Chi è l’armadillo dalle tre fasce, l’animale che si chiude come una palla mostrato in questo video

L'animale mostrato in questo video è un armadillo dalle tre fasce, una delle uniche due specie di armadillo attualmente esistenti in grado di chiudersi completamente nel proprio guscio, come una palla. Entrambe le specie appartengono al genere Tolypeutes, vivono in Sud America, sono insettivore e si raggomitolano per difendersi dai predatori.

21 Dicembre 2023
16:36
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L’animale mostrato nel video mentre si raggomitola come una palla è un armadillo dalle tre fasce (Tolypeutes matacus), conosciuto anche come mataco. Attualmente esistono ben 21 specie di armadillo, tutte originarie del Sud e Centro America, con l’armadillo comune (o a nove fasce) che si spinge fino agli Stati Uniti meridionali. Di queste soltanto le due appartenenti al genere Tolypeutes sono in grado di chiudersi completamente nel proprio guscio formando una sfera quasi perfetta, ovvero l’armadillo dalle tre fasce e il bolita (Tolypeutes tricinctus), il cui nome significa appunto “pallina”.

L'armadillo dalle tre fasce è un mammifero dell’ordine Cingulata, appartenente alla famiglia Chlamyphoridae, diffuso nelle regioni geografiche del Mato Grosso e del Chaco, fra Bolivia, Brasile, Paraguay e Argentina. Il nome armadillo deriva dallo spagnolo e si riferisce alla "piccola armatura" dell’animale, cioè la caratteristica principale corazza formata da scaglie di cheratina che lo protegge dai predatori, mentre le “tre fasce” sono le bande presenti a metà del suo corpo che separano le due porzioni più grandi del carapace, consentendogli di piegarsi. Il numero di bande presente sull’armatura degli armadilli è un ottimo criterio per riconoscere le specie.

armadillo

Questi animali sono protetti dai loro spessi carapaci perché sono praticamente ciechi e privi di altre armi di difesa: si affidano all'udito e all'olfatto per muoversi, non possono dare morsi o fare molti danni con gli artigli, quindi si chiudono all’interno della loro armatura sperando di risultare inespugnabili per i predatori, in attesa del momento opportuno per fuggire e nascondersi. Questo meccanismo di difesa è comune a tutto il gruppo ed era già presente nei loro antenati 35 milioni di anni fa, così come in specie giganti estinte tra cui i gliptodonti, vissuti circa 5 milioni di anni fa.

Sebbene, quindi, tutti gli armadilli siano corazzati, solo il mataco e il bolita riescono a chiudersi a palla grazie alle ampie porzioni di corazza non collegate da pelle che consentono una discreta mobilità, piegando il corpo a metà, infilando la testa e le gambe nel guscio e arricciando la coda accanto alla testa. Poiché anche la parte superiore della testa e la coda sono corazzate, il risultato finale non lascia praticamente alcuna carne esposta che possa essere ferita da un predatore e questa caratteristica è già presente nei cuccioli appena nati. Le altre specie, al contrario, rimangono con la parte ventrale parzialmente esposta.

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L’armadillo dalle tre fasce è più piccolo dell’armadillo comune e misura circa 35 cm di lunghezza, il suo colore va dal dorato al nerastro e segue una dieta insettivora, basata principalmente su grosse larve di coleotteri, ma anche formiche e termiti durante la stagione secca e integrazioni di frutta e materiale vegetale nei periodi più piovosi. Secondo la IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) il mataco è considerato prossimo alla minaccia, mentre il bolita risulta già vulnerabile al rischio di estinzione: in entrambi i casi le minacce principali sono la distruzione dell'habitat (spesso per far spazio a terreni agricoli) e la caccia sia per scopi alimentari che per il commercio di animali.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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