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22 Maggio 2021
8:47

Acromegalia nel gatto: cause, sintomi e terapia

L'acromegalia nel gatto è una malattia generalmente causata da un tumore che produce quantità eccessive di somatotropina, l'ormone della crescita. Questa malattia si verifica più frequentemente nei gatti maschi e anziani e la diagnosi viene effettuata diversamente rispetto ai segni clinici. La scelta terapeutica più frequente è la radioterapia.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Prof. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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L'acromegalia o ipersomatotropismo è una malattia dovuta all'eccessiva secrezione dell'ormone della crescita. L'acromegalia nel gatto è generalmente causata da un tumore che secerne quantità eccessive di ormone della crescita. Questa malattia si verifica nei gatti anziani, prevalentemente maschi ed è spesso associata al diabete mellito. Altri segni clinici includono stridore laringeo, ingrossamento delle estremità ed aumento di volume degli organi. La diagnosi viene effettuata con test sierologici o con indagini strumentali. La radioterapia rappresenta la scelta terapeutica più frequente.

Cause

L’ipofisi è una ghiandola endocrina situata nel cranio deputata alla secrezione di ormoni, tra questi quello della crescita o somatotropina. Questo ormone viene fisiologicamente prodotto negli animali e nell’uomo per garantire la crescita e lo sviluppo dell’organismo. L’ormone della crescita esercita la sua funzione biologica tramite fattori di crescita (somatomedine o IGF-1) sintetizzati nel fegato che regolano importanti funzioni metaboliche.  Allorquando le cellule che producono somatotropina proliferano in maniera incontrollata si sviluppa un tumore funzionante (adenoma) con conseguente eccesso di produzione di somatotropina. L’acromegalia nei gatti è dovuta ad adenoma ipofisario o ad un’iperplasia delle cellule che producono somatotropina. Questi tumori crescono lentamente e possono essere presenti per molto tempo prima che compaiano i segni clinici. Si manifesta più frequentemente nei gatti anziani maschi.

Sintomi

I segni clinici che si sviluppano sono correlati all’eccesso di somatotropina in circolo. Dunque, i gatti manifestano diabete mellito ovvero un aumento delle quantità di glucosio nel sangue, che comporta poliuria e polidpsia e aumento di peso. Inoltre, l’attività anabolica dell’eccesso di somatomedine risulta in un aumento delle dimensioni corporee per allungamento delle estremità degli arti, aumento delle dimensioni del cuore, reni con conseguente glomerulopatia ed altri organi compresa la cute. I gatti acromegalici possono soffrire di artropatia degenerativa e manifestare tipicamente stridore laringeo.

Diagnosi

La diagnosi di sospetto può essere formulata in base ai segni clinici. Le indagini strumentali (radiografia e ecografia) possono confermare l’aumento di volume degli organi interessati. La tomografia computerizzata o la risonanza magnetica permettono di formulare una diagnosi di adenoma ipofisario. Ai fini diagnostici è importante dosare nel sangue dell’animale le quantità di somatotropina o di somatomedine. Un aumento di ormone della crescita circolante rappresenta un test indicativo di adenoma ipofisario. Più frequentemente però si effettuano test che mirano a dosare i livelli di IGF. E’ preferibile però trattare farmacologicamente con insulina gli animali diabetici sospetti di acromegalia e poi dosare l’IGF per evitare risultati falsi negativi.

Cura

La terapia consiste nella somministrazione di insulina per controllare il diabete. La chirurgia è la terapia di elezione con l’obiettivo di rimuovere l’adenoma ipofisario. Infine, una terza opzione è la radioterapia che risulta il trattamento più frequentemente utilizzato. E’ possibile anche utilizzare una terapia medica a base di farmaci analoghi della somatostatina ma i costi sono ancora eccessivi.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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