video suggerito
video suggerito
6 Settembre 2023
13:57

Scoperto il fossile del più antico parente del koala mai trovato in Australia

Un team di biologi ha trovato in Australia resti fossili del più antico parente dei koala moderni. Il reperto ha circa 25 milioni di anni ed è una scoperta importantissima perché ci permette di comprendere come si sono evoluti questi marsupiali australiani.

Immagine

Un piccolo team di biologi della Flinders University, in Australia, in collaborazione con alcuni colleghi britannici e californiani, ha trovato prove fossili del più antico parente dei koala moderni, scoprendone dei resti in un sito noto come Pwerte Marnte Marnte, nel Territorio del Nord dell'Australia.

Questo reperto ha circa 25 milioni di anni ed è considerato dai suoi scopritori come uno dei pezzi più importanti della paleontologia australiana, poiché dal punto di vista cronologico si pone a metà fra i reperti di alcuni lontani parenti dei koala, come Chulpasia, risalenti a 55 milioni di anni fa, e i koala attuali, comparsi invece molto più recentemente, circa 50.000 anni fa.

I koala sono probabilmente uno dei simboli più noti dell'Australia. Mammiferi marsupiali, sono famosi per la loro apparente mitezza e per essere dei grandi mangiatori di foglie di eucalipto. Per quanto tuttavia oggi siano divenuti indirettamente una bandiera della fauna australiana, dal punto di vista paleontologico la loro storia evolutiva non è mai stata del tutto chiara. Sono infatti diverse le lacune che hanno impedito agli scienziati di comprendere appieno la loro origine, ma il nuovo studio, pubblicato recentemente su Scientifics Reports promette di chiarire molti dei punti oscuri.

Lumakoala blackae è il nome che è stato scelto per questa nuova specie, che secondo lo studio aveva all’incirca le dimensioni di un moderno gatto domestico ed era già in grado di arrampicarsi sugli alberi e di mangiare foglie morbide. L'animale comunque è stato studiato principalmente attraverso l'analisi dei suoi molari fossilizzati, raccolti nel 2014 ma preparati ed analizzati solo a partire dal 2020, quando la pandemia ha interrotto i lavori di ricerca e di scavo per qualche mese.

Questi molari sono stati scansionati attentamente al computer, chiariscono gli scienziati, proprio per definire la tipologia di dieta dell'animale e anche per comprendere quali sono stati i passaggi evolutivi che hanno permesso ad animali simili a Chulpasia di adattarsi al cambiamento della vegetazione durante l'Eocene e l'Oligocene.

Immagine

Durante proprio quest'ultimo periodo, gli antenati dei koala dovettero adattarsi ad un territorio molto più umido e che ospitava alberi con foglie più morbide. Soprattutto nell'area attualmente occupata dal grande deserto centrale australiano, che all'epoca era invece coperto da enormi foreste e moltissime zone paludose.

«La nostra analisi computerizzata indica però che Lumakoala si adattò benissimo a questo territorio e che era un membro della famiglia dei koala (Phascolarctidae) o un suo parente stretto, seppur assomigliasse a diversi marsupiali fossili molto più antichi risalenti a 55 milioni di anni fa –  afferma il primo autore Arthur Crichton, dottorando presso la Flinders University di Adelaide – Questo gruppo (Diprotodontia) è oggi estremamente diversificato, ma non si sa quasi nulla della prima metà della loro evoluzione. In passato, è stato suggerito che gli enigmatici Thylacotinga e Chulpasia potessero essere strettamente imparentati con i marsupiali del Sud America. Tuttavia, la nostra scoperta ha confermato che questi animali sono in realtà i più antichi parenti dei marsupiali erbivori australiani e che Lumakoala sia il più antico appartenente del gruppo dei koala, dei vombati, dei canguri e degli opossum».

Gavin Prideaux, direttore del Laboratorio di Paleontologia della Flinders University, conferma le parole del suo collega e aggiunge che secondo lui l'Australia centrale dell'epoca, con tutti quegli alberi, era il paradiso del marsupiali. «L'Oligocene fu il vero periodo d’oro dei koala. Basti pensare che fino ad ora non era stata trovata neppure una traccia di questi animali nel Territorio del Nord, mentre ora siamo a conoscenza di ben tre specie diverse che abitarono un unico sito fossile».

Questo paradiso non ebbe però vita lunga. Con il raffreddamento dovuto alle glaciazioni e alle fluttuazioni climatiche dell'atmosfera, l'aria attorno l'Australia divenne infatti molto più secca. Una condizione che indusse presto un'arretramento delle foreste e l'inizio della desertificazione a partire dalla fine del Miocene. I koala così, a partire da quel periodo, furono costretti ad abbandonare il centro del continente e a spostarsi verso sud, tra le regioni attualmente occupate dai boschi di eucalipto, che rappresentano ciò che rimane delle grandi foreste del tempo.

Per sopravvivere a questo cambiamento, i koala divennero più resistenti, aumentarono leggermente di dimensioni e si adattarono a mangiare foglie più dure. Ciò però non portò questi animali grossi cambiamenti strutturali e anatomici. Anche osservando semplicemente i denti di Lumakoala è possibile confrontare le vecchie specie ormai estinte con le nuove, che risultano tutto sommato molto simili.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views