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18 Luglio 2022
16:11

Tornano i bisonti nel Regno Unito per fermare il declino degli habitat e della fauna selvatica

Secondo gli studiosi, il comportamento “naturale” dei bisonti selvatici aiuta a ripristinare la biodiversità naturale di un paesaggio. Gli animali saranno liberati in un’area di 500 ettari all'interno della Riserva Naturale di Blean Woods, nel Kent, e condivideranno lo spazio con altri animali al pascolo.

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Questa mattina all’alba quattro bisonti selvatici hanno cominciato una nuova vita in libertà nella campagna del Kent, nel Regno Unito, diventando così i primi “giganti gentili” a vagare nuovamente in Gran Bretagna dopo ben 6000 mila anni.

Alla base del progetto da 1 milione di sterline condotto da Kent Wildlife Trust e Wildwood Trust, c’è la volontà di ripristinare l’antico habitat e la sua fauna selvatica, essendo il Regno Unito uno dei paesi in cui la mancata gestione della conservazione della natura rappresenta uno degli otto maggiori fattori di declino delle specie.

Secondo gli studiosi il comportamento “naturale” di questi animali aiuterebbe a ripristinare la biodiversità di un paesaggio. I bisonti, infatti, con la loro enorme mole – i maschi arrivano a pesare anche una tonnellata – sono in grado di vivere anche tra la vegetazione più fitta.

Adorano sfregarsi contro gli alberi e mangiarne la corteccia. Questa “distruzione”, però, non viene considerata negativa, ma piuttosto è ritenuta vera e propria azione di ingegneria dell'habitat, perché significa fare una selezione delle piante, abbattendo quelle vecchie e creando aree aperte e illuminate nei boschi. In pratica, grazie a loro non si avrebbe più bisogno di usare macchinari vari per tagliare ciò che non serve più e potrebbero, quindi, essere una soluzione naturale ai diversi problemi dei boschi.

Il bisonte europeo (Bison bonasus) è il più grande mammifero terrestre vivente in Europa e in Nord America ed è il parente vivente più vicino all'antico bisonte della steppa che una volta vagava per la Gran Bretagna. In questo caso gli animali saranno liberati in un’area di 500 ettari all'interno della Riserva Naturale di Blean Woods e condivideranno lo spazio con altri animali al pascolo, perché il progetto ha lo scopo, grazie al contributo di questi animali assolutamente pacifici, di migliorare l'habitat naturale anche per altre specie.

«Il ripristino di ecosistemi funzionanti naturalmente è uno strumento vitale per affrontare la crisi climatica», ha affermato Evan Bowen-Jones, CEO del Kent Wildlife Trust (KWT). «Vogliamo che questo progetto segni l'inizio di una nuova era per la conservazione degli habitat nel Regno Unito. Dobbiamo rivoluzionare il modo in cui lo facciamo, affidandoci molto meno sull'intervento umano e più su ingegneri naturali come bisonti, cinghiali e castori».

I quattro bisonti sono un maschio, una femmina anziana del parco naturale delle Highland in Scozia che sarà la matriarca della mandria, più due giovani femmine del parco naturale di Fota a Cork, in Irlanda. «Non avremmo potuto chiedere di meglio» ha detto uno dei due nuovi ranger impiegati dal progetto. «È molto calma e sicura di sé». A metà agosto, poi, si unirà a loro un giovane toro tedesco, il cui arrivo è stato ritardato a causa di complicazioni legate alle importazioni legate alla Brexit.

I bufali sono stati dotati di collari di localizzazione che consentiranno al team di studio di tracciare i movimenti degli animali e raccogliere informazioni su tutto quello con cui interagiscono. All'inizio, gli animali avranno da esplorare un'area recintata di cinque ettari, ma questa aumenterà quando arriverà il toro.

Sono inoltre in costruzione tunnel delle dimensioni di bisonti per consentire agli animali di attraversare in sicurezza i sentieri esistenti. Ai bisonti si uniranno presto, come si diceva, altri animali al pascolo, tra cui il pony Exmoor, la razza equina più antica e pura delle Isole britanniche, e i bovini Longhorn, una delle razze simbolo del Texas. Il loro impatto sarà attentamente monitorato, per capire quanto e come possano davvero essere d’aiuto a contrastare "naturalmente" la perdita costante di biodiversità.

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Simona Sirianni
Giornalista
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