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18 Gennaio 2021
13:38

Progetto Pandora: una casa famiglia per cani

Il progetto Pandora è nato nel 2015 attraverso la formazione di una casa famiglia per cani che si occupa di ospitare gli individui etichettati come "di difficile adozione" e dare loro un contesto familiare dove vivere in attesa di un essere adottati. Daniela Magliola, fondatrice del progetto, ci spiega qual è l'approccio con cui si relazionano con i cani e com'è strutturata questa casa famiglia.

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Intervista a Daniela Magliola
Fondatrice del Progetto Pandora
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Sono tanti i cani che si trovano nei canili per cui non è facile trovare adozione: cani già molto anziani, malati o con disabilità. Il loro destino è spesso non troppo felice, e passano tutta la vita nei box dei rifugi senza la possibilità di avere una famiglia. Daniela Magliola ha trovato però un'alternativa che si è realizzata nel Progetto Pandora, a Massazza in provincia di Biella, fondato nel 2015. Daniela è partita da un'idea ben precisa: trasformare dei capannoni di sua proprietà, ormai in disuso, per creare una casa famiglia per cani con dei "bisogni speciali". Ma non è sola a portare avanti la sua missione: infatti grazie alla sua dipendente e i volontari che le danno una mano, il progetto è riuscito a realizzarsi tanto da poter ospitare ben ventiquattro cani.

Dimenticate le gabbie e gli spazi limitati dei canili, il capannone di 1400 metri quadri si è così trasformato in una vera e propria casa con tanto di stanze arredate, collegate a varie aree esterne, complessivamente di 3.500 metri quadri, dove i cani possono stare all'aperto e partecipare alle attività condivise. Qui gli animali possono esprimersi, sentirsi in un contesto familiare e attraverso un percorso di recupero anche trovare adozione: in tre anni sono ventidue i cani che sono stati accolti da una famiglia.

Daniela, quando le è venuta l'idea di una casa famiglia per cani?

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Daniela Magliola

L'idea di una casa famiglia per cani già l'avevo in testa da un po' di tempo e dopo la morte di mio padre mi sono ritrovata questo capannone. E' stato il là per dare il via a tutto e così ho deciso così di iniziare questo cammino. Il progetto Pandora è rivolto esclusivamente a quei cani che vengono, purtroppo, spesso etichettati come "di difficile adozione", come ad esempio malati terminali, con disabilità gravi o con problemi caratteriali. Noi facciamo in modo che possano invece avere un'altra possibilità, creando un ambiente per loro familiare e, perché no, magari trovare anche qualcuno che li voglia adottare. Lo scopo di questa casa infatti non è far rimanere gli animali qui per sempre ma al contrario ci poniamo come un luogo di passaggio tra il canile da cui provengono e una possibile adozione.

Qual è la filosofia di questa casa famiglia?

La gestione è affidata esclusivamente a me e alla mia dipendente con l'aiuto di pochi volontari ma ben selezionati. Ogni cane ha uno o due tutor che si occupano di pagare la retta mensile e le spese sanitarie necessarie e ogni individuo viene seguito rispetto alle sue esigenze specifiche, cercando di trovargli un'adozione attraverso un percorso di recupero senza il quale difficilmente troverebbe una famiglia. E' un progetto mirato a rispettare il cane dandogli la possibilità di esprimersi liberamente ma anche qui, come una buona famiglia, ci sono delle regole precise perché è attraverso queste che si costruisce un corretto dialogo sia interspecifico che intraspecifico. I cani sono gestiti in tre gruppi e non c'è alcuna socializzazione forzata, perché non tutti i cani hanno voglia di entrare in relazione con gli altri e il nostro compito è proprio quello di capire cosa vogliono dando loro la possibilità di scegliere.

Com'è strutturata la casa famiglia e come funzionano le adozioni?

© Progetto Pandora

Ogni cane ha una stanza e un giardino privato ma c'è anche un'area comune dove può accedere se ha voglia di socializzare. I cani non vengono mai lasciati soli e ognuno di loro partecipa, nel modo che preferisce, alle tante attività giornaliere tra cui anche passeggiate in esterno e gite fuori porta. Ospitiamo al massimo ventiquattro cani per evitare sovraffollamenti, tipici invece dei canili, e per poter gestire ogni cane in maniera corretta. Quando troviamo dei possibili adottanti, facciamo un percorso con le persone interessate per un'integrazione graduale finché non vediamo che si comincia a creare una relazione. Se un cane viene adottato la "comunicazione ufficiale" viene fatto solo due mesi dopo, perché in questo lasso di tempo dobbiamo accertarci che l'integrazione nella nuova famiglia sia andata a buon fine. In tre anni abbiamo fatto adottare ventidue cani che potrebbero sembrare pochi ma per noi sono tantissimi se consideriamo che erano destinati a non trovare una famiglia. Nella struttura c’è anche un ex ufficio adibito a infermeria dove vivono i cani molto malati, con telecamere e  personale qualificato della struttura anche di notte. Ora inoltre, possiamo anche accettare delle donazioni per ricevere delle quote mensili e poter fare adozioni a distanza.

Si può seguire il Progetto Pandora dalla pagina Facebook dove si trovano tutte le informazioni per fare un adozione a distanza e seguire le storie dei cani ospitati.

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