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Nei boschi italiani è possibile incontrare un'infinità di meravigliosi animali selvatici, dalla volpe al tasso, passando per rettili, anfibi, insetti e uccelli. Non sempre è però facile avvistare la fauna selvatica e il più delle volte – come veri detective della natura – possiamo coglierne la presenza esclusivamente grazie ai segni e alle tracce lasciate dagli animali, come le impronte. Tra i boschi dell'Emilia Romagna è però spuntata una nuova e inaspettata specie di mammifero che può essere riconosciuta solo grazie alle inconfondibili tracce che lascia dietro di sé, ovvero lattine, cartacce, bottiglie, sacchetti di plastica e altri rifiuti: il "decerebrato".
Tutti ovviamente conosciamo questo animale (una specie anche fin troppo diffusa): siamo noi umani e la simpatica illustrazione condivisa da uno dei profili Facebook istituzionali della Regione (ER Ambiente – Sostenibilità in Emilia-Romagna) altro non è che una provocazione che serve però a ricordarci ancora una volta che bisogna sempre rispettare ambiente e animali quando si passeggia in natura. «W il trekking fatto con la testa rispettando la #natura», hanno aggiunto dalla pagina.
Guardando però con maggiore attenzione le immagini degli animali riportate nel post, oltre alle impronte dei diversi selvatici che si possono incontrare nei boschi italiani, ci sono però un paio di illustrazioni che sembrano non quadrare alla perfezione con tutto il resto. Tra volpi, scoiattoli, tassi e cinghiali, ecco infatti spuntare accanto al nome lupo e alle sue relative impronte, un bel cagnolone dorato e dalle orecchie flosce, si direbbe quasi un esemplare di Golden Retriever. È vero che lupo e cane sono l"uno il progenitore dell'altro, tuttavia si poteva certamente essere un tantino più accurati nella scelta della grafica.

Come se non bastasse, anche l'immagine riportata accanto alla parola gatto non ricorda propriamente un tipico Felis silvestris dei nostri boschi, ma sembra più un bel gattone domestico dal bellissimo manto grigio.
Visto l'importante messaggio sul rispetto e la sostenibilità che la Regione voleva lanciare, per questa volta qualche piccola imprecisione grafica possiamo anche lasciarla passare. Tuttavia, quando si parla di fauna selvatica italiana un po' di attenzione e precisione in più da parte delle istituzioni non guasterebbe affatto, anche perché di errori e sviste molto più gravi se ne vendono purtroppo tante anche su pubblicazioni, cartellonistica e siti web ufficiali.
Forse è anche per questo che naturalisti e biologi sono diventati nel tempo sempre più pignoli.