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7 Maggio 2022
16:09

Sequestrato allevamento abusivo di Labrador nel casertano

I carabinieri forestali hanno trovato 26 cani tra adulti e cuccioli tenuti in cinque box di cemento in un terreno di circa 150 metri quadrati, in aperta violazione delle norme. Nessun animale era registrato all'Anagrafe Canina e sono state riscontrati illeciti ambientali.

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Ancora un intervento delle Forze dell’ordine per smantellare un allevamento abusivo di cani di razza, nello specifico di Labrador, questa volta in Campania.

I carabinieri forestali di Sessa Aurunca hanno effettuato un sopralluogo con il personale dell'Asl Veterinaria di Caserta in una struttura nei pressi della Statale 7, trovando all’interno 17 cani adulti e 9 cuccioli di circa un mese di razza Labrador.

Gli animali erano tenuti i cinque box di cemento collegati tra loro, divisi da una recinzione metallica e coperti in parte da pannelli coibentati e costruiti su un’area di circa 150 metri quadrati.

Gli accertamenti dei carabinieri hanno confermato che la struttura era di fatto un allevamento abusivo, in cui adulti e cuccioli venivano tenuti e cresciuti per la vendita.

Nessun cane risultava iscritto all’Anagrafe Canina e il gestore non aveva alcun tipo di autorizzazione per svolgere l’attività di allevatore.

L'uomo è stato multato per 2.200 euro, oltre che denunciato con l’accusa di smaltimento illecito di rifiuti speciali non pericolosi e di scarichi di acque reflue non autorizzati. All’interno dei box infatti i militari hanno trovato una tubazione in pvc che veniva usata per raccogliere e convogliare i rifiuti biologici direttamente in un fosso ricavato nel terreno.

I carabinieri hanno messo sotto sequestro la struttura e ordinato al titolare di trovare una nuova sistemazione adeguata ai cani entro 30 giorni. Il custode giudiziario potrà accedervi soltanto per prendersi cura degli animali prima del loro trasferimento.

L'allevamento di cani in Italia: cosa dice la legge

I forestali non hanno reso nota la provenienza dei cani né i prezzi cui venivano messi in vendita o i canali in cui venivano pubblicizzati. È bene però ricordare che in in Italia esistono due tipi di allevamento di cani, quello amatoriale e quello allevamento professionale, entrambe regolate dalla Legge n. 349 del 1993 “Norme in materia di attività cinotecnica”, dove l’attività cinotecnica è definita come “l'attività volta all'allevamento, alla selezione e all'addestramento delle razze canine”.

Le differenze tra le due tipologie di allevamento sono principalmente burocratiche e fiscali, ma il fil-rouge è l’obbligo di rispettare una serie di norme che certifichino la regolarità delle attività e il rispetto del benessere animale a livello non soltanto sanitario. In Italia i controlli svolti dalle autorità competenti e la legislazione che regola l’attività di allevamento, specialmente quello amatoriale, a oggi risulta ancora carente tenendo conto dei numerosi episodi illeciti segnalati e registrati, anche se le forze dell’ordine, in particolare guardia di finanza e carabinieri forestali, recentemente hanno aumentato l’impegno in questo senso.

L’allevamento abusivo di cani di razza, in particolare di quelli provenienti dall’Est Europa, con la crisi economica è aumentato in maniera esponenziale, interpretato come un modo per guadagnare soldi facili lucrando sulla salute e il benessere degli animali. Che devono essere garantiti sia per i cuccioli sia per le madri e, se presenti nell’allevamento, anche per i padri, per l’intera permanenza degli animali nell’allevamento. Nel caso degli allevamenti abusivi, quasi sempre questi aspetti vengono messi in secondo piano rispetto alle entrate economiche derivanti dalla vendita.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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