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6 Ottobre 2023
9:46

Perché il cane ha paura delle scale a chiocciola?

Spesso i cani hanno paura delle scale a chiocciola. A spaventarli potrebbe essere il vuoto sotto agli scalini, lo spazio ristretto o magari la difficoltà di movimento nel salire e scendere. Ma come dobbiamo comportarci per aiutarli?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Siamo abituati a guardare il nostro cane salire e scendere le scale senza problema, eppure quando di fronte a lui si trova una scala a chiocciola, improvvisamente si blocca e non ne vuole saperne di affrontare i gradini. Ma perché ha paura? Questo comportamento è in realtà piuttosto diffuso e ha diverse risposte che possono variare in base al soggetto in questione, alle sue personali difficoltà, ma anche a seconda della struttura della scala stessa.

In generale le motivazioni più diffuse per cui il cane non sale e scende le scale a chiocciola sono la paura del vuoto che si intravede spesso tra gli scalini, la preoccupazione per la superficie scivolosa e poco spaziosa dei gradini, oppure la verticalità della scala stessa che, osservata dalla sua altezza, potrebbe sembrare un ostacolo impossibile da affrontare.

Vediamo nel dettaglio queste variabili e scopriamo come aiutare il cane ad affrontare la paura della scala a chiocciola, consapevoli però che, in alcuni casi, potrebbe servire del tempo per risolvere questo disagio.

I motivi per cui i cani hanno paura delle scale a chiocciola

Il principale motivo per cui il cane potrebbe avere paura della scala a chiocciola è il timore del vuoto che si apre tra un gradino e un altro. Molti cani, infatti, si sentono a proprio agio salendo e scendendo le scale di casa perché non riescono a vedere attraverso, mentre le scale con i gradini separati tra loro, offrono una visuale che potrebbe preoccupare.

Se non dovesse trattarsi di questo, la paura potrebbe invece essere determinata dalla consapevolezza di dover faticare dal punto di vista motorio per seguire con il corpo la curva (spesso molto stretta), che fa la scala. Soprattutto i cani molto grandi, oppure quelli che stanno crescendo in fretta, hanno poco controllo degli arti posteriori e riconoscono quindi come complesso questo compito, che richiede di coordinare abilmente tutte le parti del corpo.

Spesso, inoltre, le scale a chiocciola hanno gradini particolarmente lisci, che potrebbero dare al cane l'impressione di non essere in grado di frenare la discesa e, quindi, lo spingono a pensare di non potersi arrestare in caso di necessità. La forma degli scalini, infine, è quasi sempre triangolare. Questo dettaglio potrebbe far sorgere un dubbio nel soggetto: salendo dalla parte esterna avrebbe più spazio, ma dovrebbe accettare di avere il vuoto anche sul fianco (dove si trova il corrimano, per intenderci). Scegliendo di salire o scendere i gradini ponendo le zampe nella parte centrale, avrebbe invece meno spazio a disposizione.

Un ultimo motivo apparentemente più banale, ma che non si può sottovalutare, è il fatto che il cane forse non ha mai visto questa tipologia di scala e, quindi, ha bisogno di analizzare la situazione per capire come comportarsi. Imporgli di farlo rapidamente, senza avere l'opportunità di capire i rischi e i benefici di questo compito potrebbe generare in lui stress, ulteriore ansia o panico. Agendo impulsivamente potrebbe spaventarsi durante il percorso e, magari, trovarsi a pensare che non avrebbe dovuto fidarsi delle nostre indicazioni, con tutte le conseguenze che ciò potrebbe avere sulla relazione con noi. In questo modo, renderemmo ancora più difficile il superamento della paura in futuro.

Come far superare la paura delle scale al cane

Ciò di cui ha bisogno il cane è soprattutto la possibilità di controllare l'ostacolo con la dovuta calma. Per essere dei pet mate responsabili, quindi, bisogna prima di tutto accettare di avere pazienza e serenità, affrontando per primi la scala e dimostrando così che per noi non rappresenta un problema.

Potremmo poi sederci su uno gradino, lasciargli annusare la superficie della scala e gratificarlo (anche solo con la voce) quando prova a mettere le prime due zampe su di essa. Se la paura può essere determinata dal legno troppo liscio e la scala fa parte del nostro ambiente domestico, possiamo inoltre pensare di applicare delle apposite strisce anti scivolo, che aiutino il cane a sentirsi stabile in fase di salita e discesa.

Per prevenire il rischio che il cane sviluppi la paura del vuoto e si senta insicuro in queste circostanze, invece, è utile aiutarlo fin da cucciolo a incontrare le più disparate situazioni ambientali, mostrandoci sempre come guide responsabili e pronte ad accoglierlo in caso di difficoltà. Questo non vale solo per la scala a chiocciola, ma anche per le grate (che spesso incontriamo negli ambienti urbani), o più semplicemente per le diverse superfici diffuse in natura e in città. Alcuni cani, infatti, hanno paura dei pavimenti troppo lisci, altri mostrano invece preoccupazione nel muoversi in luoghi in cui i propri passi producono rumore.

Per superare queste difficoltà vi è anche la possibilità di lavorare con semplici giochi motori che favoriscano la propriocezione, ovvero la capacità di conoscere il proprio corpo a sufficienza per controllare anche i movimenti e le posture più complesse.

Infine, se conosciamo bene il nostro cane e reputiamo che questa possa essere una strategia funzionale, possiamo anche metterci all'altro capo della scala e richiamarlo a noi, rendendo quanto più divertente questo momento. Come sappiamo, infatti, le nostre emozioni possono condizionarlo e renderlo più sicuro di sé. Guidato da emozioni positive, inoltre, il cane è più portato ad apprendere e ciò che impara verrà immagazzinato più facilmente nella memoria esperienziale.

Se il problema del cane è rivolto unicamente alla scala a chiocciola ed essa non fa parte di un ambiente che va affrontato quotidianamente, si può lavorare con calma sui singoli aspetti problematici, ma se il soggetto si trova invece a bloccarsi spesso di fronte a difficoltà motorie di questo tipo, oppure è preoccupato per l'ambiente circostante, per le superfici che incontra e magari per i suoni che producono, è certamente meglio rivolgersi ad un educatore cinofilo che sappia rispondere a tutti i dubbi del pet mate e guidare l'intera famiglia in un percorso di maggiore consapevolezza, aumentando anche le abilità propriocettive del soggetto e, di conseguenza, la sua autostima.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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