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7 Luglio 2023
10:20

Trovato un blocco di “ambra grigia” da 500.000 euro nel corpo di un capodoglio spiaggiato

Un blocco del peso di quasi 10 chilogrammi di ambra grigia è stato scoperto nello stomaco di un capodoglio spiaggiato alle Canarie. Un “tesoro” del valore di oltre 500.000 euro, che non ha nulla a che fare con la pietra preziosa: si tratta di vomito di capodoglio, utilizzato per produrre profumi e creme.

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Un blocco del peso di quasi 10 chilogrammi di quella che viene comunemente chiamata “ambra grigia” è stato scoperto all’interno dello stomaco di un capodoglio spiaggiato sull’isola La Palma, alle Canarie: un sorta di “tesoretto” del valore di oltre 500.000 euro, scoperto a metà maggio ma di cui è stata data notizia solo nei giorni scorsi.

Il corpo del capodoglio, 13 metri di lunghezza per circa 20 tonnellate di peso, è stato trovato sulla spiaggia di Nogales, a La Palma, già in avanzato stato di decomposizione. A scoprire il blocco di ambra grigia – che contrariamente a quanto si pensi non ha niente a che vedere con la pietra preziosa, ma è una sostanza che viene prodotta dall’apparato digerente del capodoglio – è stato il patologo che ha effettuato l’autopsia sul cadavere per scoprire le cause della morte. Sospettando un problema digestivo, Antonio Fernández Rodríguez, capo dell’istituto di salute animale dell’Università di Las Palmas, ha esaminato l’apparato digerente del cetaceo individuando qualcosa di duro incastrato nell’intestino: era un blocco grigio di circa 50 centimetri di diametro e pesante una decina di chili di “ambergris”, nota in Italia con il nome “ambra grigia”, appunto. Che altro non è che vomito di capodoglio.

L’ambra grigia è una sostanza particolarmente pregiata che viene prodotta soltanto da un capodoglio su 100, e viene utilizzata per produrre profumi e creme. Se quando viene espulsa dal capodoglio ha un cattivo odore, quando si asciuga emana una fragranza dolce e duratura che la trasforma in un ingrediente molto ricercato dall’industria cosmetica. A stimolarne la produzione è la dieta di questi cetacei, principalmente a base di molluschi cefalopodi (per esempio i calamari giganti) che a causa del loro becco corneo risultano indigesti e infiammanti per l’intestino.

Per gestire questa problematica, il capodoglio secerne una sostanza assorbente, una sorta di mucillagine, che ricopre i becchi cornei dei molluschi rendendoli innocui e annullandone il potere irritante. Questa massa solida – che è poi l’ambra grigia – viene espulsa dal capodoglio quando rischia di occludere l’apparato digerente attraverso le feci, oppure rigettata. Appena espulsa, come detto, ha un cattivo odore, ma una volta secca si schiarisce virando al grigio e acquista una consistenza simile alla cera che emana un forte odore muschiato e che assorbe eventuali altri odori facendoli durare più a lungo. L’ipotesi del patologo che ha analizzato il corpo del capodoglio è che sia stata proprio l’ambra grigia a uccidere il cetaceo: impossibilitato a espellerla, sarebbe morto a causa della sepsi causata dal blocco intestinale.

L’ambra grigia rappresenta però un pericolo molto più grande per i capodogli: nel corso dei decenni questi cetacei sono stati sterminati da pescatori di frodo convinti di poter diventare ricchi mettendo le mani sull’ambra grigia, e ignari del fatto che questa sostanza non viene appunto prodotta da tutti i capodogli, ma da una percentuale molto limitata.

È per questo che esistono leggi che impongono, oggi, che l'ambra grigia possa essere raccolta solo se trovata in mare, come accaduto a un pescatore thailandese nel 2021, o al gruppo di pescatori dello Yemen nello stesso anno, oppure estratta dai capodogli morti ritrovati alla deriva o spiaggiati. Per scoraggiare ulteriormente la caccia molti Paesi, tra cui Australia e Stati Uniti, vietano il commercio di questa sostanza sul territorio nazionale.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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