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14 Novembre 2022
14:16

“Ocean Savior”, il webgame che insegna a rispettare gli Oceani arriva dagli studenti napoletani

Il concorso ideato dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco  (IOC-UNESCO) ha l'obiettivo di introdurre l’Educazione all’Oceano all’interno delle scuole, anche grazie alle nuove tecnologie più vicine ai giovani.

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Sono gli studenti napoletani dell’ITC Nitti ad aggiudicarsi il primo posto del concorso “Save the Wave App Challenge” con il web game "Ocean Savior".

L'istituto partenopeo ha vinto la sfida con il Liceo Scientifico Alessandro Volta di Torino e il Liceo Classico Zucchi di Monza che prevedeva la creazione di un videogioco per denunciare l’inquinamento dei mari e insegnare il rispetto gli oceani.

Il gioco creato dai ragazzi napoletani ha come protagonista Cleany, una tartaruga, e sarà lei a dover ripulire il mare dai rifiuti di plastica che soffocano le acque. Il giocatore dovrà aiutarla in questo compito, facendo grande attenzione a non perdere i rifiuti sul fondale, pena la perdita di una delle tre vite a disposizione.

Il concorso è stato ideato dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco (IOC-UNESCO) nell’ambito del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030). Gli obiettivi del progetto sono diversi ma principalmente si intende spingere all'introduzione dell’Educazione all’Oceano all’interno delle scuole e dei programmi scolastici, anche grazie alle nuove tecnologie più vicine ai giovani.

Il lavoro che sta portando avanti l'UNESCO con le scuole si concentra sui giovani nell’ottica di costruire una “Generazione Oceano” che sia pronta a trovare soluzioni per il benessere del "Pianeta blu". Il programma di Educazione all’Oceano ("Ocean Literacy") sarà introdotto in quelli scolastici dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite entro il 2025: un obiettivo ambizioso a cui, però, i risultati di iniziative come "Save the Wave App Challenge" danno un grande incoraggiamento.

Capire e affrontare le problematiche ambientali è il primo passo verso la loro risoluzione. Ma è soprattutto unendo le forze e assumendo nuove abitudini sostenibili che è possibile costruire il mare di cui abbiamo bisogno. Educare i giovani su queste tematiche, in quanto rappresentanti delle generazioni future, è un fattore cruciale per uno sviluppo sostenibile e per le sfide ambientali che stiamo affrontando.

E il programma dell’Unesco punta proprio su di loro e sulla loro capacità di innescare un cambiamento su larga scala: facendosi ambasciatori con parenti e amici e raggiungendo tutte le fasce d'età l'auspicio è che i ragazzi possono davvero provocare, un sostanziale cambiamento di comportamento della società verso atteggiamenti di tutela e promozione dell'ambiente marino.

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Simona Sirianni
Giornalista
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