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17 Giugno 2021
17:40

Tumore cerebrale nel gatto: cause, sintomi e terapia

Come altri animali, anche i gatti possono ammalarsi di tumore al cervello. Non è semplice diagnosticarlo né individuarne i sintomi e occorre effettuate indagini ed analisi specifiche per poter scegliere la terapia più adatta. Di soli si procede con asportazione chirurgica, radioterapia o somministrando farmaci chemioterapici.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Prof. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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I gatti, come tutti gli animali, possono ammalarsi di tumore cerebrale. Non è molto semplice diagnosticare un tumore al cervello nel gatto, che può avere manifestazioni cliniche simili ad altre malattie. La diagnosi spesso si effettua con la tomografia o la risonanza magnetica. La terapia dipende dal tipo di neoplasia, dall’estensione e dall’eventuale diffusione del cancro in altre sedi.

Cause del tumore cerebrale nel gatto

I tumori cerebrali più frequenti nei gatti sono il meningioma ed il glioma, che si riscontrano soprattutto in animali anziani di entrambi i sessi. Il cervello può anche essere sede di localizzazione di tumori secondari (metastasi).

Il meningioma, spesso multiplo, prende origine dalle meningi ovvero delle sottili membrane che avvolgono l’encefalo ed è il tumore cerebrale più frequente nel gatto.

Il glioma è un tumore delle cellule della glia, ovvero cellule di supporto ai neuroni.

I tumori intracranici difficilmente metastatizzano e se disseminano lo fanno principalmente attraverso il liquido cefalorachidiano. Il cervello può essere sede anche di neoplasie secondarie che (carcinomi o sarcomi di varia natura) che vi arrivano per via ematogena.

Sintomi del tumore cerebrale

Non esiste un corteo sintomatologico tipico dei tumori cerebrali del gatto. I sintomi che possono aiutare a capire che un gatto ha un tumore al cervello comprendono: collasso, irrigidimento, spasmi muscolari, perdita di coscienza, perdita di saliva, masticazione a vuoto, presenza di schiuma in bocca. Inoltre, gli animali affetti possono non mantenere la postura e tendono a cadere di lato e fare movimenti incoerenti con gli arti. I gatti possono manifestare alterazioni del comportamento e dunque diventare più aggressivi o, al contrario, apatici. Molte volte però il riscontro diagnostico è accidentale in quanto gli animali sono asintomatici.

Diagnosi

Per arrivare ad una diagnosi di tumore del cervello in un gatto, è importante l’esecuzione di indagini strumentali, oltre che dell’esame clinico e neurologico.

La tomografia computerizzata (TAC) è utile soprattutto in caso di sospetto di tumori di provenienza ossea, mentre la risonanza magnetica è l’indagine che permette la visualizzazione dei tessuti molli. Ai fini dell’esatta caratterizzazione della neoplasia, è sempre utile l’esecuzione dell’esame istologico.

Terapia del tumore cerebrale nel gatto

La terapia del tumore al può essere chirurgica che mira all’asportazione del tumore e questo è il caso per la maggior parte dei meningiomi oppure, se il tumore è inoperabile, si può optare per la radioterapia. È possibile anche utilizzare farmaci chemioterapici che oltrepassano la barriera ematoencefalica e dunque raggiungono la neoplasia in sede.

Prognosi

I meningiomi che non hanno invaso altre strutture anatomiche hanno una prognosi migliore dopo l’asportazione. La diagnosi istologica (tumore maligno o benigno) e la sede di localizzazione sono i due fattori che maggiormente influenzano la prognosi.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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