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20 Aprile 2024
9:00

Quali sono le differenze tra gatto maschio e femmina?

Tra gatto maschio e femmina ci sono numerose differenze legate non solo alle caratteristiche fisiche, ma anche al comportamento, ai bisogni e alle cure.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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La maggior parte delle differenze tra gatti maschi e femmine sono decretate dallo stato riproduttivo, più di quanto lo faccia il genere assegnato. Gli animali interi hanno infatti comportamenti legati alla sessualità che verranno soppressi dalla castrazione/sterilizzazione.

Queste differenze sono legate al comportamento (ad esempio: gli animali interi hanno territori più estesi e si dedicano al corteggiamento attivo di partner sessuali), alle cure (le madri di nidiate hanno bisogno di spazi e risorse ad hoc e i maschi vanno incontro a ferite dovute agli scontri competitivi) e a funzioni fisiologiche specifiche, come il calore delle femmine intere e le marcature che riguardano, invece, entrambi i generi.

Le differenze di comportamento

I gatti sono noti per appartenere ad una specie dotata di grande variabilità comportamentale. Con questa espressione si indica il fatto che due individui presi a caso possono presentare caratteristiche comportamentali estremamente diverse, anche opposte, modellate dalla genetica, dall’adattamento all’ambiente, dalle esperienze e dallo stile di vita dei due individui.

Il genere ha la sua importanza anche se le differenze tendono ad ridursi nel momento in cui viene soppressa la possibilità di esprimere e di esperire la sessualità, con tutto ciò che essa comporta.

Se gli animali sono integri, le femmine tendono ad essere più territoriali e 1-3 volte l’anno a riprodursi e dedicarsi in maniera esclusiva alle loro nidiate, da cui si separano attorno ai due mesi (con grandi variazioni che dipendono dalla disponibilità di risorse). I maschi, al contrario, sono impegnati in attività di corteggiamento, di perlustrazione e gestione del loro territorio che, spesso, include quello di diverse femmine.

Se gli animali sono sterilizzati o castrati, invece, l’estensione del loro territorio tende a ridursi, anche se vengono mantenuti tutti i comportamenti di gestione e controllo degli spazi. La territorialità dei gatti, infatti, è parzialmente sganciata dai comportamenti riproduttivi perché attiene all’intero repertorio comportamentale dell’animale, non solo allo stato riproduttivo.

Spesso si sente dire che negli individui castrati i gatti maschi hanno un temperamento più affettuoso e “infantile” delle femmine che restano, invece, più distaccate e autonome: questa differenza, tuttavia, potrebbe essere più legata alla de-sessualizzazione che ad una differenza di genere di per sé.

Bisogni e cure

Dal punto di vista dei bisogni e delle cure, maschi e femmine non sono molto diversi una volta sterilizzati o castrati.

Se prendiamo in considerazione soggetti in grado di riprodursi, è possibile che i maschi vadano un po’ più spesso medicati nel caso in cui riportino ferite o graffi dovuti alla competizione con altri maschi per guadagnarsi il favore delle femmine. A quest’ultime, d’altra parte, andrà garantita la possibilità di allevare le nidiate in un luogo asciutto, pulito e riparato, libero da minacce esterne e durante la gravidanza e l’allattamento avranno bisogno di seguire una dieta più ricca di grassi e proteine nobili.

Calore e marcatura del territorio

Una macro-differenza che impatta poi anche sulla gestione è data dal calore che interessa esclusivamente le femmine.

Per calore, infatti, si definisce quella specifica fase del ciclo estrale in cui la femmina è ricettiva e, accoppiandosi, può dare seguito ad una gravidanza. Al di fuori dei periodi di calore, le femmine non accettano né accoppiamenti né corteggiamenti da parte dei maschi.

Le femmine sperimentano più calori durante l’anno, che si manifestano con miagolii intensi e strofinamenti a cose e persone, tutti comportamenti utili a diffondere i loro feromoni e comunicare in modo indifferenziato la loro disponibilità ad accoppiarsi.

Il gatto maschio non va fisiologicamente in calore ma, dal punto di vista riproduttivo, è sempre attivo ed è sempre disponibile a corteggiare e ad accoppiarsi, purché trovi una femmina ricettiva. Per segnalare la sua presenza sul territorio, il gatto usa marcare con urine e feci e vocalizzare in modo molto intenso.

Non vi sono differenze di genere, invece, per quanto riguarda la marcatura del territorio. Come già detto, la territorialità è sganciata dai comportamenti riproduttivi per cui un gatto, maschio o femmina che sia, può avere lo stesso interesse a marcare il territorio con feci e urina, indipendentemente dalla sua integrità sessuale. L’unica differenza registrabile è che il gatto intero, soprattutto se maschio, darà alle proprie marcature anche una connotazione sessuale/riproduttiva ma questo non implica che castrazione e sterilizzazione precludano la necessità di marcare per motivi più strettamente territoriali.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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