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27 Aprile 2022
10:30

Si può fare testamento in favore del cane o del gatto?

In Italia non si può fare testamento nei confronti di un cane, di un gatto o di qualsiasi altro animale. È possibile, però, utilizzare altri strumenti per far sì che gli animali rimasti soli vengano accuditi per tutta la loro vita.

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Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
cane

In Italia non è ammesso fare testamento nei confronti di un cane, di un gatto o di qualsiasi altro animale. È possibile, però, utilizzare altri strumenti per far sì che gli animali rimasti “orfani” e soli vengano accuditi per tutta la loro vita.

Capita spesso di leggere sui giornali o di sentire al TG di cani o gatti diventati milionari grazie alle eredità ricevute dai loro umani defunti. La stessa fortuna è capitata, del resto, agli Aristogatti nel celebre film d’animazione della Disney. Casi come questi si verificano spesso negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in India, e persino in Germania, dove di recente un Pastore Tedesco ha ereditato ben 360 milioni di euro (diventando, di gran lunga, il cane più ricco del Paese). In queste situazioni l’animale è considerato un membro della famiglia a tutti gli effetti e può beneficiare in via diretta delle disposizioni testamentarie. Ovviamente, la verifica relativa al rispetto delle volontà del defunto spetterà sempre ad un amministratore a tal fine incaricato.

In Italia si può fare testamento in favore di cani, gatti o altri animali?

In Italia non è ammesso fare testamento nei confronti di un cane, di un gatto o di qualsiasi altro animale. Nel nostro ordinamento, infatti, gli animali sono privi della cosiddetta “capacità di succedere”, ovvero dell’idoneità a divenire eredi di una persona defunta. Per precisare ancora meglio, da noi gli animali sono ancora considerati come beni mobili, in parole povere, come delle cose, quantomeno dal diritto civile. Di recente la Corte di Cassazione ha ribadito che gli animali non possono essere soggetti di diritto in quanto privi della capacità giuridica (cfr. Cass. Civ. n. 22728 del 2018).

Come lasciare l'eredità al proprio animale

Sebbene in Italia non sia possibile scegliere quali eredi diretti i propri animali, esistono diverse soluzioni alternative che consentono di garantire loro una vita tranquilla anche a seguito della morte dell’umano che se ne prendeva cura in vita.

Tra le più comuni vi è la possibilità di prevedere – mediante testamento – un onere a carico dell’erede universale (o degli eredi universali) vincolandolo all'obbligo di accudire i propri animali domestici per tutta la durata della loro vita. Questo onere può essere definito, semplificando, come una clausola accessoria al testamento che fa sorgere un vero e proprio obbligo in capo all’onerato (in questo caso quello di prendersi cura degli animali). Se questi non adempie a tale compito rischia di perdere tutta o parte dell’eredità.

Stessa operazione può essere compiuta in caso di lascito mediante legato testamentario. In questo caso il testatore individua un soggetto a cui lascia un bene (o un diritto patrimoniale) e a costui attribuisce anche l’onere di occuparsi dei propri animali.

Infine, un’altra opzione può essere quella di nominare quale erede o legatario, sempre con testamento, un’associazione animalista specificamente indicata, destinando l’eredità o parte di essa alla cura dei propri animali e, se il lascito lo consente, anche di altri animali abbandonati e bisognosi.

In tutti i casi indicati risulterà opportuno specificare con precisione le modalità di svolgimento dei compiti stabiliti in capo agli eredi o legatari. Altrettanto opportuna sarà la scelta di nominare un esecutore testamentario che dovrà vigilare affinché le somme stabilite in testamento siano effettivamente usate per il benessere degli animali. Ove ciò non accada questi potrà richiedere al Giudice la revoca del lascito.

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Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
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