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23 Marzo 2023
16:34

Troppe aggressioni contro i veterinari: l’allarme dell’Osservatorio Nazionale sulla sicurezza

Per la prima volta, il report dell'Osservatorio Nazionale cita anche i veterinari e il loro ambiente di lavoro. Un contesto, sottolinea il dossier, nel quale il fenomeno delle aggressioni «assume una particolare rilevanza».

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Intimidazioni, insulti, vera e propria violenza. Per la prima volta, il report dell'Osservatorio Nazionale che rileva i problemi riguardanti la sicurezza di chi esercita le professioni sanitarie e socio-sanitarie, cita tra le vittime anche i veterinari e il loro ambiente di lavoro.

Un contesto, sottolinea il dossier, nel quale il fenomeno delle aggressioni «assume una particolare rilevanza e presenta caratteristiche peculiari meritevoli di specifici approfondimenti e di misure di prevenzione idonee a mitigare il rischio».

L’Osservatorio ha raccolto e analizzato i risultati di una indagine della Fnovi, la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, condotta tra l’aprile e il giugno del 2022 e realizzata intervistando 2.119 medici veterinari, di cui metà liberi professionisti.

Non tutti hanno scelto di rispondere: il numero più elevato di risposte è arrivato dai medici veterinari della Lombardia (22,51%), seguita da Emilia-Romagna (11,47%) e Piemonte (11,09%). Al contrario, Valle d’Aosta (0,24%) e Molise (0,42%) sono state le Regioni dalle quali è pervenuto il minor numero di riscontri.

Per quanto riguarda il genere di aggressioni subite nello svolgimento dell’attività lavorativa il 72,49% sono risultate essere quelle verbali, principalmente minacce, anche reiterate, nel corso degli incontri che avvengono con il professionista. Le aggressioni fisiche sono state segnalate da un 10,57% degli intervistati. 

A commettere violenza sono soprattutto gli utenti (89,32%) ma il rapporto segnala che il 21,94% dei medici ha indicato anche nei colleghi gli autori delle condotte violente.

Viene, però, sottolineato come, la maggior parte delle aggressioni avvenga nel settore della medicina veterinaria pubblica e siano prevalentemente legate al settore alimentare i cui operatori, in alcuni casi, mal sopportano i provvedimenti derivanti delle attività di controllo ufficiale eseguite dei medici veterinari operanti presso i dipartimenti di prevenzione delle ASL.

In Italia l'attenzione su tale fenomeno risale al 2011, con il primo convegno nazionale sul tema promosso dall'ANMVI, l'Associazione nazionale medici veterinari italiani, in Calabria. L'iniziativa era nata in seguito a episodi di intimidazioni segnalati in tutto il Paese, soprattutto a danno a Veterinari Ufficiali (quelli che controllano macelli e allevamenti) riconducibili alla criminalità organizzata.

Per quanto riguarda la professione veterinaria privata, invece, pur registrando un'escalation di atti violenti, le aggressioni si manifestano tali e quali come succede negli ospedali italiani e nei pronto soccorso.

Nell'arco di un decennio, oltre alla nascita di un Osservatorio istituzionale, si è aggiunta anche la prima legge in materia, la Legge 113/2020che ha reso le violenze, fisiche o verbali perseguibili penalmente, infliggendo pene fino a 16 anni di reclusione e sanzioni fino a 5.000 euro per chiunque violi il diritto alla sicurezza di chi esercita le professioni sanitarie.

Inoltre Fnovi ha realizzato una campagna informativa sul tema con la finalità di promuovere e sensibilizzare al rispetto del ruolo dei medici veterinari.

In Europa la prima assemblea generale della Easvo, l'European Association of State Veterinary Officers, dedicata al tema dell'incolumità dei Veterinari di Stato, risale al 2016. E sempre in ambito europeo, da alcuni anni si discute dell'opportunità di collocare telecamere di sorveglianza nei macelli a tutela dei Veterinari Ufficiali.

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Simona Sirianni
Giornalista
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