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6 Dicembre 2022
16:28

Morto Merlino, il lupo simbolo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Salvato da cucciolo, nel 2009, dopo l'abbandono del branco, era diventato ospite permanente del Centro faunistico di Castelsantangelo sul Nera, duramente colpito dal sisma del 2016: «Con lui se ne va un simbolo».

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Il lupo Merlino

Era diventato un simbolo di speranza e resistenza del territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, duramente colpito dal terremoto del 2016, oltre che il beniamino del Centro faunistico di Castelsantangelo sul Nera, estremamente danneggiato dal sisma. Ed è proprio il Parco Nazionale dei Monti Sibillini a comunicare, e a piangere, la morte del lupo Merlino, avvenuta lo scorso 4 dicembre a 13 anni e mezzo.

Merlino era stato salvato nel 2009 dal custode degli animali del Parco, Massimo Dell’Orso, scomparso prematuramente nel 2018: era stato lui a trovarlo nella zona di Cascia, cucciolo abbandonato dal branco, e a portarlo alle veterinarie Noemi Orazi e Monica Ferrari. Il lupo, magrissimo e stremato da una grave forma di rogna, grazie alle cure delle veterinarie e a quelle di Dell’Orso si era ripreso ed era entrato ufficialmente a far parte degli ospiti permanenti del centro. Impossibile infatti reimmetterlo in natura, proprio per l’abbandono avvenuto così precocemente e l’assenza di insegnamenti da parte del branco, necessari per sopravvivere nel suo habitat naturale.

«Quando piccolino l’abbiamo messo nel recinto, molte volte non lo trovavo, perché lui si nascondeva così bene che non riuscivo a vederlo – aveva raccontato nel 2017 lo stesso Dell’Orso, spiegando da dove il lupo aveva preso il nome – Poi, all’improvviso, appariva come per magia. Siamo nel regno della Sibilla e, anche se non è propriamente attinente, l’Ariosto ci dice che Merlino e Morgana vennero alle nursine grotte e al lago d’Averno, quindi il lago di Pilato, a consacrare il libro del comando. Questa contaminazione tra la saga celtica e quella nostra appenninica di origine greco-romana si è così saldata, e questo nome, Merlino, mi piaceva particolarmente».

Merlino, nel corso della sua permanenza al centro, è divenuto molto popolare tra le centinaia di persone che ogni anno andavano a fargli visita, contribuendo anche a sfatare falsi miti e leggende su questo meraviglioso predatore. Una notorietà aumentata dopo il terremoto del 2016, che colpì duramente il territorio dei Sibillini danneggiando pesantemente anche il centro faunistico. Ed è proprio Merlino il protagonista del libro “La notte della polvere”, scritto da Dell’Orso insieme con Maria Cristina Garofalo. È la sua voce a raccontare i terribili effetti del terremoto sui paesi e le comunità dell’appennino umbro-marchigiano, e lo straordinario rapporto con quell’uomo che gli ha salvato la vita.

Nel libro successivo, “Le terre di cristallo”, scritto da Garofalo, Merlino dice addio al suo amico Massimo, rendendogli omaggio: «Le stagioni che viviamo sulla Terra non segnano il nostro volto, non deformano la nostra schiena, non imbiancano il nostro pelo – racconta Garofalo attraverso la voce di Merlino – Non cambiamo o cambiamo sempre: non abbiamo rimpianti, siamo sempre nel flusso, nel momento dell'eterno presente. Finché c’è».

«Con Merlino – ha detto il presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Andrea Spaterna – se ne va un simbolo. Ma l’impegno del Parco, già assunto insieme al Comune di Castelsantangelo, è quello di restaurare il centro faunistico e migliorarlo con nuove strutture, per renderlo un punto di riferimento di eccellenza nelle attività riguardanti la conservazione della fauna e per il recupero degli animali selvatici ritrovati feriti o in difficoltà nell’area dei Sibillini. Una nuova opportunità, insomma, anche per la ripresa del territorio, legata alla cura e alla valorizzazione delle sue straordinarie risorse naturali».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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