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25 Marzo 2024
13:10

Petardi contro la giornalista Stella Cervasio perché sfamava i piccioni: «Colpevole di amare gli animali»

Cinque giorni di prognosi e un'ustione alla gamba. È questo il prezzo che la giornalista animalista Stella Cervasio ha pagato per aver dato da mangiare ad alcuni piccioni in una zona comune del suo condominio. «Dobbiamo renderci conto che la violenza contro gli animali e quella contro le persone sono la stessa cosa», racconta a Kodami.

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Cinque giorni di prognosi e un'ustione alla gamba. È questo il prezzo che la giornalista Stella Cervasio ha pagato per aver dato da mangiare ad alcuni piccioni in una zona comune del suo condominio. Un gesto che non è andato giù a un vicino che ha deciso di fare esplodere alcuni petardi allo scopo di allontanare gli animali, e che invece hanno colpito anche la donna.

«Con questo episodio ho visto di cosa sono capaci le persone, dopo tanti anni da cronista di nera credevo di saperlo ma non l'avevo mai vissuto sulla mia pelle – spiega Cervasio a Kodami – I colombi però sono salvi e al sicuro, e questa era la cosa che mi premeva di più».

Cervasio dopo la lunga esperienza come garante dei diritti degli animali di Napoli, oggi è presidente dell'Associazione Animal Day che ogni anno organizza una giornata di riflessione sul rapporto tra persone e animali, sia domestici che selvatici.

«Non credevo che sarei stata giudicata colpevole di amare gli animali – confida – È paradossale che dopo tanti anni ad informare le persone e a difendere ogni specie, poi io stessa sia rimasta vittima di pregiudizi». Secondo il racconto della giornalista animalista, infatti, l'uomo avrebbe avuto paura delle malattie che i piccioni avrebbero potuto trasmettere agli inquilini come lui: «Questa persona dopo essere andata a prendere i petardi ha minacciato di lanciarli, sostenendo che "i piccioni sono malati". Quando ha iniziato a farli esplodere davvero ho preso la pompa dell'acqua per neutralizzarne gli effetti, ma ne ha buttati anche alcuni nel mio cancello, dove mi ero chiusa dentro, ero in trappola. Poi ho sentito il bruciore. Sono andata all'ospedale Pellegrini e per fortuna l'ustione non era grave».

In realtà, è vero che i piccioni possono essere fonte di malattie e infezioni, ma non più di qualsiasi altro animale libero o selvatico. Inoltre, più che i piccioni, ad essere potenzialmente pericolose sono le loro feci che prendono il nome di guano.

«Il mio errore – dice Cervasio – è stato quello di sfamarli in una zona condominiale, similmente ad altri vicini di casa. Nessuno mi aveva mai detto nulla». In diversi Comuni italiani sono in vigore ordinanze e regolamenti che vietano di dare da mangiare ai piccioni, e anche l'Asl di Napoli si è espressa in merito.

«I piccioni a cui davo da mangiare – spiega la giornalista – non sono però piccioni selvatici ma piccioni regolarmente inanellati di cui mi ero occupata tempo addietro e che occasionalmente, visto il loro talento di viaggiatori, ogni tanto tornano a trovarmi. Da oggi in poi li sfamerò nella mia proprietà. Fa rabbia però che si sia arrivati a tanto e che ancora ci siano episodi simili: dobbiamo renderci conto che la violenza contro gli animali e quella contro le persone sono la stessa cosa».

Su Kodami abbiamo dedicato un video approfondimento sui piccioni, spiegando da dove vengono e smontando i falsi miti che li circondano.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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