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7 Giugno 2023
18:12

Perché ci masturbiamo? Uno studio sui primati analizza vantaggi e origini di questo comportamento

La masturbazione è molto comune tra i primati e secondo un nuovo studio aiuta sia ad aumentare il successo riproduttivo che a ridurre il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, perlomeno nei maschi.

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La masturbazione è un comportamento molto comune in tutto il regno animale, ma è particolarmente diffusa soprattutto tra i primati, compresi ovviamente noi esseri umani. Apparentemente, però, le origini e i vantaggi evolutivi di questo comportamento autodiretto tanto comune non sono ancora del tutto stati chiariti dagli scienziati. Un nuovo studio recentemente pubblicato su Proceedings of The Royal Society B, sembra però aver risolto il mistero, dimostrando che invece la masturbazione ha un'utilità ben precisa negli animali che la praticano.

Gli autori hanno esplorato e analizzato la masturbazione attraverso tutto l'ordine dei primati, il gruppo di mammiferi a cui appartengono scimmie, tarsi, lemuri e – ovviamente – anche gli essere umani. Hanno così messo insieme il più grande set di dati mai realizzato sulla masturbazione in questi animali, raccogliendo informazioni da quasi 400 fonti, tra cui 246 studi già pubblicati e 150 tra note e osservazioni effettuate da primatologi e custodi di giardini zoologici.

Grazie a tutti questi dati, gli autori hanno definito in maniera più chiara la distribuzione dell'autoerotismo tra i vari primati, per poter capire meglio quando e perché si è evoluto questo comportamento. E i risultati ottenuti indicano che la masturbazione ha una storia evolutiva molto lunga in questo gruppo e che è molto probabilmente un comportamento ancestrale comune a tutte le scimmie propriamente dette, inclusi noi umani.

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La masturbazione è un comportamento molto diffuso tra gli altri animali, soprattutto nei nostri cugini primati

Mentre per mancanza di dati non è ancora del tutto chiaro, invece, se sia un tratto evolutivo ancora più antico e condiviso anche con quelle che una volta venivano chiamate proscimmie, ovvero lemuri, tarsi e lori. Successivamente, per capire quali potessero essere invece i vantaggi evolutivi dell'autoerotismo, gli autori hanno provato a testare alcune ipotesi già avanzate in passato, in particolare quelle a sostegno che, almeno nei maschi, serva ad aumentare il successo riproduttivo e ad a evitare di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.

La prima, ovvero la Postcopulatory Selection Hypothesis, sostiene che l'autoerotismo serva ad aumentare le possibilità, perlomeno nei maschi, di fecondare con successo un femmina. Ma in che modo? In primo luogo, infatti, la masturbazione senza eiaculazione può servire ad aumentare l'eccitamento, riducendo così i tempi dell'accoppiamento e, di conseguenza, il rischio di essere interrotti da un potenziale rivale.

Inoltre, la masturbazione – questa volta compresa di eiaculazione – consente ai maschi di espellere lo sperma più vecchio e qualitativamente inferiore, lasciando spazio a quello più fresco e forte che ha maggiori possibilità di fecondare un uovo e vincere la competizione con quello di altri maschi. I risultati ottenuti dai ricercatori supportano per questa ipotesi, dimostrando che la masturbazione maschile si è co-evoluta insieme ai sistemi di accoppiamento con numerosi maschi, dove quindi la competizione maschile è molto alta.

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Secondo questo studio, la masturbazione maschile aumenterebbe il successo riproduttivo mantenendo più alta la qualità dello sperma riducendo inoltre il rischio di contrarre malattie

La seconda ipotesi, invece, ovvero la Pathogen Avoidance Hypothesis, propone che la masturbazione maschile riduca la possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili dopo la copula. Con l'eiaculazione, infatti, l'uretra – il condotto che collega la vescica urinaria con l'esterno – dove è più facile contrarre infezioni, si manterrebbe molto più pulita, riducendo così il rischio di contrarre malattie. Anche per questa ipotesi sono state raccolte prove abbastanza convincenti, come il fatto che la masturbazione si sia co-evoluta con l'aumentare del rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili tra le varie specie di primati.

Per quanto riguarda invece le possibili implicazioni evolutive sulla masturbazione femminile, lo studio non ha prodotto risultati abbastanza convincenti. Per quanto sia un comportamento sicuramente molto comune, ci sono purtroppo ancora pochi dati e informazioni a disposizione e questo non consente un'analisi statistica adeguata e attendibile. Secondo gli autori, quindi, servirebbero molti più studi e dati per approfondire anche questo aspetto.

In conclusione, grazie a questo studio, gli scienziati stanno finalmente facendo luce su un comportamento sessuale molto diffuso, ma ancora poco studiato, probabilmente anche per ragioni socio-culturali. La masturbazione è infatti comune e onnipresente in tutto l'ordine dei primati e viene praticata sia in natura che in cattività da entrambi i sessi, in alcune specie persino con l'aiuto di sex toy. Si tratta perciò di un comportamento del tutto naturale e per nulla deprecabile, ma le cui origini e funzioni adattative stiamo scoprendo solo ora. Meglio tardi che mai.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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