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19 Novembre 2021
14:42

Signorini, Casella, la cagna Nina e l’aborto: genesi di una notte di ordinaria ignoranza in tv

Alfonso Signorini durante l'ultima puntata de "Il Grande Fratello Vip" risponde così dopo aver continuamente provocato Giucas Casella sul dover far accoppiare la sua cagna Nina: «Siamo contrari all'aborto in ogni sua forma, anche quello dei cani non ci interessa». Da questa frase si scatena una polemica nell'opinione pubblica sulla presa di posizione del conduttore televisivo, ma la sua affermazione è lesiva non solo della dignità delle persone ma anche dei cani.

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«Siamo contrari all'aborto in ogni sua forma, anche quello dei cani non ci interessa». Così parlò Alfonso Signorini durante l'ultima puntata de "Il Grande Fratello Vip", un format tv in cui dell'umanità viene sempre di più messo in mostra solo l'esaltazione delle debolezze umane e delle emozioni senza filtro. Se non quello, potente e silenzioso, del copione da seguire manipolando attori – complici o meno che siano – e spettatori.

E con una frase del genere, sulla quale ovunque è montato un pandemonio tra opinioni, giudizi e commenti il conduttore televisivo è riuscito davvero a raggiungere in realtà un apice su cui svetta per la mancanza di tatto e rispetto. E non solo per donne (e uomini) che hanno dovuto prendere una decisione così difficile o che l'hanno subita perché accaduto, ma anche per aver tirato dentro un discorso così delicato un'altra specie vivente.

Bisogna fare un passo indietro per ricostruire quello che in realtà è un leitmotiv di questa edizione in cui Casella è diventato oggetto di una perenne gag che vede per protagonista la sua cagnolina Nina a causa del desiderio degli autori del Grande Fratello di insistere sulla sessualità dell'animale.

Il personaggio televisivo, a suo modo e a differenza di Signorini, cerca in realtà ogni volta che viene tirato in ballo nel suo rapporto con la cagna di far capire alle persone che Nina è un individuo da rispettare e non solo un "oggetto" sui cui riversare quell'amore incondizionato e estremizzato su cui fa invece leva il presentatore per scatenare la sua reazione. Lo ha fatto sin da quando è stato preso di mira con proposte di accoppiamento in cui si gioca sempre su battute degne dei film di Alvaro Vitali. Come quando Signorini, dopo avergli detto più di una volta che Nina si sarebbe accoppiata con un Labrador e non ascoltando il sedicente ipnotizzatore che già precisava che ci fosse un problema di taglie, gli rispondeva: «Saranno problemi di Nina, non tuoi», ammiccando alla questione delle dimensioni come se si parlasse di una notte brava di sesso tra persone consenzienti.

C'è stata anche una deriva sulla "purezza" del cane, con Casella che viene messo di fronte a un video in cui si vede Nina, il Labrador (ovviamente chiamato "Maciste") e la donna che vive con quest'ultimo che così commenta il già infimo siparietto: «Questa cagnetta è una gran maleducata e neanche è pura: è una meticcia. Io ho fatto accoppiare il mio Maciste che ha tanto di pedigree e lei è invece una bastardina». Signorini a sua volta ci mette il carico: «Scusa Giucas ma quindi non ha il pedigree?» e Casella sbotta, finalmente in maniera chiara, in questo caso: «Ma che ne so io! Che me ne frega del pedigree». Un exploit che però viene accolto nell'ilarità generale, senza che mai qualcuno si ponga anche solo il dubbio che tutto questo parlare di accoppiamenti di cani faccia presa sui tanti che hanno un animale a casa che potrebbe fomentare la decisione di dare vita a una cucciolata casalinga. Una scelta che spesso viene presa con enorme leggerezza o che porta anche alla deriva con le cosiddette "puppy mills" ovvero "fabbriche di cuccioli" per vendere i cani e farne un business.

Ma non finisce qui. La fissa sul far accoppiare la cagna di Casella è un argomento evidentemente così pruriginoso per gli autori da dover continuare a giocarci. Per poi, però, degenerare in quel non-dialogo sull'aborto e la "sentenza Signorini" che arriva non in conseguenza di quello che Casella prova a dire ma per virare su altro e, appunto, mettere in prima serata su Canale 5 una pietra tombale su anni di lotte che riguardano gli esseri umani e la loro libertà di scelta perché in Italia si arrivasse alla legge 194 del 1978.

Bisogna analizzare lo scambio di battute tra Signorini e Casella per capire quanto il primo non abbia capito nulla di quello che il secondo stava giustamente sottolineando quando gli è stato detto che questa volta Nina «aspetta sette cagnolini» e che «è incinta di Ciro, un Pastore Maremmano». E' dopo queste affermazioni, infatti, che Casella usa la parola "aborto" e prova anche a contestualizzarla correttamente se solo Signorini gli avesse dato il tempo di spiegare a cosa stava facendo riferimento. Casella, infatti, dice: «Può sempre abortire … è un cane grande!». Il "mago" si sta preoccupando della cosa giusta: una cagna di stazza piccola che aspetta dei cuccioli avuti da un accoppiamento con un cane molto più grande di lui potrebbe avere dei problemi durante il parto ed è giusto che il suo umano di riferimento faccia una riflessione di questo tipo.

Ma di tutto ciò nessuno se ne accorge, soprattutto perché il presentatore non ha alcuna intenzione di ascoltare quello che la sua vittima ha da dire e, anzi, ne approfitta per deviare il discorso sull'aborto in generale. Anzi, sulla pratica dell'aborto nello specifico nella nostra specie e mettendoci i cani in mezzo, ma solo per avvalorare la sua presa di posizione contro la possibilità di praticarlo. Ed ecco, dunque, che spara quella frase: «Noi siamo contrari all'aborto in ogni sua forma, anche quello dei cani non ci piace».

Il pubblico in studio applaude il suo mattatore e in pochi si saranno accorti di ciò che intanto Casella sta dicendo, cercando di riprendere quel discorso che non è riuscito a concludere e fornendo un altro assist al conduttore televisivo: «Io dicevo una cosa naturale…». Ma non c'è spazio per lasciarlo esprimere, ormai la deriva bigotta e lesiva della dignità di qualsiasi essere vivente che abbia cognizioni e emozioni è partita. Signorini gli parla sopra e chiude con una frase ancora più forte e che non c'entra nulla con il senso di "naturale" che intendeva l'altro. Anzi usa quell'aggettivo per sottolineare ancora di più la sua posizione: «Ma anche quello non ci piace, nemmeno per i cani che sono creature di Dio».

E mettendoci in mezzo pure il Creatore si è così abbassato il sipario su un'altra orribile pagina di televisione italiana, facendo rotolare da quella vetta di cui si diceva all'inizio chiunque dal divano di casa abbia avuto un sussulto di indignazione.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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