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2 Luglio 2023
15:00

L’indifferenza del Regno Unito nei confronti dei mammiferi marini

Poichè l'uomo minaccia la biodiversità, esistono leggi e figure professionali volte alla sua salvaguardia. Nel Regno Unito, però, delfini, foche e balene non sono tutelate in nessun modo. Lo dimostra un rapporto della Commissione per l'ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali (Efra).

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Attualmente la biodiversità è gravemente minacciata a causa dell'uomo e delle sue "cattive abitudini". L'essere umano, infatti, in pochi anni ha stravolto il Pianeta sotto diversi punti di vista danneggiando gravemente gli organismi che lo abitano e gli equilibri degli ecosistemi. Fortunatamente, esistono leggi e trattati volti alla salvaguardia degli animali, delle piante e, in generale, degli habitat aventi lo scopo di tutelare le specie e gli ambienti maggiormente a rischio. Delfini, balene e foche, ad esempio, sono particolarmente danneggiati dall'inquinamento dell'acqua, dal cambiamento climatico e dai fastidiosissimi rumori prodotti dalle imbarcazioni. Nonostante ciò, la Commissione per l'ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali (Efra) ha rivelato che queste specie non vengono protette in maniera adeguata nel Regno Unito.

Questi spettacolari mammiferi, oltre ad essere estremamente affascinanti e intelligenti, sono fondamentali per il mantenimento dell'ecosistema marino. Questo, però sembra non destare troppo interesse a chi di dovere. I politici del comitato Efra hanno suggerito che il Regno Unito dovrebbe incoraggiare i paesi con cui hanno accordi commerciali a smettere di uccidere mammiferi marini. Infatti, in paesi come l'Islanda, il Giappone e le Isole Faroe vedono la caccia ai delfini e alle balene come più che giustificata. I sostenitori di questa pratica affermano che sia un modo più che sostenibile per "raccogliere cibo dalla natura", nonchè una nobile ed importante costituente della loro identità culturale.

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Come se non bastasse la popolazione di foche grigie (Halichoerus grypus) del Regno Unito non è inclusa nella sezione del Wildlife and Countryside Act, che vieta l'uccisione intenzionale, la provocazione di lesioni o il prelievo di specie, oltre a evitarne il possesso e il commercio. Si tratta di una popolazione composta di 12000 individui che attualmente non godono di nessuna protezione da parte del governo.

Ma non è finita qui. E' risaputo che le reti da pesca non sono per nulla selettive, infatti intrappolano qualsiasi cosa resti impigliata nelle loro maglie, tra cui questi animali. Il fatto che siano diversi dai pesci, non elimina la probabilità che possano venir catturati dalle reti e che non riescano più a liberarsi. E' bene tenere a mente che delfini, foche e balene sono mammiferi, quindi per respirare hanno bisogno di salire in superficie. E' un'azione che sono abituati a compiere di continuo, ma ovviamente risulta impossibile per loro se restano impigliati in reti posizionate in profondità. «Intrappolare queste bellissime creature negli attrezzi da pesca provoca un tributo molto più grande. Dobbiamo fermare questo massacro su scala industriale. Lo dobbiamo alle generazioni future», afferma il Sir Robert Goodwill, deputato conservatore che è a capo della commissione. Ecco, quindi, che i parlamentari hanno suggerito di prestare maggiore attenzione a questo tema considerando che circa 650.000 mammiferi marini vengono uccisi in questo modo a livello globale, ogni anno.

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In risposta alle accuse solevate, una portavoce del Dipartimento per l'ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali ha affermato che le raccomandazioni del rapporto saranno prese in considerazione. Ha poi aggiunto che il governo ha dimostrato il suo impegno attraverso iniziative come la Marine Wildlife Bycatch Mitigation Initiative che delinea come il Regno Unito raggiungerà le sue ambizioni di ridurre al minimo e, ove possibile, eliminare le catture accidentali di specie marine sensibili.

Situazioni del genere sono estremamente preoccupanti. Poichè attualmente l'essere umano ha il "pieno controllo" sulla vita degli altri esseri viventi, sarebbe opportuno prendere delle scelte atte alla loro salvaguardia e al loro benessere. Purtroppo, questo non rientra nelle priorità di molti che preferiscono far finta di niente o rallentare il processo decisionale che porterebbe a reali cambiamenti. Se si continua di questo passo i danni all'ambiente e ai suoi abitanti saranno irreparabili e a quel punto non saranno più giustificati nessun tipo di rimpianti o rimorsi.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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