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4 Marzo 2024
18:01

Prime richieste di adozione per il cane che ha ucciso la sua umana a Mercantino Conca

Prime richieste per adottare Tigre, il cane che il primo marzo 2024 ha ucciso la sua umana, Giovanna Canova, a Mercantino Conca, in provincia di Pesaro e Urbino. Il cane un Pastore dell'Asia Centrale e non un Maremmano Abruzzese come inizialmente comunicato.

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pastore asia centrale

Prime richieste per adottare Tigre, il cane che il primo marzo 2024 ha ucciso la sua umana, Giovanna Canova, a Mercantino Conca, in provincia di Pesaro e Urbino.

Nel pomeriggio del primo marzo, la donna di 84 anni si trovava nel giardino della propria abitazione quando il cane l'ha buttata a terra e ferita sulla parte alta del corpo. Nonostante il tempestivo intervento del marito, anche lui ottantenne, e l'arrivo dei soccorsi, per l'anziana non c'è stato nulla da fare: era già priva di vita quando sono giunti sul posto gli operatori del 118. L'ipotesi più probabile è che sia morta per lo shock emorragico causato dalla ferita alla testa. Non sono ancora chiari i motivi e l'esatta dinamica alla base di questo raro e tragico episodio.

Oggi si sono tenuti i funerali di Giovanna Canova nella chiesa parrocchiale di Mercatino Conca, alla quale hanno partecipato un gran numero di persone, anche esterne alla piccola comunità. La vicenda ha infatti richiamato una grande attenzione mediatica da tutta Italia, e tra coloro che si sono mostrati interessati ci sono anche delle associazioni di tutela animale interessate alla sorte di Tigre.

Il sindaco Omar Lavanna conferma a Kodami di aver ricevuto le prime proposte per iniziare un percorso di rieducazione: «Ci sono arrivate alcune mail, a breve risponderemo. Da parte nostra c'è apertura nei confronti di possibili percorsi riabilitativi e non c'è la volontà di uccidere l'animale, cosa che comunque non è mai automatica».

Una cosa è certa: il cane non potrà tornare con il suo umano di riferimento: «È impensabile lasciare un soggetto di quella mole a una persona ultra ottantenne – sottolinea Lavanna – Quindi al ritorno in famiglia non siamo d'accordo. La decisione però in questo caso spetta alla Procura di Urbino, dato che ci sono indagini in corso e che il cane era regolarmente registrato».

Ad essersi fatta avanti per prima contattando il Sindaco per chiedere l'adozione del cane al fine di iniziare un percorso riabilitativo è stata la Fondazione Jigen Odv di Maurizio Lombardi Leonardi, associazione che si è già occupata di rieducare cani con un passato difficile.

Tigre, come da prassi, è stato portato via dal personale dell'Ats veterinaria dopo essere stato sedato. Al momento si trova nel sanitario del canile comprensoriale di Ca' Lucio di Urbino. Come ha accertato Kodami, Tigre ha 7 anni ed era regolarmente registrato come Cane Pastore dell’Asia centrale, non si tratta infatti di un Maremmano Abruzzese come inizialmente ipotizzato.

Il canile è gestito dall'associazione Cane Orgoglioso Odv, presieduta da Serenella Ruggeri: «Il cane è arrivato al sanitario nella sera primo marzo – conferma a Kodami – Era stato sedato dagli operatori dell'Ats e resterà sotto osservazione per 14 giorni». Anche Ruggeri ha fatto appello perché il cane non venga soppresso, come temono molti volontari e attivisti: «È necessario tutelare la vita di ogni essere vivente, non può esistere una pena di morte applicata ai soli animali», dice a Kodami.

In realtà, l'atto di sopprimere un cane è una procedura estrema e molto lunga, per niente automatica. Perché si proceda in tal senso devono essere condotte valutazioni specifiche con più incontri e il cane stesso deve aver compiuto aggressioni reiterate tali da non essere più recuperabile secondo il giudizio dei servizi veterinari. L'abbattimento quindi non è scontato neanche nel caso di un animale che uccide un essere umano.

*Foto di copertina di Albino Ca' Orsi (immagine esemplificativa)

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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