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5 Marzo 2023
9:00

Lo studio italiano sul benessere animale in canile

Uno studio italiano, pubblicato sulla rivista internazionale di settore Animal Welfare, ci fa riflettere sulla situazione dei canili in Italia, dimostrando ancora una volta come un completo stato di benessere in canile sia un sogno più che una realtà.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
canile

A fine gennaio è stata diffusa la notizia delle ispezioni svolte dai Carabinieri dei NAS in 876 rifugi italiani. L’esito è stato di 244 strutture risultate irregolari e di 26 strutture e 871 animali sequestrati, fra cani e gatti.

Durante un’ispezione in un rifugio le condizioni da controllare sono tantissime e la valutazione del benessere animale è estremamente complessa. Ma, anche in questo caso, ci viene in aiuto la ricerca scientifica.

Lo studio “Application of a welfare assessment tool (Shelter Quality Protocol) in 64 Italian long-term dogs’ shelters: welfare hazard analysis” ("Applicazione di uno strumento di valutazione del benessere (Shelter Quality Protocol) in 64 canili italiani di lungodegenza: analisi dei pericoli per il benessere animale"), pubblicato sulla rivista internazionale di settore Animal Welfare, ci dà numerosissimi spunti di riflessione sulla situazione dei canili in Italia grazie all’applicazione di una metodologia validata.

La valutazione del benessere animale in canile

Un completo stato di benessere in canile è un sogno più che una realtà. Le problematiche strutturali, le difficoltà gestionali, i costanti ed inevitabili fattori di stress e le limitazioni per gli animali di esprimere le loro esigenze individuali fanno dei canili dei luoghi di difficile adattamento.

Tradizionalmente, le valutazioni del benessere sono state incentrate solo su indicatori strutturali come per esempio la disponibilità di spazio o l’igiene. Vi è invece la necessità di una valutazione olistica che comprenda, oltre alla struttura, anche la qualità della gestione e gli individui stessi.

Da parte della comunità scientifica vi è un crescente interesse a fornire strumenti affidabili e di facile applicazione per la valutazione del benessere degli animali nei rifugi basati su questo paradigma.

Gli indicatori di benessere soggetti ad osservazione si distinguono quindi in:

1) Indicatori basati sulla gestione. Come la gestione sanitaria, la routine quotidiana di alimentazione, la quantità e la qualità delle passeggiate, eccetera.

2) Indicatori basati sulle risorse, relativi alla struttura in sé, come disponibilità di spazio o riparo dalle intemperie, e alle risorse propriamente dette come cucce, ciotole, arricchimenti ambientali e altro.

3) Indicatori basati sugli animali, sia clinico-fisici che comportamentali.

L’analisi del rischio applicata al benessere animale

I primi due indicatori rappresentano gli stimoli che sono processati dagli animali che a loro volta esprimono il loro livello di adattamento tramite risposte comportamentali (paura o comportamenti compulsivi) o manifestazioni fisiche come la presenza di lesioni (a causa delle strutture inadeguate) o cliniche (a causa dell’inadeguata gestione sanitaria).

Per analisi del rischio applicata al benessere degli animali si intende l’individuazione degli indicatori gestionali e strutturali che nell’ambiente del rifugio rappresentano un potenziale rischio per la compromissione della qualità della vita degli animali. L’alterazione di alcuni indicatori basati sugli animali ne sono quindi la manifestazione.

Lo studio

La pubblicazione di cui sopra è uno dei frutti del mio progetto di Dottorato in Medicina Veterinaria, Sanità Pubblica e Benessere Animale, svolto di pari passo con un progetto attivo presso l’IZS di Teramo.

Obiettivo dello studio è stato quello di applicare un protocollo, precedentemente validato, per valutare la qualità di un campione di canili di lungodegenza. La grande quantità di dati è stata utilizzata per lo sviluppo di un'analisi del rischio applicata al benessere animale, tramite l’utilizzo di analisi statistiche.

Infine, assegnando ad ogni struttura un punteggio è stato poi possibile classificare i rifugi valutati sulla base del tipo di gestione (associazioni animaliste, Comuni e imprese private) e dell’area geografica di appartenenza (Nord, Centro e Sud).

Risultati generali

Per lo studio sono stati valutati 64 canili del territorio nazionale. Tra questi, 38 erano gestiti da associazioni, 14 da Comuni e 12 da privati. Il numero totale di cani nei 64 rifugi era di 11.409 (minimo 22 e massimo 980), alloggiati in 4.316 diversi box (minimo 12 e massimo 378).

Per questo studio sono stati valutati a campione 1.482 box e 2.864 cani individualmente.

I risultati dello studio suggeriscono che, in generale, il benessere nei rifugi testati è sub-ottimale. Numerose strutture ospitano oltre 500 cani fino ad arrivare al migliaio. A riguardo, un grande dubbio si solleva su come si possano garantire minimi livelli di benessere ai cani in queste strutture sovraffollate.

In media, il tasso di restituzione dei cani ai loro pet mate è mediamente molto basso (circa il 20%) come anche il tasso di adozione (55%). Tasto dolente che fa riflettere su come la prevenzione dell’abbandono e la gestione dei cani vaganti sia fallimentare.

È necessario inoltre specificare che i dati riguardo il turnover dei cani non sono totalmente attendibili, in quanto un grande numero di strutture non sono state in grado di fornire dati sui tassi di entrata e di uscita dei cani. Questo scenario rappresenta un ulteriore buco nero, in quanto una corretta tracciabilità è il primo step per un buon funzionamento di una struttura.

L'alloggio dei cani in box singoli è comune tra le strutture italiane. In un rifugio, l’isolamento dovrebbe essere raccomandato come soluzione temporanea in caso di problemi clinici (ad esempio per prevenire la trasmissione di malattie infettive o in caso di animali in degenza post-operatoria) o per limitare aggressioni in caso di rischio. È però necessario specificare che, nel caso di box doppi o multipli, i gruppi devono essere composti con criteri di taglia e temperamento degli individui per evitare squilibri e garantire una corretta convivenza.

Altra criticità osservata è stata che il 20% dei canili non dispone di alcun box per la degenza sanitaria, fondamentale per la biosicurezza in struttura e per il benessere dei cani feriti e/o malati.

L’analisi del rischio

Nell’ambito dei canili vi è ormai un consenso generale sull’importanza dell'esercizio fisico e delle passeggiate per i cani che sono di particolare importanza per la loro salute e il loro benessere e sono momenti importanti per la socializzazione e l’interazione uomo-cane. Tuttavia, solo un quarto dei rifugi valutati garantisce routine di passeggiate quotidiane per tutti i cani della struttura.

L’analisi del rischio ha mostrato come passeggiate sporadiche o assenti siano correlate con la maggior presenza di problemi comportamentali, condizione che a sua volta causa una minore probabilità di adozione e una maggiore probabilità di restituzione a seguito di un’adozione.

Tra i canili italiani, anche il regime alimentare appare non essere ottimale. Il 56% dei rifugi garantisce l’alimentazione solo una volta al giorno e quasi il 20% applica un regime alimentare ad libitum. Entrambi sono considerati sub-ottimali per la salute e il benessere dei cani. Nello studio una relazione tra l'obesità dei cani e l’alimentazione ad libitum è stata trovata. Quando in gruppo o in coppia, l’alimentazione ad libitum può inoltre portare a conflitti e protezione del cibo e delle ciotole da parte di un individuo a discapito di altri, ciò può generare alti livelli di stress oltre a rischi di scontri diretti.

La zoppia è stata frequentemente riscontrata nei canili visitati ed è risultata correlata con un inadeguato peso corporeo, sia in eccesso che in difetto. La zoppia correla significativamente anche con l’età geriatrica dei cani. In generale, gli anziani possono soffrire anche di altri problemi di salute e la probabilità di adozione diminuisce significativamente con l'età.

Quasi un terzo dei rifugi analizzati non fornisce adeguati materiali di riposo per i cani. I dati raccolti hanno permesso di stabilire che questo è un fattore di rischio per la presenza di polipnea termica (in quanto gli animali non si possono adeguatamente riparare dal caldo), la presenza di lesioni (ad esempio nei casi in cui un animale è obbligato a dormire sul suolo o su bancali presenta più facilmente lesioni da decubito) e l’inadeguata pulizia del mantello (sporco e bagnato).

La presenza di polipnea è stata inoltre correlata alla qualità strutturale dei box in termini di inadeguatezza nel riparo dalle intemperie. I canili devono essere concepiti in modo da garantire un adeguato comfort termico a tutti i cani, durante tutto l'anno. Condizioni metereologiche estreme, come temperatura molto bassa o molto alta, e l’esposizione alla pioggia sono importanti fattori di stress per i cani.

La classifica

Ogni rifugio, attraverso l’applicazione di una metodologia precedentemente validata con un altro studio, è stato classificato con un punteggio percentuale rispetto a un “rifugio ideale” (100%). Una volta ottenuti i punteggi, i rifugi sono stati classificati in base al tipo di gestione e all'area geografica.

Ciò che è emerso è che:

  • i rifugi gestiti da associazioni animaliste hanno ricevuto un punteggio medio più alto, seguiti dai rifugi gestiti dai Comuni e poi dai rifugi privati;
  • i rifugi situati nelle regioni dell'Italia settentrionale e centrale hanno ottenuto un punteggio medio più alto rispetto ai rifugi del Sud Italia.

Il quadro emerso da questa analisi descrittiva e statistica è utile per una migliore comprensione della situazione italiana e la metodologia utilizzata potrebbe essere di sostegno per le ispezioni ufficiali, come quelle che si sono svolte, e si stanno svolgendo tuttora massivamente nel nostro Paese.

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Laura Arena
Veterinaria esperta in benessere animale
Sono un medico veterinario esperto in comportamento animale, mi occupo principalmente di gestione del randagismo e delle colonie feline, benessere animale e maltrattamento animale con approccio forense. Attualmente lavoro in Italia, Spagna e Serbia.
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