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28 Luglio 2022
12:59

Scoperto il fossile del più antico predatore conosciuto: intitolato a Sir Attenborough

Dei paleontologi britannici hanno scoperto il fossile del più antico predatore ad oggi conosciuto. Si tratta di Auroralumina attenboroughii, fa parte dello stesso gruppo di meduse e coralli ed è stato nominato in onore di Sir David Attenborough.

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Ricostruzione della Auroralumina attenboroughii a cura di Simon Harris e Rhian Kendall

Scienziati inglesi hanno scoperto un fossile che rappresenta il primo predatore animale conosciuto. Si chiama Auroralumina attenboroughii, il cui genere significa letteralmente "lanterna dell'alba", mentre come nome della specie è stato scelto in onore di Sir David Attenborough, noto divulgatore scientifico e naturalista britannico.

L'esemplare ha circa 560 milioni di anni, è stato trovato nella foresta di Charnwood nel Leicestershire, in Inghilterra e il suo ritrovamento lo dobbiamo ai ricercatori dell'Oxford University Museum of Natural History che hanno pubblicato la descrizione del curioso animale sulla rivista Nature Ecology & Evolution.

Dalle ricostruzioni dei peleoartisti l'animale somiglia molto a un moderno anemone: una coppa giallo-dorata accoglie una corona di tentacoli rosati. Dall'aspetto non sembrerebbe così feroce ma gli scienziati confermano che si tratta proprio del primo predatore animale fino ad oggi conosciuto. Il profilo della creatura alta 20 cm è impresso su una lunga lastra inclinata di pietra di cava, circondata da altri animali fossili.

I ricercatori ipotizzano che il nostro "predatore a forma di coppa" e gli altri animali siano rimasti soffocati in un torbido flusso di sedimenti e cenere che ha iniziato a scorrere lungo il fianco sottomarino di un antico vulcano. Il sito è già noto agli studiosi perché ricco di fossili che raccontano molto sulla storia di un periodo molto lontano dal nostro, il Precambriano, era geologica che va da circa 4,6 miliardi di anni fa a 541 milioni di anni fa.

La nuova specie scoperta è stata classificata dagli scienziati come parte degli Cnidari, il gruppo di invertebrati che oggi include meduse e coralli. Infatti, proprio come gli altri cnidari, Auroralumina attenboroughii aveva una sola apertura circondata da tentacoli che fungeva da bocca e che doveva servire anche per espellere l'anidride carbonica e le sostanze di rifiuto. È parzialmente visibile anche una cavità interna, detta celenteron, che si prolunga in parte anche nei tentacoli e ha funzione sia vascolare, portando elementi nutritivi in tutte le parti del corpo, che digestiva.

Inoltre, dalle caratteristiche di Auroralumina gli scienziati hanno ipotizzato che il suo sottogruppo potesse essere quello dei Medusozoa, animali che si distinguono per avere uno stadio di medusa nel loro ciclo di vita complesso, spesso accompagnato da altri stadi vitali. Durante una di queste fasi sono un organismo ancorato al fondo marino che, in seguito, si trasforma in una creatura che fluttua in acqua in cerca di potenziali partner per riprodursi.

L'Auroralumina, quindi, ricadrebbe proprio in questa descrizione, più in particolare nello stadio immobile e radicato, particolarmente  interessante per la presenza di due calici che si ipotizza fossero attaccati alla base, con un pezzo di scheletro calcareo condiviso che affondava nel substrato roccioso.

Alla scoperta del fossile gli scienziati erano increduli: se fino ad oggi si credeva che i primi organismi predatori fossero comparsi sulla Terra circa 20 milioni di anni fa, il ritrovamento di un fossile risalente a un'era geologica così antica come il Precambriano ha sconvolto completamente le datazioni fatte sinora, mettendo in dubbio anche i possibili collegamenti ecologici che questo animale aveva con gli altri organismi, come, ad esempio, il suo ruolo nella catena alimentare.

Il Precambirano, infatti, è un periodo nella storia geologica molto vasto e solo verso la sua fine ha visto una grande esplosione nel numero e diversità delle forme di vita. Un animale simile a quel tempo doveva essere circondato da piccoli molluschi, invertebrati e cellule a vita libera che, fino a quel momento avevano dominato i mari. Sfortunatamente questa antichissima era geologica non ha mostrato ancora nulla delle sue incredibili ricchezze fossili e solo ulteriori studi potranno aggiungere elementi alla ricostruzione del panorama sommerso di quegli anni.

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