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13 Giugno 2023
18:25

Orso in fuga per le strade di Arco, in Trentino. Il sindaco: «Maschio in dispersione e non confidente»

Decine di segnalazioni, martedì mattina, da parte di cittadini che hanno visto un orso attraversare le strade della nota località trentina. Enpa attacca Fugatti: «Dove sono i cassonetti antiorso?».

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Si torna a parlare di orsi in contesti urbani nel territorio della Provincia Autonoma di Trento. Martedì mattina un esemplare è stato avvistato mentre correva lungo le vie di Arco, a segnalarlo alcuni residenti che lo hanno anche immortalato, condividendo i video con il sindaco Alessandro Betta.

Nei video – uno dei quali girato da un’automobilista che ha seguito per un breve tratto l’animale, contribuendo in questo modo a stressarlo ulteriormente  – si vede l’orso correre per le strade in pieno giorno. Proprio il sindaco Betta ha ipotizzato che abbia «attraversato il nostro territorio andando verso Padaro-San Giovanni provenendo da nord est, forse monte Stivo-Baldo. Si tratta di un animale in dispersione – ha scritto il primo cittadino suo social – non confidente, e pur passando vicino ai rifiuti è scappato fuggendo alla vista delle persone». Questa versione sembra supportata dalla testimonianza di un’altra testimone, condivisa sempre da Betta: «Sono una delle persone che questa mattina, a piedi, si è imbattuta nell’orso col cane – ha raccontato la donna – Confermo che era spaventato e pareva in fuga lungo la strada via Giuseppe Verdi di Vigne, e tramite ulteriore confronto con un’altra cittadina, posso confermare che alle 6 l’orso è passato per di qua».

Sul posto sono intervenuti gli agenti del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento, che non hanno trovato traccia dell’animale. Un episodio che non ha avuto conseguenze, ma che dimostra come sempre più spesso i plantigradi si avvicinino ai contesti urbani, in cerca di cibo, e finiscano anche sulle strade, con tutti i rischi che questo comporta. E che getta benzina sul fuoco del dibattito che da settimane ormai tiene banco in Trentino, dove il presidente della Provincia, Massimo Fugatti, ha di fatto dichiarato guerra a questi grandi carnivori, chiedendo a gran voce di poter procedere con gli abbattimenti per limitarne il numero. E dove si dà battaglia per salvare le vite di JJ4 e MJ5, la prima detenuta al Casteller perché considerata la responsabile della morte di Andrea Papi, il 26enne trovato morto nei boschi della Val di Sole lo scorso 6 aprile, il secondo ancora in libertà ma “ricercato” perché ritenuto responsabile del ferimento di un escursionista in Val di Rabbi. Contro entrambi è stato emanato un ordine di abbattimento che il Tar di Trento, lo scorso 25 maggio, ha sospeso, rimandando la decisione al 27 giugno.

L’avvistamento dell’orso ad Arco ha quindi contribuito ad alimentare le polemiche, che per l’Enpa sono ormai diventate strumentali: «Con i plantigradi si impara a convivere adottando quelle misure di prevenzione che l’Ente Nazionale Protezione Animali chiede da anni e che la Provincia Autonoma di Trento continua a non voler applicare. L’unica preoccupazione della Provincia, invece, sembra essere quella di terrorizzare la popolazione a ogni avvistamento, alimentando un clima di paura e di odio che non giova a nessuno – scrive l’associazione – Ancora oggi, a due mesi e mezzo di distanza dalla tragedia di Caldes, in diverse località del Trentino non sembra esserci alcuna traccia di quei cassonetti anti-orso che svolgono una funzione fondamentale nel tenere gli animali lontani dai centri abitati. I plantigradi infatti sono animali schivi che non amano il contatto con l’uomo, ma che vengono attirati nelle zone urbane proprio dai rifiuti, vale a dire dalla disponibilità di cibo in abbondanza».

«In un contesto “normale”, la politica e le istituzioni sarebbero immediatamente corse ai ripari, ponendo fine a quella situazione di inadempienza che si protrae ormai da troppo tempo. In Trentino, invece, si preferisce soffiare sul fuoco della paura e dell’intolleranza, alimentando l’odio contro gli animali. Per questo – prosegue l’Enpa – chiediamo alla Procura di Trento di compiere tutte le opportune verifiche per accertare che le ripetute omissioni sul fronte dell’applicazione dei metodi di prevenzione e sulla promozione delle campagne di informazione per residenti e turisti non configuri, come ipotizziamo, una violazione delle norme italiane ed europee».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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