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22 Aprile 2023
16:00

Quanto è pericoloso il ragno vespa?

Il ragno vespa, dalla tipica livrea nera e gialla, è considerato da molti fra i ragni più pericolosi fra quelli presenti in Italia. In verità è una specie praticamente innocua, almeno per l'uomo.

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Il ragno vespa (Argiope bruennichi) è uno degli aracnidi più appariscenti presenti in Italia. Dotato infatti di una colorazione che ricorda quella delle vespe, con striature gialle e nere, questo ragno sfrutta la propria livrea per tenere lontano i predatori. Tale fenomeno si definisce aposematismo ed è molto presente in natura, come forma particolare di mimetismo.

A causa però di questi stessi colori che contraddistinguono il suo addome, molte persone ritengono che il ragno vespa sia pericoloso e che sia – anche a seguito delle sue dimensioni, che nelle femmine adulte possono raggiunge i 5 cm – un ragno nocivo.

In verità questo animale è un animale molto tranquillo il cui veleno non è per nulla pericoloso per l'uomo, se non nei casi di notevole sensibilità immunitaria che sfocia in un'allergia specifica nei confronti del suo morso. Dalle casistiche oggi osservate nelle regioni in cui vive, però, ovvero gran parte d'Europa, Nord Africa e parte dell'Asia occidentale, il numero di decessi collegabili ad un suo morso sono estremamente bassi. Per questo motivo non è mai stato sviluppato un antidoto e i suoi morsi si trattano con altri farmaci.

Il ragno vespa è pericoloso?

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Quando sollecitato da un eventuale intruso, il ragno vespa sceglie quasi sempre la fuga rispetto al morso. Questo perché produrre il veleno con è estremamente dispendioso dal punto di vista energetico e gli è maggiormente utile per la caccia agli insetti di cui si nutre. Quindi, quando un animale troppo grande per le sue ragnatele irrompe all'interno del suo territorio, il ragno vespa sfrutta due principali strategie.

In un primo momento comincia a scuotere la tela, imprimendogli un movimento oscillatorio molto rapido, che in teorie dovrebbe spazzare via gli intrusi più piccoli (come le briciole su di una tovaglia) e spaventare l'aggressore.

Solitamente un A. bruennichi scuote la sua ragnatela per un tempo che può variare dai 15 ai 30 secondi. Quando però questo non funziona opta per la seconda strategia: la fuga. Il ragno scappa, abbandonando la sua casa e lasciando dietro di sé l'aggressore, sperando di non essere inseguito. Solo nel caso in cui il ragno viene prelevato o finisce accidentalmente sulla pelle di un malcapitato dunque effettua il morso, che però è innocuo per gran parte dei vertebrati.

Cosa succede se ti morde il ragno vespa?

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Principalmente il bruciore che si percepisce quando si viene morsi da un ragno vespa è dovuto dall'azione dei cheliceri, parte del loro apparato boccale, che bucano la pelle. Anche gli effetti di questi cheliceri sul corpo, però, sono blandi poiché producono oltre al bruciore al massimo un arrossamento della parte lesa, prima che insorga il gonfiore. I sintomi del morso di questa specie, poi, scompaiono nell'arco di poche ore e lasciano solo due buchini, ovvero i segni della penetrazione dei cheliceri, che invece scompaiono dopo 2 giorni.

Qualora invece si dovesse essere allergici al morso dei ragni, i sintomi del malessere sono: dispnea temporanea, shock anafilattico e leggero mal di testa. Anche in questo caso però sono pochissime le persone che hanno necessitato il trasferimento in ospedale nel corso delle ultime decadi e di solito bastano i farmaci normalmente utilizzati nelle terapie antiallergiche per mantenere sotto controllo la situazione.

Chi fosse consapevole di essere particolarmente sensibile ai morsi dei ragni, anche a quelli non dotati di veleno, può parlare con un allergologo per farsi prescrivere la terapia più adatta.

Qual è il ragno più pericoloso che vive in Italia?

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La vedova nera mediterranea   

A seguito di queste spiegazioni, sembra dunque doveroso escludere il ragno vespa all'interno della lista delle specie di ragni più pericolosi presenti in Italia. Qual'è allora la specie più pericolosa nel nostro paese?

Chiarendo sempre che nessuna specie in Italia può essere considerata pericolosa alla stregua delle specie di ragno presenti in America o in Australia, probabilmente la specie a cui tutti dovremmo fare attenzione è la malmignatta, nota anche come vedova nera mediterranea o Latrodectus tredecimguttatus. 

Il suo morso infatti non è percepibile sul momento e la maggioranza dei casi clinici noti nel nostro paese appartengono a pazienti che non ritenevano di essere stati morsi fino alla comparsa dei primi sintomi. Il morso di questo piccolo ragno lucente di circa 15 mm rimane "quiescente" per un po' di tempo, provocando solo dopo sudorazione, nausea, vomito, febbre e forti crampi addominali. Nei casi più gravi inoltre, quando il ragno ha inoculato una maggiore dose di veleno, a questi sintomi si possono aggiungere cefalea, perdita di sensi, senso di smarrimento e morte.

Anche in questo caso però il numero di decessi nel nostro paese si mantiene molto basso, 4 nel corso di tutto il Novecento. L'incontro con questa specie è pericoloso soprattutto per bambini, soggetti immunosoppressi e anziani. La specie si trova inoltre in particolar modo in Liguria, Toscana, Lazio e Campania, ma ci sono anche segnalazioni di piccole popolazioni in Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia, Sardegna e Marche.

Un'altra specie che può competere con la malmignatta per il posto di ragno più pericoloso in Italia è il ragno violino (Loxosceles rufescens). Anch'esso possiede un morso molto più pericoloso di quello del ragno vespa, ma a differenza della malmignatta ha un comportamento molto più difensivo poiché predilige la fuga rispetto al morso.

Il primo caso in Europa di decesso causato dal ragno violino è comunque ascrivibile al 2015. In questo caso la morte è sopraggiunta poiché il morso ha portato alla formazione di diversi coaguli intravascolari di sangue e a una conseguente insufficienza cardiaca. Un caso, però, estremamente raro.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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