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4 Febbraio 2023
12:00

Il ragno volante è pericoloso?

Esistono i ragni volanti? Sì! E sono pericolosi? Cebrennus rechenbergi, in realtà, è davvero unico nel suo genere. Se spaventato, questo ragno volante può darsela a gambe compiendo acrobazie che farebbero invidia a un ginnasta olimpionico.

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Che ci crediate o no, esistono davvero ragni volanti. Tranquillizziamo subito gli aracnofobici, non stiamo parlando di aracnidi dotati di vere e proprie ali, ma di ragni in grado di spiccare il volo in modi alternativi e persino piuttosto creativi. Quelli più ingegnosi, per esempio, utilizzano le ragnatele per creare vere e proprie mongolfiere, un fenomeno noto come balooning, altri invece, come Cebrennus rechenbergi, puntano maggiormente sull'estro e sulla loro atleticità. Ed è proprio di questa specie che non è pericolosa per l'uomo e che talvolta è conosciuta proprio come ragno volante o ragno flic-flac, di cui vogliamo raccontarvi le acrobazie che farebbero invidia a un ginnasta olimpionico.

Cebrennus rechenbergi è ragno che vive nell'Erg Chebbi, uno dei due gruppi di grandi dune sabbiose del Sahara marocchino. È stato scoperto e descritto formalmente per la scienza solamente nel 2014, ma fin da subito è salito prepotentemente alla ribalta anche fuori dagli ambienti accademici, perché è in grado di "volare" tra le dune compiendo salti mortali, movimenti acrobatici e facendo la ruota con le sue otto zampe, quasi come se stesse saltellando per la gioia. Vedere per credere

Usando una serie di rapidi movimenti acrobatici improvvisi simili a quelli usati dai ginnasti (da qui flic-flac), il ragno volante è in grado di generare un forte spinta da terra che gli permette di muoversi rapidamente sia in salita che in discesa, anche con una pendenza del 40%. Mette in atto le sue acrobazie quando si sente minacciato o quando viene infastidito ed perciò più che altro una tecnica di fuga e non di caccia.

Si tratta di una modalità di locomozione unica tra i ragni, diversa anche dalla tecnica seguita da altre specie come Carparachne aureoflava, diffusa nel deserto del Namib, che utilizza invece una ruota passiva come forma di locomozione, senza alcun tipo di spinta. Il ragno volante, invece, è talmente rapido e atletico nelle sue acrobazie, che riesce praticamente a raddoppiare la sua velocità di fuga, arrivato a compiere scatti fino a 2 m al secondo.

Quando però non si sente minacciato, C. rechenbergi è un ragno predatore non troppo diverso tanti altri. È un cacciatore notturno di medie dimensioni (la lunghezza del corpo va dai 13 ai 20 mm) e che caccia soprattutto falene. Di giorno invece se ne sta rintanato nella sabbia del deserto, al fresco e lontano da pericoli e predatori. Ma oltre che tra i naturalisti, questa curioso  aracnide ha fatto breccia anche tra altri scienziati  e ingegneri, diventato oggetto di studio persino per chi si occupa di costruire robot.

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La sua locomozione ha infatti ispirato diversi progetti che vogliono a copiare il ragno volante per creare robot in grado di muoversi con la stessa efficienza tra le sabbie del deserto e non solo. Uno di questi si chiama Tabbot, dal termine berbero tabacha, che significa appunto ragno. È lungo circa 25 cm, può sia camminare sulla sabbia che fare capriole acrobatiche come la sua controparte artropode. In futuro potrebbe essere applicati in diversi campi, dall'agricoltura, all'esplorazioni dei fondali marini e, perché no, persino su Marte.

Per quanto riguarda invece il veleno e la pericolosità di un eventuale morso di questo ragno, non si sa moltissimo. Quasi tutti i ragni della famiglia Sparassidae, quella a cui appartiene questa specie, non sembrano essere particolarmente pericolosi per gli umani. I loro morsi non richiedono quasi mai cure ospedaliere, per cui non c'è pericolo di allarmarsi. Non arriverà certamente in volo sulla sabbia per mordervi, anzi. Se dovesse imbattervi in uno di questi ragni, con tutta probabilità se la darà letteralmente a gambe levate e facendo la ruota.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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