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22 Giugno 2021
17:35

Patuanelli: «Allo studio il bollino sul benessere animale». L’esperta: «Un passo importante ma deve essere considerata tutta la filiera»

All'attenzione del ministro delle Politiche Agricole c'è il "bollino" di qualità che spiegherà ai consumatori il benessere animale dei prodotti che stanno consumando. Ad annunciarlo è lo stesso capo del dicastero, Stefano Patuanelli, concludendo i lavori dell'assemblea nazionale di Unaitalia, l'associazione dei produttori avicoli nazionali.

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All'attenzione del ministro delle Politiche Agricole c'è il "bollino di qualità" che spiegherà ai consumatori il benessere animale dei prodotti che stanno consumando. Ad annunciarlo è lo stesso capo del dicastero, Stefano Patuanelli, concludendo i lavori dell'assemblea nazionale di Unaitalia, l'associazione dei produttori avicoli nazionali.

Nella Casa del Cinema di Roma, dove si è svolto l'incontro, il Ministro ha detto che su un marchio che appunto evidenzi l'aspetto del benessere animale «ci stiamo lavorando. Ho chiesto maggiore incisività alla mia direzione perché ritengo non debba essere solo un bollino ma debba corrispondere a un reale percorso del benessere degli animali che sono comunque da tutelare». «Il benessere animale – ha proseguito Patuanelli – non è solo un minor uso di farmaci ma anche dimensione, spazio, contatto con l’ambiente naturale. Credo ci sia la volontà di tutti i settori di trovare un equilibrio per dare distintività alle produzioni che useranno il marchio, perché significa creare valore aggiunto».

L'esperta: «Non solo "un bollino", ma deve prevedere la filiera»

È questa la strada giusta? A spiegare se un marchio possa essere l'inizio di un nuovo percorso è Laura Arena, veterinaria esperta in benessere animale. «Sono d’accordo con il Ministro. Non deve essere solo un bollino ma deve prevedere tutta una "filiera" – commenta Arena, componente del comitato scientifico di Kodami – Il benessere parte dall’origine dell’animale e arriva fino al trasporto, prima della macellazione. Questo vale anche per animali come le galline ovaiole o le vacche da latte che non sono prodotte per carne».

«Non deve essere dunque solo un bollino – aggiunge la veterinaria – ma uno strumento di consapevolezza per il consumatore. Poi, sulle modalità per rendere consapevole l’utente secondo me andrebbe fatto uno sforzo in più di comunicazione e informazione». Laura Arena spiega che un  «argomento a parte» che va oltre quello che dice il Ministro è «il discorso che risponde alla domanda: "Siamo in grado di fare in modo che il marchio che diamo ai prodotti corrisponda realmente al benessere di questi animali?"», citando quei casi in cui alcuni allevatori hanno preso «sovvenzioni europee aggiungendo solo un pallone tra i gruppi di suini o mettendo una spazzola nell’allevamento delle vacche da latte».

Le carni bianche sono le più acquistate dagli italiani

Secondo quanto presentato nel corso dell'incontro di Unaitalia, l'avicoltura italiana ha raggiunto un fatturato di 5,7 miliardi di euro nel 2020 (+3,8% sul 2019), con i suoi 6.000 allevamenti professionali e 64mila addetti (38.500 allevatori e 25.500 addetti alla trasformazione). Con il 35% delle quote di mercato, le carni avicole rimangono le più acquistate dagli italiani, seguite dalle carni bovine (33%) e dalle suine (21%). A registrare il trend più alto sono soprattutto il tacchino (+4%, 313mila tonnellate) e il pollo (+1,68%), che rappresentano il 74% della produzione di carni bianche. Crescono anche i consumi pro-capite arrivati a 21,5 kg (+1,93%). Il trend della spesa in aumento è confermato anche nel primo trimestre 2021: +1% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Questo, secondo gli studiosi, sarebbe anche merito della parziale conversione dei consumi fuori casa in consumi domestici durante la pandemia Covid.

È anche exploit per le uova: dopo il boom del lockdown, si confermano il segmento più dinamico nella spesa degli italiani con +14,5%. Oggi se ne consumano circa 12,9 miliardi, pari a 216 a testa (+3,23% sul 2019), e sempre più da galline allevate a terra (+21,1%), all’aperto (+13,4%) e da allevamenti bio (+4%).

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