioni della giornata.

E da quando è andata in onda la serie, sfidiamo chiunque l'abbia già vista a smettere di pensare a un armadillo senza la parlata romanesca dell'attore Valerio Mastandrea: impossibile!

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Lady Cocca di Robin Hood

Nelle sue storie, ambientate spesso a Rebibbia, il quartiere di Roma che l'autore racconta e in cui vive quasi da sempre, Zero tira in ballo molte volte sua mamma, una figura con cui ha un rapporto di amore – odio molto simile a tanti altri figli della sua età. La donna viene rappresentata come Lady Cocca, ovvero un personaggio di fantasia con le sembianze di una gallina, che nel film d'animazione del 1973 "Robin Hood", era la dama di compagnia di Lady Marian: un personaggio spiritoso e all'occorrenza anche forte, che fin da subito ha fatto ridere a crepapelle gli appassionati dei fumetti.

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La gallina (Gallus gallus) è in realtà un simbolo di protezione per via della sua dedizione nella covae, in senso più ampio, è l'animale che per eccellenza si prende cura dei piccoli. Memorabile la vignetta (fra le più famose della bibliografia dell'artista) in cui viene raccontato il rapporto della madre/Lady Cocca, con l'informatica: «Non c'è più Google», diceva al telefono con il figlio che, dall'altro capo del telefono, ragionava sull'impossibilità di questa scomparsa e quindi su come tradurre la frase da quella che chiama la lingua "maternese".

Qualche risata è scappata a tutti  anche 16 dicembre del 2020, quando un'interruzione improvvisa bloccò i servizi di Google in tutto il mondo e Zerocalcare twittò: «Mi sta taggando un sacco di gente per la caduta di Google, chiedendomi se mia madre lo sa».

Il cinghiale, il panda e il polpo alla gola

Quale scelta potrebbe essere più azzeccata per descrivere l'amico grande, grosso e un po' rude con cui si scherza sempre di tutte le questioni leggere e "da bar"? Il cinghiale (Sus scrofa), infatti, secondo qualche (errata) credenza popolare viene considerato un animale sudicio e sporco e che nell'immaginario di Zerocalcare rappresenta però alla perfezione l'amico che risolve problematiche profonde e introspettive in maniera semplicistica e senza grande riflessività.

Il cinghiale in effetti è un animale estremamente adattabile, che non si ferma di fronte alle prime difficoltà e che, nell'idea che gli umani hanno di lui, si accontenta di poco per stare bene e (questo è vero) ha un'alimentazione abbondante ma semplice e "di poche pretese".

Un ulteriore fattore accomuna l'amico di Zerocalcare alla specie selvatica che abita le periferie di molte città italiane: si tratta di un animale sociale. Entrambi infatti amano unirsi in gruppo e la vita dei cinghiali è caratterizzata dal tempo passato insieme. Un animale da grandi compagnie, insomma, che dietro la sua naturale attitudine rozza si mostra alla fine molto saggio (nel fumetto Macerie Prime e Macerie Prime, sei mesi dopo, l'inseparabile amico di Zero decide infatti di "diventare grande" e sposarsi). Nonostante la cattiva fama che noi umani gli abbiamo dato, il cugino del maiale sa adattarsi all'ambiente circostante e trovare soluzioni sempre nuove per sopravvivere.

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Proprio in questa fase della vita di Zero, mentre gli amici diventano adulti, accanto all'armadillo, si piazza nella vita di Zerocalcare anche un enorme panda, il quale rappresenta proprio la pigrizia di chi (lentamente) mal sopporta l'arrivo dell'età adulta. Un animale che, nella realtà, ha percorso strade evolutive che gli stanno complicando parecchio la vita. Una su tutte è l'ultra specializzazione alimentare che lo rende difficilmente adattabile ad habitat diversi dal suo.

La metafora del Panda viene utilizzata in questo caso per raccontare le difficoltà ad arrivare a patti con il tempo che passa, rischiando però così di non sopravvivere all'estinzione.

Un'altra geniale metafora etologica ha raggiunto addirittura il titolo di una delle sue opere più famose: Un polpo alla gola. L'animale, in questo caso chiamato in causa per via dei suoi tentacoli, viene utilizzato come immagine per quella sensazione di oppressione che rimane addosso dopo aver detto una bugia o nascosto una verità.

L'intera storia del fumetto, infatti, narra di un segreto che rimane aggrappato alla gola di Zero con la forza che solo un polpo (Octopus vulgaris) con i suoi potenti tentacoli può avere, finché succede qualcosa che non riveleremo per non fare spoiler e lasciarvi godere di un'altra incredibile e delicata storia in cui un altro animale è protagonista.

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Animali come metafore: un interessante esercizio di etologia

Cercando tra le pagine dei fumetti e nelle immagini della serie, non sarà difficile scorgere decine di altre specie di animali che fungono da divertenti metafore, aiutando a delineare la personalità della gente che incontra Zerocalcare nelle sue storie: come il bambino lucertola a cui Michele fa ripetizioni  (la cui mamma, piuttosto attenta a non spendere soldi, è rappresentata come un rettile dalle zampe molto corte), ma anche i tre porcellini (che lo moralizzano per non essere sufficientemente saggio) e le indimenticabili "bambine topo"(rappresentate come ragazzine molto attive e con la voce particolarmente squillante).

Meravigliati dalla fantasia con cui Calcare sceglie le specie da inserire nei racconti, ai lettori appassionati di comportamento animale non rimane quindi che provare continuamente a scovare gli animali nascosti e tentare di determinare le motivazioni che lo hanno spinto a disegnarli in questo modo. Così, quasi inconsapevolmente, sarà possibile compiere un meraviglioso viaggio tra le specie, nel tentativo di risalire al comportamento animale da cui prende spunto o al simbolo culturale che gli animali di Zerocalcare rappresentano.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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