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14 Giugno 2021
14:20

Il capodoglio (Physeter macrocephalus)

Il capodoglio, o fisitere, è un mammifero dell'ordine dei cetacei, della famiglia dei Physeteridae e del sottordine degli Odontoceti. È il più grande tra gli odontoceti ed è anche l'animale dentato più grande del mondo, con una lunghezza che può raggiungere i 18 metri. Vive in tutti gli Oceani e nel Mar Mediterraneo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il capodoglio (Physeter macrocephalus) è un mammifero dell'ordine dei cetacei, della famiglia dei physeteridae e del sottordine degli odontoceti (o cetacei dentati) presente con diverse densità a tutte le latitudini. Questa specie è caratterizzata da enormi dimensioni che portano i maschi a raggiungere addirittura i 18,5 metri di lunghezza e un peso di 60 tonnellate. Gli individui mostrano un importante dimorfismo sessuale, che fa sì che le femmine non superino i 12,5 metri e le 15 tonnellate. Altra caratteristica importante e utile per riconoscere un capodoglio è la dimensione della testa, la quale raggiunge il 36% della lunghezza totale (anche nella femmina è molto grande, sebbene non superi mai il 30%). Il nome di questo animale deriva dalla sostanza che si trova all'interno del capo, oleosa e cerosa, da cui appunto: capo d'olio.

Come è fatto un capodoglio?

L'enorme capo del capodoglio contiene l’organo dello spermaceti, sostanza formata da particelle cerose e trigliceridi, che può raggiungere il 10% del peso dell'animale e ha una funzione idrostatica essenziale nelle immersioni. Essa, inoltre, permette inoltre all'animale di produrre suoni. Sempre sul capo, questo cetaceo presenta lo sfiato, ovvero l'organo attraverso il quale respira quando si trova in superficie, emettendo un getto d'acqua leggermente rivolto in avanti.

Grazie alla possibilità di immergersi nelle acque molto profonde, il capodoglio ha sviluppato la capacità di rimanere in immersione fino a 50-55 minuti, anche se sono stati osservati maschi adulti compiere immersioni di durata superiore all'ora.

Questa specie detiene alcuni record molto curiosi. Si tratta infatti dell'animale dentato più grande del mondo e, inoltre, con il cervello più grande tra le specie conosciute, sebbene non sia poi esageratamente grande rispetto al suo corpo.

Il capodoglio non ha una pinna dorsale, ma nella parte posteriore del corpo presenta numerose irregolarità, tra le quali la più grande è detta "gobba", e viene talvolta scambiata per una pinna. La pinna caudale è composta da due lobi di tessuto connettivo, detti flukes. A differenza di quella dei pesci, nel caso dei cetacei questa pinna è disposta orizzontalmente e si muove dal basso verso l’alto. Questa parte del corpo è particolarmente utilizzata dai whale whatcher per distinguere le diverse specie, ma anche i singoli individui.

Anche gli occhi dei capodogli sono molto particolari in quanto hanno dimensioni che possono raggiungere i 5 centimetri. Anche grazie a questo i capodogli sono dotati di un'ottima vista, che si associa alle grandi abilità uditive. Questi animali, infatti, comunicano in maniera estremamente variegata con i propri simili, attraverso suoni e vocalizzazioni che da molto tempo vengono studiate per comprenderne il valore.

Uno studio pubblicato nel marzo di quest'anno ha analizzato i suoni di oltre 60 capidogli all'interno degli 87500 km2 del Pelagos Sanctuary del Mediterraneo, ovvero la costa tra la Liguria e la Francia meridionale che raggiunge la Corsica e la Sardegna settentrionale dove i mammiferi acquatici sono protetti, rilevando la differenza di suoni emessi dai maschi rispetto alle femmine e analizzando i possibili significati dei singoli suoni ancora in gran parte misteriosi per noi esseri umani.

Habitat, distribuzione e comportamento sociale

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Il capodoglio è molto diffuso soprattutto nelle acque pelagiche profonde e nelle zone limitrofe alle scarpate continentali, essendo in grado di immergersi anche oltre i 2500 metri di profondità. Questo cetaceo si avvicina alle coste solo dove i fondali sono particolarmente scoscesi e riesce a trovare i cefalopodi, di cui si nutre.

La sua diffusione lo porta ad essere presente a tutte le latitudini (escluse le zone glaciali) anche se le femmine e i giovani non si spostano dalla fascia temperata – tropicale, dove formano i cosiddetti "asili", ovvero i luoghi in cui vengono cresciuti i piccoli. Gli individui sub adulti si spostano gradualmente sempre di più, fino a quando raggiungono la maturità sessuale, intorno ai 12 anni. La femmina di capodoglio dà alla luce un piccolo ogni 5-6 anni, al termine di una gestazione che dura circa un anno. La bassa natalità di questa specie viene compensata da una lunga durata della vita.

La struttura sociale di questi animali è molto complessa ed è basata su comunità matriarcali. I maschi adulti infatti si muovono in maniera solitaria o in piccoli gruppi ai margini dei gruppi, combattendo tra loro per il proprio harem di femmine, il quale viene mantenuto molto a lungo, e unendosi alle femmine solo durante il periodo degli accoppiamenti.

Cosa mangia il capodoglio

Uno studio condotto tra l'Islanda e la Groenlandia dall'Università di Cambridge riguardo alla dieta di questa specie ha permesso di analizzare il contenuto dello stomaco di 221 sperm whale (così si chiamano in inglese i capidogli). I risultati hanno evidenziato la presenza nell 87% dei casi di  pesci di diverse specie, mentre nel 68% dei casi sono stati rinvenuti resti di cefalopodi, ovvero molluschi marini come le seppie, i polpi, i calamari e le piovre. Il capodoglio è in grado di nutrirsi di cefalopodii grazie alle sue ottime abilità di immersione, che gli permettono di raggiungere le grandi profondità in cui vive. Sempre secondo questo studio, anche il pesce Lumpsucker (Cyclopterus lumpus) costituisce una parte importante della dieta dei capidogli dell'oceano Atlantico, sebbene risulti evidente che laddove questa specie non sia presente, la sostituisca con altre.

Il capodoglio e l'uomo

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Come per molti altri animali, anche per il capodoglio l'interazione con l'uomo ha un impatto estremamente negativo. Gli esseri umani fin dal ‘500 hanno ucciso questa specie per estrarne l'olio di balena, ovvero la sostanza cerosa detta "spermaceti". Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Mammal Review  nel 2011, dai corpi di questi cetacei veniva inoltre estratta una sostanza maleodorante ottenuta dalla digestione dei calamari, utilizzata nella produzione di profumi.

Ad oggi questa specie è considerata a rischio di estinzione (EN) dall'IUCN che ne ha osservato un rapido declino soprattutto nel Mediterraneo a causa delle spadare, ovvero particolari reti da pesca considerate illegali in molte zone del mondo a causa della mortalità che causano in specie protette come i cetacei ma anche le tartarughe. Nel Tirreno meridionale è inoltre ancora spesso vittima di pesca illegale. Attualmente si stimano solo circa 2500 individui presenti nel Mediterraneo.

Uno studio del 2014 sullo stato di conservazione del capodoglio nel Mediterraneo ha ipotizzato che, nell'ottica di tutelare questa specie e tutti i crostacei, sarà di fondamentale importanza rispettare le normative sulla pesca, ma anche condurre studi a livello regionale riguardo alla presenza dell'animale e alle condizioni che ne modificano il comportamento, in modo da aumentare le conoscenze che possano contribuire a garantirne la tutela.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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